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Villa Carlotta: design minimale e comfort in un’antica “massaria”

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Villa Carlotta: design minimale e comfort in un’antica “massaria”

Un’antica fattoria del 1800, ex feudo della marchesa Carlotta Schininà, trasformata in una struttura di ospitalità dal design minimale e dal comfort elevatissimo: è l’Hotel Villa Carlotta, isola del benessere nei pressi di Ragusa. Un lavoro di ristrutturazione nel rispetto dei canoni dell’architettura rurale tradizionale, costruito attorno alle tracce della “massaria” ragusana, luogo simbolo della vita sociale ed economica della comunità, dove convergeva la saggezza di un popolo di agricoltori–allevatori artefici dello sviluppo economico e sociale, espresso nei sontuosi palazzi nobiliari del centro cittadini, di aspetto tardo barocco.

Un esempio di restauro ragionato: il design minimale si sposa perfettamente con gli ambienti mediterranei, e un uso razionale dell’energia di fonti rinnovabili garantiscono un servizio rispettoso della natura nel massimo del comfort.

L’equilibrio tra gli ambienti originali e gli interventi per la modernizzazione trova la sua massima espressione in un dialogo armonico tra i materiali nuovi introdotti e quelli tradizionali presenti nell’edificio rurale, in modo da rendere esplicito l’intervento architettonico.

Il ristorante – che nel menu annovera le produzioni locali agroalimentari e vitivinicole – è un perfetto esempio di tale integrazione: contenuto all’interno di una struttura di vetro e acciaio, si riversa naturalmente “verso il territorio” affacciandosi interamente sul parco-giardino, uno spazio ampio 11 mila metri quadrati, che si affaccia sui monti e include una piscina.

A realizzare il progetto lo studio Architrend degli architetti ragusani Gaetano Manganello e Carmelo Tumino, che da più di vent’anni lavorano sul territorio locale seguendo una coerente filosofia: “Rispettare la nostra tradizione costruttiva si traduce nel recupero e valorizzazione dei nostri monumenti e contesti paesaggistici costruiti e naturali; rispettare, quindi, l’autenticità del nostro patrimonio storico, e attuarne la sua valorizzazione attraverso il progetto di architettura legato a doppio filo con le tematiche del proprio tempo, e quindi al suo essere contemporaneo”.

 

V.R.

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