Smart mobility, in Italia un mercato che vale 2,9 miliardi di euro
Auto connesse e smart mobility, in Italia il mercato gode di ottima salute. I dati contenuti nella ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, sono piuttosto eloquenti. Nel 2023 il mercato italiano ha raggiunto un valore di 2,9 miliardi di euro, +17% rispetto al 2022. Un risultato di tutto rispetto, se messo in relazione a quello dei principali Paesi occidentali, che presentano una crescita tra il +10% e il +20%.
Altro dato interessante: le soluzioni per l’auto connessa valgono 1,56 miliardi di euro, con una crescita dell’11% in un anno. Come spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Connected Car & Mobility: “Sempre più aziende sono in grado di raccogliere grandi quantità di dati da veicoli e infrastrutture connesse, utilizzabili per offrire nuovi servizi di valore. E i risultati si vedono: nel 2023 il fatturato della vendita di servizi è cresciuto del 29%, toccando i 620 milioni di euro“.
Smart mobility in Italia: i sistemi ADAS
I sistemi di Advanced Driver Assistance Systems (ADAS) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, raggiungono i 950 milioni di euro (+28%), le soluzioni Smart Mobility nelle città (gestione dei parcheggi e la sharing mobility), i 400 milioni di euro, +18%.
A fine 2023 nel nostro paese si contano 16,9 milioni di auto connesse, poco meno della metà del parco circolante (42%), 1 ogni 4 abitanti. In generale, gli utenti italiani sarebbero disposti a rinunciare all’auto per modalità di trasporto più sostenibili. A patto di avere mezzi pubblici più frequenti (45%), parcheggi gratuiti nei punti di snodo (30%) e mezzi pubblici e veicoli in sharing accessibili in modalità free (29%). In particolare, il 40% dei cittadini sta già oggi riducendo l’utilizzo dell’auto per soluzioni alternative come il car sharing o la micromobilità.
Il mercato delle auto connesse
Molto bene il mercato delle auto connesse. Nel 2023 le immatricolazioni hanno superato 1,5 milioni di unità, (+19% rispetto al 2022). Solo il 4,2% del totale sono elettriche, mentre le vetture ibride plug-in scendono al 4,4%. Guardando al parco circolante, i veicoli elettrici salgono a 220.000 unità e le ibride plug-in a 242.000, rappresentando complessivamente solo l’1,1% del totale. Sono invece 16,9 milioni le auto connesse nel nostro Paese.
Il tema Smart Mobility è considerato importante da più di 4 comuni italiani su 5 (83%) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Rispetto al 2022, aumentano le iniziative che sfruttano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società (25%, +9%). Ancora, però, con utilizzo prevalente di tipo informativo o diagnostico: nessun Comune utilizza i dati in modo adattivo, sfruttando algoritmi di Intelligenza Artificiale.
I progetti per le Smart Road
Altro capitolo, le Smart Road. Dei 258 progetti censiti a partire dal 2015 a livello globale, ben 141 sono stati lanciati nel biennio 2022-23. In Italia sono 19 le iniziative attivate negli ultimi tre anni. Cresce anche la percentuale di consumatori italiani che possiede un’auto con almeno una funzionalità smart (44% nel 2023). La propensione del consumatore a fruire di nuovi servizi di Smart Mobility è piuttosto elevata, con il 71% che si dichiara interessato a tali iniziative.
Le soluzioni più desiderate riguardano il trasporto pubblico locale (23%) e la gestione dei parcheggi (20%). Tuttavia, di fronte a tante innovazioni che di anno in anno trovano sempre più spazio nel mercato, secondo un’indagine realizzata in collaborazione con BVA Doxa, il 75% degli Italiani non è soddisfatto di come il proprio Comune affronta i problemi legati alla mobilità urbana (ad esempio traffico, carenza di parcheggi e piste ciclabili). Tra gli aspetti più critici l’affidabilità dei tempi di arrivo previsti dei mezzi di trasposto pubblico (27%).
Smart mobility in Italia: automotive e nuove forme di business
La ricerca dell’Osservatorio affronta anche l’evoluzione del settore Automotive in relazione al business dei concessionari/dealer e quello degli autoriparatori. Cresce la percentuale di utenti che si ritiene soddisfatto dell’esperienza di acquisto in concessionaria (89%, +11% rispetto al ‘22). Il 40% mostra un’elevata fiducia nei confronti dei rivenditori auto, preferendo l’acquisto in loco rispetto a quello online. Lato dealer, il 70% (+16%) considera il noleggio tra le tendenze più rilevanti nel settore, il 37% punta su ADAS & guida autonoma e il 30% su servizi di ricarica per veicoli elettrici o ibridi.
Tra coloro che sono già informati sul tema della connettività, solo il 29% ha avuto modo di lavorarci e 2 autoriparatori su 3 (65%) hanno iniziato a sfruttare i dati raccolti all’interno dell’officina. Guardando al futuro, poco più di 1 su 3 (36%) vede la manutenzione predittiva come un’opportunità di business su cui investire.