Ingegneria

Trasporto ferroviario, come e dove investire

Rinnovo della flotta per il trasporto ferroviario e potenziamento smart dei collegamenti sono solo alcuni temi del piano industriale di Ferrovie dello Stato
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Trasporto ferroviario, come e dove investire

Servono soluzioni a corto e medio raggio per il trasporto ferroviario italiano. E il gruppo The European House – Ambrosetti in collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane ha presentato  al forum di Cernobbio il rapporto ‘Investire nel trasporto ferroviario regionale’. Nel piano industriale FS i servizi per i pendolari sono classificati in cinque categorie, in base alle quali si auspica una suddivisione del materiale rotabile più idoneo. Ai servizi urbani (per i quali si prevede una frequenza di 8 minuti), suburbani, regionali, RegioExpress (che nelle ore di picco possono arrivare a frequenza di 30 minuti), si affiancano i servizi aeroportuali, la cui frequenza potrà raggiungere i 15 minuti.

Trasporto ferroviario e bisogni infrastrutturali

Il piano, fotografando lo stato attuale delle ferrovie in Italia, evidenzia come la società italiana operi in altri 5 Paesi e abbia progetti infrastrutturali di crescita nel mondo. In Italia si propone di puntare sul rinnovo della flotta e in particolare sul trasporto dei pendolari in ambito regionale e metropolitano, tanto che spicca l’ordine di 1.421 bus.

La parte conclusiva del rapporto pone l’attenzione sul tema dell’integrazione tariffaria della mobilità collettiva nelle aree urbane, che è uno dei nodi cruciali per la fruibilità dei mezzi da parte dell’utenza. In particolare nell’estate 2019 l’area milanese è stata protagonista di un significativo aggiornamento tariffario nel nuovo sistema tariffario integrato del bacino di mobilità che coinvolge anche la provincia di Monza e Brianza.

Sono menzionati diversi casi di reti “virtuose” dove la rete regionale penetra nel contesto metropolitano garantendo servizi diretti e capillari (piuttosto diffusi in Germania) come si torna a parlare, almeno nelle intenzioni, di stazioni viste come centri di servizi e riferimento della comunità locale (come esempio si cita Madrid Atocha).

I punti di connessione tra trasporto ferroviario e economia

In un Paese come l’Italia, affacciato sul mare con importanti porti crocieristici e votato al turismo, si presenta la necessità di migliorare i collegamenti ferroviari passeggeri, come già avviene per gli aeroporti. Il riferimento dello studio è ai soli passeggeri delle crociere. Senza considerare l’ulteriore significativo apporto offerto dalla movimentazione passeggeri dei traghetti. Si cita in particolare il caso dei porti del Mar Ligure:

  • Genova (1,35 milioni di passeggeri stimati nel 2019),
  • Savona (750mila passeggeri),
  • La Spezia (650mila passeggeri).

Sono poli strategici del turismo crocieristico e nella Top20 del Mediterraneo degli scali crocieristici, sarebbe importante potenziare i collegamenti con l’aeroporto di Genova su treno anziché via autobus.

In questo contesto, trattandosi di un rapporto finalizzato al trasporto regionale, non è menzionato un potenziamento dei collegamenti ferroviari di lunga percorrenza per queste località che, oltre alla realtà portuale, vantano bacini demografici importanti e che necessitano di migliori collegamenti con Milano, oltre al fatto che ad esempio Savona ha perduto il collegamento ad alta velocità che negli anni ’90 la collegava con Roma in meno di 5 ore, tempo di percorrenza non più garantito da vent’anni, oltre alla perdita dei collegamenti diretti con Firenze, Venezia e la Svizzera.

Le smart station e le risorse risicate

Questo impone la riflessione sull’importanza del continuo confronto del trasporto ferroviario nelle sue diverse categorie, e non solo rivolto verso le altre modalità di trasporto.
A livello di stazioni, in particolare quelle medio-grandi, per ogni regione viene data evidenza ai progetti “smart station” e “easy station”.

La parte economica trova un importante spazio di riflessione spiegando che il contributo delle Regioni ad integrazione di quanto garantito dallo Stato è limitato e non equamente distribuito tra territori. Solo poche Regioni sono riuscite a mantenere nel tempo una certa continuità negli stanziamenti per il rinnovo della flotta e il potenziamento del servizio, destinando risorse proprie per fronteggiare i tagli dei trasferimenti statali. In media, nel 2017, gli stanziamenti per il servizio ferroviario sono stati pari allo 0,45% del bilancio regionale. Nel 2017, solo 3 (Valle d’Aosta, Puglia e Lombardia) delle  21 Regioni e Province Autonome hanno stanziato più dell’1% del proprio bilancio per il trasporto ferroviario passeggeri per compensare i tagli dei finanziamenti dello Stato Centrale.

I prezzi più bassi d’Europa

Se si considera la sola componente legata alla tariffazione, i prezzi dei biglietti dei viaggi sui treni regionali in Italia – pur essendo aumentati in modo diverso tra i vari territori (nel 2018 l’incremento è stato di quasi la metà in Liguria, Campania e Piemonte rispetto al 2010, mentre è rimasto stabile in 5 regioni) – restano tra i più bassi in Europa.
slide trasporto ferroviario

Il trasporto ferroviario urbano e suburbano

Non solo le Regioni giocano un importante ruolo nel trasporto ferroviario, bensì anche gli stessi Comuni e le Città Metropolitane, soprattutto nel caso si tratti di realtà in cui il trasporto ferroviario abbia una rilevante importanza nel trasporto suburbano. In totale i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile adottati in Italia sono attualmente 33. Secondo il Rapporto, la Regione con il maggior numero di PUMS adottati è l’Emilia-Romagna (24% del totale nazionale), seguita da Puglia e Piemonte (entrambe con il 15%). Hanno già adottato il PUMS: Bari, Bologna (prima in Italia), Genova, Reggio Calabria, Torino e Palermo tra le città metropolitane, Alessandria, Arezzo, Bolzano, Cremona, Cuneo, Ferrara, Forlì, Modena, Perugia, Reggio Emilia e Rimini tra le città di medie dimensioni. Fonte: Osservatorio PUMS, luglio 2019.

Come in altri casi del settore ferroviario, vi è la speranza che anche l’Italia stia acquisendo la consapevolezza del valore delle proprie memorie storiche mobili e immobili, con la necessità di valorizzare i siti di archeologia industriale, ed è incoraggiante il successo raggiunto dal Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, che ha raggiunto 111mila visitatori nel 2017. Questo conferma il valore della ferrovia in quanto tale che rappresenta, oltre ad un elemento di collegamento, una risorsa che genera turismo e cultura.

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