Rischio idrogeologico

Rischio idrogeologico: il progetto per difendere piazza San Marco a Venezia dalle maree

Il primo tassello di un maxi-progetto di mitigazione del rischio idrogeologico, che permetterà di isolare tutta l'area marciana dall'alta marea fino a 110 centimetri
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Rischio idrogeologico: il progetto per difendere piazza San Marco a Venezia dalle maree

Il porticato, o nartece, della Basilica di San Marco a Venezia non sarà più invaso dall’acqua alta. E’ stato infatti testato il sistema che impedisce all’acqua della laguna di filtrare e danneggiare gravemente lo storico spazio d’ingresso alla chiesa, come è avvenuto lo scorso ottobre 2018.

Il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico, realizzato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto grazie ai fondi per la Salvaguardia di Venezia, ha previsto il restauro degli antichi condotti. L’obiettivo è quello  di evitare dispersioni indesiderate e la possibilità di interruzione della connessione idraulica con il Bacino per mezzo di alcune valvole e pompe.

“Con questo sistema si risparmia a quest’area 900 ore all’anno di acqua salmastra ha spiegato l’architetto Mario Piana, Proto della Basilica di San Marco ai margini dell’evento ‘San Marco La Basilica nel terzo millennio’ svoltosi lo scorso 13 aprile a Palazzo Ducale – Sotto alla piazza ci sono dei condotti in laterizio settecenteschi che erano danneggiati. Li abbiamo restaurati, impermeabilizzati così che non perdano acqua. Essi sono collegati con bocchette che vengono chiuse in caso di acqua alta. Delle pompe, poi, espellono l’acqua che si accumula. Qui davanti non ci saranno più pozzanghere”.

Fragilità dell’area intorno alla Basilica di San Marco

La Basilica di San Marco si trova nella zona altimetricamente più bassa della città di Venezia che, negli ultimi decenni, è stata oggetto di aggressioni sempre maggiori da parte della marea, in particolare con l’invasione del pavimento dell’atrio (nartece) e della parte immediatamente prospiciente la Piazza, che avviene oltre 200 volte all’anno. Ciò significa che le murature perimetrali lato Piazza S. Marco, in questi ultimi 50 anni, sono praticamente sempre state con le basi a contatto dell’acqua salata e la salsedine è risalita per osmosi nei mattoni.

L’acqua salata entrava anche nel nartece della Basilica, bagnandone il pavimento in marmo mosaicato del XII secolo e intaccando colonne e marmi. Ciò era dovuto all’esistenza di un sistema di tubazioni collegate ai condotti esterni per lo scolo dell’acqua piovana, che a loro volta sfociano in bacino. A motivo della bassa quota altimetrica della pavimentazione, l’acqua era libera di risalire lungo i condotti di scarico, allagando il nartece e l’area circostante la Basilica.

Il primo tassello di un maxi-progetto di impermeabilizzazione dell’intera area di San Marco

Il sistema che riduce drasticamente le invasioni mareali nell’atrio della Basilica di San Marco, progettato da Diego Semenzato e Daniele Rinaldo, è costato due milioni di euro. E si tratta soltanto del primo tassello di un progetto molto più ampio che prevede l’impermeabilizzazione dell’intera area. E un costo complessivo che dovrebbe superare i 20 milioni di euro. Un progetto di cui si discute, senza esito finora, dal lontano 1998.

Lo scorso anno il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha deciso di passare dalle parole ai fatti, con l’approvazione di un maxi-intervento che, una volta ultimato, permetterà di isolare tutta l’area marciana dall’alta marea fino a 110 centimetri. Oltre, ci penserà il Mose, i cui lavori, dopo anni di polemiche, scandali e passaggi giudiziari, sembrano aver avuto un’accelerata con le prove di innalzamento delle paratoie dello scorso 18 aprile.

Tutti gli interventi previsti dal progetto di mitigazione del rischio idrogeologico

Il progetto prevede il rialzo di alcune rive e la ripulitura degli antichi gatoli, che in alcuni casi saranno spalleggiati dall’inserimento di nuove condotte per dividere gli scarichi delle acque bianche da quelle nere.

Si cercherà poi di recuperare tutta l’antica rete idraulica, introducendo valvole elettromeccaniche e sfruttando la vasca di riempimento che già si trova sotto il molo della piazzetta. Solo in extremis si potrebbe valutare l’inserimento di guaine impermeabili, verticali, nel sottosuolo.

Il cantiere, aperto in primavera, sarà compatibile con le esigenze turistiche e funzionali della piazza.

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