Rischio idrogeologico

Frane e inondazioni, il rischio idrogeologico costante italiana

Pubblicato il Rapporto 2018 del Cnr-Irpi sul rischio frane e inondazioni. Bilancio drammatico e superiore alla media: 38 morti e oltre 4500 sfollati. Guzzetti: "Le persone perdono la vita in circostanze evitabili. Serve maggiore prevenzione."
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Frane e inondazioni, il rischio idrogeologico costante italiana

Le immagini che hanno drammaticamente chiuso il 2018 e che probabilmente rimarranno impresse nella nostra memoria sono quelle della tragedia di Casteldaccia, nel palermitano. E le nove persone, fra cui due bambini, che hanno perso la vita dopo essere rimaste intrappolate nella villetta sommersa dalla furia dell’acqua e del fango del fiume Milicia, sono state soltanto il drammatico epilogo di una serie di devastazioni provocate dall’ondata di maltempo che negli ultimi mesi dello scorso anno ha messo in ginocchio interi territori, da Nord a Sud.

I dati del Rapporto annuale sulle frane e inondazioni del Cnr-Irpi

A confermare che il 2018 è stato un annus horribilis sul fronte delle calamità naturali è l’ultima edizione del ‘Rapporto periodico sul rischio posto da frane e inondazioni alla popolazione italiana’ redatto, ogni anno (qui l’edizione 2017) da oltre vent’anni, dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpi) di Perugia e pubblicato sul sito Polaris.

Il Rapporto 2018 contiene elenchi, statistiche, analisi e descrizioni degli eventi geo-idrologici che hanno causato danni diretti alla popolazione nello scorso anno, comprensivi di mappe e statistiche relative agli eventi fatali avvenuti nei cinque e nei cinquanta anni precedenti.

Un bilancio gravissimo (e inaccettabile) per il 2018

Il bilancio del 2018, in termini di vittime, è uno dei più gravi registrati negli ultimi cinque anni e molto al di sopra della media. Frane e inondazioni hanno infatti causato in Italia 38 morti, 2 dispersi, 38 feriti e oltre 4.500 tra sfollati e senzatetto in 134 comuni, distribuiti in 19 regioni.

Le regioni maggiormente colpite sono quelle del Sud, con Sicilia e Calabria tristemente in testa per il più alto numero di vittime registrate.

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“Un bilancio pesante- ha commentato il direttore del Cnr-Irpi, Fausto Guzzetti specialmente perché le persone spesso perdono la vita in circostanze evitabili. Servirebbe maggiore prevenzione, rendendo i cittadini consapevoli dei rischi a cui sono soggetti, ponendo più attenzione alle criticità del territorio, e osservando rigorosamente norme e vincoli di edificabilità”.

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Gli eventi più gravi

Fra gli eventi più devastanti avvenuti nel corso del 2018, e in particolar modo nella seconda metà dell’anno, ci sono la piena che nel mese di agosto ha stravolto le gole del Raganello in Calabria, provocando 10 vittime e 11 feriti e il violento nubifragio, avvenuto nei primi giorni di ottobre sempre in Calabria, nel quale hanno perso la vita una giovane mamma e i suoi due bimbi.

Poi, c’è la Sicilia che, tra il 1 e il 5 novembre dello scorso anno è stata interessata da gravi fenomeni alluvionali.

“Il 3 novembre- ricorda Paola Salvati, ricercatrice del Cnr-Irpisi sono registrati gli effetti peggiori: tutti i bacini dell’agrigentino e del palermitano centro-occidentale sono andati in piena. A Casteldaccia, dove due famiglie, in totale nove persone tra adulti e bambini, sono rimaste bloccate al piano terra di una villetta costruita nei pressi del fiume, e sono annegate a causa dello straripamento del fiume Milicia”.

Rapporto quinquennale per comprendere l’evoluzione degli eventi calamitosi

A distanza di qualche giorno dalla pubblicazione dell’edizione annuale del Rapporto 2018, è stato presentato anche un numero speciale del Rapporto sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni: il Rapporto Quinquennale per il periodo 1 gennaio 2014 – 31 dicembre 2018.

Il nuovo Rapporto, oltre alla lista dettagliata, alla mappa e ad alcune statistiche e descrizioni relative agli eventi geo-idrologici che hanno causato danni diretti alle persone negli ultimi cinque anni, contiene alcune analisi inedite a scala nazionale e regionale.

Analizzando i dati raccolti si osserva che nel quinquennio in oggetto frane e inondazioni hanno prodotto 115 tra morti e dispersi e 145 feriti, mentre le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni sono oltre 32.400.

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Più nel dettaglio le persone che hanno perso la vita a causa delle frane sono 43, i feriti 111 e gli sfollati e/o senzatetto almeno 7874. Le inondazioni hanno invece provocato 72 morti e dispersi, 34 feriti e almeno 21.554 sfollati e/o senzatetto.

Sicilia sempre in testa per il numero di vittime

Nei cinque anni, gli eventi geo-idrologici nel loro complesso hanno interessato tutte e 20 le Regioni, 91 Province, 545 Comuni e 715 località, e dalle statistiche a scala regionale si rileva che è la Sicilia a detenere il triste primato del maggior numero di vittime (22 in totale, 5 per frana e 17 per inondazione), seguita dalla Toscana e dalla Calabria (14 ciascuna, 4 per frana e 10 per inondazione la Toscana e tutti per inondazione la Calabria).

Negli ultimi 18 anni hanno perso la vita 438 persone, 23 all’anno

Per facilitare l’analisi comparativa, il Rapporto Quinquennale contiene dati e statistiche sugli eventi accaduti tra il 2000 e il 2018. In questi anni a causa delle frane e delle inondazioni sono decedute o risultate disperse 438 persone, che corrispondono a una media 23 persone ogni anno.

Osservando le medie annuali per i 19 anni presi in esame, si evince che fino al 2008, ad eccezione dell’anno 2000, le vittime si sono mantenute costantemente sotto tale media, e che dal 2009 ad oggi si è registrata una inversione di tendenza, con sei anni su dieci sopra la media.

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