L'Italia primo paese in Europa per il rischio idrogeologico
Il rischio idrogeologico è per l’Italia per un problema di notevole rilevanza, visti gli ingenti danni arrecati ai beni e, soprattutto, la perdita di moltissime vite umane. Nel nostro Paese è diffuso in modo capillare e si presenta in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio: frane, esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio, trasporto di massa lungo le conoidi nelle zone montane e collinari, esondazioni e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura.
Ma non solo: secondo quanto è emerso al convegno internazionale sui rischi idrogeologici della montagna dal titolo “Mountain risks: bringing science to society”, in corso all’Istituto degli Innocenti di Firenze, l’Italia è il Paese a più alto rischio in Europa. Lo sostiene Nicola Casagli, professore di geologia applicata dell’Università di Firenze,che sottolinea come in Italia ci siano oltre 20 mila aree alluvionabili, 2 milioni di zone franose. Per rischi geologici, quindi frane, alluvioni, terremoti e fenomeni vulcanici il nostro Paese, per lo scienziato, ha il triste primato europeo.
“Possiamo anche dire – ha aggiunto Casagli – che tra i Paesi tecnologicamente avanzati l’Italia è il secondo Paese al mondo dopo il Giappone: ci sarebbe anche la Cina che però non è confrontabile con il nostro Paese per dimensione e popolazione. In Italia il rischio geologico è quindi un problema sociale. Noi siamo bravi ad intervenire a posteriori, meno bravi a fare prevenzione”.
Per il professore “uno dei problemi maggiori è quello legato ai permessi di edificazione dati in aree a rischio. “In Italia – ha continuato Casagli – probabilmente la regione che registra il rischio maggiore è la Campania. La Toscana, sulla fascia montuosa e collinare, è una regione molto interessata da rischi idrogeologici”.
di G.G.


