Terapia intensiva, spazi alternativi contro il Coronavirus
Aggiornato al 03/04/2020
I numeri dei ricoverati in terapia intensiva continuano a crescere, e fanno paura. Intanto si è in attesa del picco del contagio da Coronavirus in Italia.
Il bollettino giornaliero dei dati forniti dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, spiega come mediamente il 10% delle persone infette necessita di ricovero in terapia intensiva. Ed è questo uno degli elementi che rischia di portare al collasso il sistema sanitario, in primis quello lombardo, per quanto da sempre esempio di eccellenza in Italia.
Terapia intensiva per Coronavirus, è emergenza
La questione più urgente, e quella più preoccupante, come ormai ben sappiamo, riguarda i posti in terapia intensiva. Da diversi giorni si discuteva in merito alla necessità di creare nuovi spazi, soprattutto in Lombardia, per assistere il numero crescente di malati gravi che hanno bisogno di un ricovero.
Ospedale Fiera di Milano
Il progetto più grande riguarda la Fiera di Milano, nel quartiere Portello. Nei 22 mila mq dei padiglioni 1 e 2 è stato realizzato e già inaugurato il 31 marzo il mega Ospedale Fiera Milano, modello Wuhan. L’obiettivo raggiunto è quello di circa 500 posti di terapia intensiva, una riserva di letti fondamentale visto il trend dei contagi.
Regione Lombardia, in collaborazione con la Fondazione Fiera Milano, ha lavorato notte e giorno al progetto che, stando alle previsioni, è stato allestito e inaugurato in soli 7 giorni.
L’idea realizzata è stata quella di costruire dei blocchi prefabbricati da inserire dentro i padiglioni, da circa 10 letti ciascuno dove attaccare le macchine per la ventilazione meccanica. La Fiera è stata in grado di garantire in tempi record le strutture temporanee mobili, che saranno dotate di impianto di espulsione di aria filtrata, impianto gas medicinali, impianto elettrico dotato di continuità elettrica, pareti altamente isolate e certificate.
Ventilatori e medici qualificati
A lavori iniziati, restava da sciogliere il nodo più importante: il reperimento dei macchinari per la ventilazione polmonare assistita e del personale, medici e infermieri, qualificato.
Nel frattempo i ventilatori iniziano ad arrivare. Dei 260 ventilatori polmonari acquistati in Cina dall’imprenditore Luca Rovati, per conto del Corpo Italiano di Soccorso dell’Odine di Malta e grazie all’intervento di Guido Bertolaso, i primi 22 sono arrivati in Fiera. Nei prossimi giorni arriveranno gli altri in lotti da 100, anch’essi destinati all’Ospedale Fiera Milano e a supplire le carenze di altri ospedali. A questi se ne aggiungeranno sicuramente altri 7 provenienti dalla Croce Rossa di Milano, che li ha ricevuto in dono dalla Bank of China.
La polemica con la Protezione Civile
“Voglio e spero che si metta fine a ogni polemica- aveva dichiarato recentemente Fontana– Se abbiamo sbagliato noi, me ne scuso, ma ora si deve lottare tutti nella stessa direzione. Più energie ci sono, più capacità ci sono, più conoscenze si hanno, più rapporti internazionali si hanno e più abbiamo possibilità di recuperare questi macchinari.”
Questo ospedale potrebbe essere un polmone non soltanto per i lombardi ma anche per il resto del Paese, se se ne avrà bisogno nelle prossime settimane.
Al San Raffaele il campo sportivo diventa un reparto di terapia intensiva
Nessuna polemica, invece, per il nuovo reparto di terapia intensiva che sta prendendo piede in tempi record all’interno del campo sportivo dell’Università dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il merito va attribuito alla campagna di crowdfunding lanciata da Chiara Ferragni e Fedez.
In una settimana, hanno donato più di 195 mln di persone, per una cifra complessiva che ha superato i 4 mln di euro.
Lo spazio di terapia intensiva dell’Irccs di via Olgettina dovrebbe essere operativo in sole 2 settimane.
A Genova l’ipotesi di un traghetto trasformato in ospedale galleggiante
Non soltanto la Lombardia è impegnata nella ricerca estenuante di spazi alternativi per il ricovero dei pazienti colpiti da Coronavirus. A Genova, ad esempio, si sta vagliando l’ipotesi di trasformare una nave passeggeri in un ospedale in grado di accogliere fino a 1.000 pazienti.
Il battello resterà ancorato nel porto della Lanterna e offrirà diversi servizi e interventi necessari per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso. Saranno disponibili anche i reparti di terapia intensiva e la rianimazione.
Il progetto, nato ai vertici di Grandi Navi Veloci (Gnv), approvato dal proprietario di Msc Gianluigi Aponte, e dalle istituzioni locali, è entrato nella fase esecutiva.
10 giorni per l’allestimento
Le ipotesi per la riconversione sembrano essere tre. La prima è quella di destinare la nave a un luogo per isolare i pazienti infetti da Covid-19. La seconda è l’uso degli spazi per curare i casi gravi. Mentre la terza è di trasformare la nave in un ospedale destinato ai pazienti non colpiti dal visrus, al fine di liberare posti letto nelle strutture.
Per trasformare i Ferry Cruise in sarà ovviamente necessario attuare una serie di modifiche alle navi. Ma stando agli studi, i tempi di realizzazione potrebbero essere molto brevi, al massimo una decina di giorni.

