Edilizia

Abusi edilizi e aerofotogrammetrie: il dolo prevale sulla diversità volumetrica

Corte di Cassazione: la diversità volumetrica addottata a fondamento della domanda di sanatoria edilizia non è un dato in sé pertinente rispetto alla questione centrale dell'accertamento del dolo
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Abusi edilizi e aerofotogrammetrie: il dolo prevale sulla diversità volumetrica
La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 10792 del 19 marzo 2021, tratta la questione della prova temporale della realizzazione di un abuso edilizio tramite l’utilizzo delle aerofotogrammetrie. Il caso riguarda una condanna per invasione di terreni (art. 633 cod. pen.), comminata sulla base di aerofotogrammetrie del 2007 e del 2008, che mostrerebbero non solo l’aumento dei volumi del fabbricato, ma anche l’invasione di spazi di proprietà del vicino. Il 2007 era l’anno in cui è stato acquistato il terreno, ma una foto aerea del 1955 ha dimostrato che “l’invasione” del terreno attiguo risalirebbe a quell’anno. Per questo, si legge nella sentenza, è ragionevole pensare “che la ristrutturazione edilizia fatta su un manufatto che era già presente sul terreno altrui fornisce ragionevole giustificazione dell’affidamento riposto dall’acquirente sull’intervenuta usucapione per possesso ultraventennale del fondo altrui occupato”.

La questione principale resta il dolo

È quindi irrilevante per i giudici la circostanza addotta nei motivi di ricorso dell’aumento di volumetria che emergerebbe dal raffronto delle aerofotogrammetrie del 2003, del 2008 e del 1955 e dalla stessa domanda di sanatoria edilizia.  La diversità volumetrica addotta a fondamento della domanda di sanatoria edilizia non è un dato in sé pertinente rispetto alla questione centrale dell’accertamento del dolo. L’aumento di volumetria può, infatti, dipendere anche da una altezza maggiore del nuovo manufatto e non dalla maggiore superficie occupata, pacificamente riscontrabile in sede di condono. Testo della sentenza.
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