INAIL: dimezzati i contagi sul lavoro da COVID-19 rispetto al 2020
Dal rapporto nazionale elaborato dal Servizio di Consulenza statistico-attuariale dell’Istituto risulta che mentre nel 2020 l’incidenza media delle denunce da COVID-19 sul totale di tutti gli infortuni denunciati è stata di una denuncia ogni quattro, nei primi dieci mesi del 2021 si è scesi a una su 13. Il monitoraggio al 31 ottobre 2021 rileva 183.147 denunce di infortunio sul lavoro da COVID-19 segnalate all’INAIL dall’inizio dell’epidemia, oltre un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e un’incidenza del 3,8% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’ISS alla stessa data. Rispetto al monitoraggio del 30 settembre 2021 (181.636 denunce) i casi in più sono 1.511.
Contagi sul lavoro, il quadro generale
Il 2021, con 34.931 contagi denunciati in dieci mesi, pesa al momento il 19,1% sul totale degli infortuni da COVID-19 pervenuti da inizio pandemia. Da febbraio di quest’anno il fenomeno è in significativa discesa e i 237 casi di giugno, ancorché provvisori, rappresentano il minor numero di contagi mensili registrati dall’anno scorso, sensibilmente inferiore anche al precedente minimo osservato a luglio del 2020 (con poco più di 500 casi), a parte i 22 casi di gennaio 2020. Il consolidamento dei dati permette di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.
Le morti sul lavoro da COVID-19 denunciate all’INAIL dall’inizio della pandemia sono 782, oltre un quarto del totale dei decessi denunciati all’INAIL da gennaio 2020, con un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali comunicati dall’ISS alla stessa data. Rispetto ai 762 casi rilevati dal monitoraggio dello scorso 30 settembre, i decessi sono 20 in più, di cui uno avvenuto a ottobre e i restanti 19 riconducibili ai mesi precedenti (13 avvenuti nel 2021 e 6 nel 2020). Il 2020 con 559 decessi da COVID-19 raccoglie il 71,5% di tutti i casi mortali da contagio sul lavoro pervenuti fino al 31 ottobre di quest’anno, con il mese di aprile al primo posto per numero di deceduti (195), seguito da marzo (140). Il 2021, con 223 decessi nei primi 10 mesi, al momento pesa invece per il 28,5% sul totale delle infezioni di origine professionale con esito mortale.
Identikit dei deceduti
La maggioranza dei casi mortali riguarda gli uomini (83,2%) e i lavoratori nelle fasce di età 50-64 anni (71,8%), over 64 anni (18,5%) e 35-49 anni (9,1%), mentre tra gli under 35 si registra solo lo 0,6% dei morti e nessuna lavoratrice. L’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come un quarto dei decessi (25,7%) riguardi il personale sanitario e socio-assistenziale. La categoria dei tecnici della salute, in particolare, è quella più coinvolta dai contagi, con il 37,4% delle denunce complessive, l’82,6% delle quali relative a infermieri, e il 9,6% dei casi mortali codificati (il 66,7% infermieri). Seguono gli operatori socio-sanitari con il 18,1% delle denunce (e il 3,7% dei decessi), i medici con l’8,5% (e il 5,0% dei decessi), gli operatori socio-assistenziali con il 6,9% (e il 2,6% dei decessi) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,7% (e il 3,3% dei decessi). Allargando l’analisi a tutti i contagi sul lavoro da COVID-19, il rapporto tra i generi si inverte. La quota femminile sul totale delle denunce, infatti, è pari al 68,3%. Il numero delle lavoratrici contagiate supera quello dei lavoratori in tutte le regioni, a eccezione della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul complesso delle infezioni di origine professionale è, rispettivamente, del 48,8%, del 45,8% e del 44,2%.
Più di 9 morti su 10 sono italiani (90,7%), mentre la comunità straniera con più decessi denunciati è quella peruviana (con il 16,4% dei casi mortali dei lavoratori stranieri), seguita da quelle albanese (12,3%) e rumena (8,2%).
Contagi sul lavoro, i settori
Rispetto al 2020, nei primi 10 mesi del 2021 si riscontrano alcune differenze nell’evoluzione dei contagi in vari settori produttivi. La sanità e assistenza sociale ha mostrato, in termini assoluti, un numero di infezioni da COVID-19 di origine professionale in costante discesa, registrando nel mese di giugno il suo livello più basso, con una sessantina di casi (erano 400 a giugno 2020), per poi risalire lievemente nei due mesi successivi e rallentare di nuovo a settembre e ottobre. A partire dal febbraio 2021 il settore ha avuto riduzioni in termini di incidenza, che però nell’ultimo quadrimestre mostrano segnali di ripresa, in particolare nel mese di ottobre. Altri comparti produttivi, come il trasporto e magazzinaggio e il commercio, nello stesso periodo hanno invece registrato incidenze di contagi professionali in crescita rispetto allo scorso anno.
Anche rispetto alla professione dell’infortunato si osserva in generale un calo significativo delle denunce a partire dal febbraio 2021, con incidenze in riduzione per alcune categorie, tra le quali le professioni sanitarie, che però nell’ultimo quadrimestre mostrano segnali di ripresa. Altre professioni, come per esempio gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, gli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta, gli insegnanti di scuola primaria o gli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro, con il ritorno alle attività hanno visto invece aumentare l’incidenza dei casi di contagio rispetto allo scorso anno, con l’esclusione del mese di ottobre in cui si registra un calo.
Analisi territoriale
L’analisi territoriale, che è possibile approfondire anche attraverso le schede regionali aggiornate allegate al rapporto, evidenzia una distribuzione delle denunce del 42,3% nel nord-ovest (prima la Lombardia con il 25,1%); del 24,6% nel nord-est (Veneto 10,5%); del 15,3% al centro (Lazio 6,7%); del 12,9% al sud (Campania 5,9%) e del 4,9% nelle isole (Sicilia 3,3%). Le Province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,6%), Torino (6,9%), Roma (5,3%), Napoli (4,0%), Brescia e Varese (2,5% ciascuna), Verona e Genova (2,4% ciascuna), e Bologna (2,3%).
Le Province con più decessi da inizio della pandemia sono Napoli (con l’8,1%), Roma (7,7%), Milano (6,6%), Bergamo (6,4%), Brescia e Torino (4,0% ciascuna), Cremona (2,4%), Genova (2,3%), Bari, Caserta e Palermo (2,2% ciascuna), e Parma (2,0%).
XXI Rapporto Inail sui contagi sul lavoro da covid-19