Sicurezza sul lavoro                
            
            Gli infortuni e le malattie professionali nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025
                
                    Un'analisi attenta delle criticità del PNP 2020-2025 e le differenze con il Quadro Strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 - Sicurezza e salute sul lavoro in un mondo del lavoro in evoluzione                
                
                    
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                Un Piano nazionale e 21 piani territoriali
Il documento, quindi, non è immediatamente operativo, ma rimanda necessariamente alla produzione di ventuno piani territoriali – da diciannove regioni e due province autonome – in cui dovrebbero essere articolate le azioni specifiche. Questa condizione continua ad essere la causa di disparità tra i servizi di cui i cittadini possono godere a seconda del loro luogo di residenza. Per questo motivo, questo PNP afferma di avere definito, tra l’altro, criteri più rigidi che in passato, per l’individuazione e la rendicontazione degli indicatori.Obiettivi del PNP riguardo a incidenti e malattie professionali
Quali sono gli obiettivi espressi nel capitolo del piano che viene dedicato agli incidenti e agli infortuni sul lavoro? L’analisi documenta la tendenza alla crescita degli infortuni (+6% quelli mortali), una condizione del mondo del lavoro in perenne cambiamento, caratterizzata dalla marcata terziarizzazione e instabilità del mondo del lavoro, con un aumento del fenomeno del lavoro parasubordinato. Si assiste ad un aumento dei rischi trasversali sul lavoro, quali aggressioni e violenze, e delle malattie professionali. Tutto questo è riportato in forma descrittiva, ricorrendo raramente a dati concreti, i soli che possano dare conto di un fenomeno di grande rilevanza. Questa condizione, si continua, può essere efficacemente affrontata solo riferendosi alle buone prassi internazionali, come il Global Plan of Action promosso dalla World Health Organization, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità o il programma Total Worker Health (TWH) sviluppato da NIOSH, il National Institute for Occupational Safety and Health, l’agenzia federale del governo degli Stati Uniti per la ricerca sulla salute e la sicurezza sul lavoro. Il TWH è un programma volontario, articolato come si usa fare in questi casi, ovvero con un set di istruzioni definite, un programma di affiliazione che fornisce supporto tecnico e legato alla comunicazione degli eventi e dei risultati. Viene richiamata anche la Strategia europea 2014 -2020, con i suoi sette obiettivi strategici, tra cui questi, molto rilevanti per il caso italiano:- agevolazione dell’adempimento degli obblighi di legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL), in particolare da parte delle micro e delle piccole imprese;
 - semplificazione della legislazione esistente;
 - iniziative per affrontare l’invecchiamento della forza lavoro e i nuovi rischi emergenti, prevenzione delle malattie professionali e legate al lavoro;
 - miglioramento della raccolta dei dati statistici e sviluppo della base di informazioni.
 
Su cosa si basa la proposta finale del PNP 2020-2025?
La proposta finale, però, verte fondamentalmente sulla riproposizione dei Piani mirati di prevenzione, composti dalle tre azioni di:- assistenza;
 - vigilanza;
 - valutazione dei risultati.
 
La attività di prevenzione applicate in passato hanno avuto successo?
Non è dato avere un quadro del successo che questo tipo di interventi ha avuto nel passato, non tutte le ASL rendicontano queste attività, spesso il materiale disponibile non è aggiornato e gli indicatori utilizzati non sono sempre molto significativi. Molte volte, infatti, testimoniano dello sforzo che è stato dispiegato, ma non dicono nulla sui risultati. Anche questa difficoltà di ottenere informazioni è dovuta agli inesplicabili ritardi nell’attivazione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione (SINP), quell’organizzazione descritta all’articolo 8 del Decreto Legislativo 81 del 2008, che avrebbe come obiettivo “fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali”. A ormai 13 anni dall’approvazione del Testo Unico, del SINP ancora nessuna traccia. Insomma, chi si avventurasse nella consultazione di questo documento, aspettandosi di trovarci un piano, come siamo abituati a redigere per le nostre attività, resterebbe deluso. Nel mondo industriale, un documento del genere consiste nella definizione di un obiettivo da raggiungere in un determinato periodo, l’individuazione delle risorse necessarie per il suo raggiungimento e l’assegnazione delle responsabilità per il loro utilizzo. Deming ci ha insegnato che, per conseguire l’obiettivo con la massima efficacia è opportuno affiancare alle attività operative un sistema di misurazione e monitoraggio, per valutare come arriviamo sull’obiettivo, e momenti di analisi, per potere eventualmente aggiustare la mira. In questo documento, più che obiettivi sono illustrate aspirazioni. La sensazione, poi, è che non si riesca a fare uno sforzo per andare al di là dei percorsi noti, che finiscono inevitabilmente sempre e solo al sistema di regole.Le forti differenze con il Quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 – Sicurezza e salute sul lavoro in un mondo del lavoro in evoluzione
Tutt’altro modo di fare si può leggere nell’analogo documento preparato dall’Unione Europea: il “Quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 – Sicurezza e salute sul lavoro in un mondo del lavoro in evoluzione”. Intanto già il titolo è significativo: un piano non è tale se non ne ha i requisiti: “quadro strategico” calzerebbe meglio anche al documento italiano. Si tratta, infatti, per entrambi di documenti che forniscono i principi guida per le azioni operative che dovranno – loro sì – essere pianificate di conseguenza. Il documento UE apre con una dichiarazione in controtendenza con la condizione italiana, tra il 1994 e il 2018 gli infortuni mortali sul lavoro nel territorio dell’unione sono diminuiti di circa il 70%, fornendo inoltre dati tangibili sul costo sociale degli infortuni e delle malattie sul lavoro (in Italia pari a oltre il 6% del PIL!).La strategia del documento europeo
La strategia delineata è semplice e di effetto:- anticipare e gestire il cambiamento;
 - migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
 - migliorare la preparazione in caso di potenziali crisi sanitarie future.
 
Livello di operatività del documento europeo
Anche se si tratta semplicemente di un quadro strategico, la Commissione, che è l’organismo che ha preparato questo documento, delinea con chiarezza quello che vuole fare, articolando i contenuti delle dichiarazioni fino ad un discreto livello di operatività:- aggiornare il quadro legislativo in materia di SSL relativo alla digitalizzazione, rivedendo entro il 2023 la direttiva sui luoghi di lavoro e la direttiva sulle attrezzature munite di videoterminali, pubblicata originariamente nel 1990;
 - proporre valori limite di protezione per:
- l’amianto nella direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro nel 2022;
 - il piombo e i diisocianati nella direttiva sugli agenti chimici nel 2022;
 - il cobalto nella direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni nel primo trimestre del 2024;
 
 - avviare una campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OHSA) nel periodo 2023-2025 che verta sulla creazione di un futuro digitale sicuro e sano, affrontando in particolare i rischi psicosociali ed ergonomici;
 - in cooperazione con gli Stati membri e le parti sociali, preparare un’iniziativa non legislativa a livello dell’UE in materia di salute mentale sul luogo di lavoro che valuti le questioni emergenti relative alla salute mentale dei lavoratori e presenti orientamenti per l’azione entro la fine del 2022;
 - sviluppare la base analitica, gli strumenti elettronici e gli orientamenti per la valutazione dei rischi connessi ai lavori e ai processi verdi e digitali, compresi in particolare i rischi psicosociali ed ergonomici;
 - chiedere al gruppo di esperti su forme efficaci di investimento nella salute di formulare un parere sul sostegno alla salute mentale degli operatori sanitari e di altri lavoratori essenziali entro la fine del 2021;
 - garantire un seguito adeguato alla risoluzione del Parlamento europeo sul diritto alla disconnessione.
 
                                    

