Il Governo vara il Decreto Ischia, in attesa del Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico
Nell’attesa che il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico venga adeguato e aggiornato, il Consiglio dei Ministri è intervenuto, una seconda volta, approvando un nuovo decreto, il Decreto Ischia, che stanzia altri 10 milioni per gli interventi dopo la frana che ha travolto Casamicciola il 26 novembre 2022.
La situazione attuale
All’indomani del nuovo provvedimento preso dal Consiglio dei Ministri, incombe una nuova emergenza meteo diramata dalla Protezione Civile della Regione Campania. L’allerta meteo di colore Giallo valida su Ischia e sulle zone 1 e 3 che comprendono Napoli, Isole, Area Vesuviana, Piana Campana, Costiera Sorrentino-Amalfitana, Monti di Sarno e Monti Piacentini, si avviano le procedure per evacuare 1100 le persone dalla zona rossa di Casamicciola.
Ad oggi sull’isola si contano oltre un migliaio di edifici interessati dalle frane, con una cinquantina di stabili inagibili e altrettanti a rischio. Una situazione al limite che richiederà diversi interventi per mettere in sicurezza tutto il territorio interessato dall’evento e vedrà l’intervento in prima persona di due Dicasteri capitanati dai Ministri Nello Musumeci e Gilberto Pichetto.
Cosa contiene il Decreto Ischia
Il testo prevede le prime misure in favore della popolazione dei Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, tra le quali:
- la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e versamenti tributari, contributivi o di pagamento delle cartelle di pagamento per i residenti delle zone colpite fino al 30 giugno 2023;
- la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dei termini processuali e dei giudizi civili e penali presso il Tribunale di Ischia o di altri Tribunali nel caso in cui la parte o il difensore siano residenti nella zona colpita dall’evento alluvionale;
- la medesima sospensione, fino al 31 dicembre 2022, per i giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari;
- la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per la cessazione della Sezione distaccata insulare di Ischia, attualmente fissata al 31 dicembre 2022.
Legge finanziaria e PNRR poco generosi per la tutela del territorio
I numeri non mentono, perché la legge di Bilancio per il 2023, in fase di approvazione, purtroppo non contiene nuovi stanziamenti per combattere il dissesto idrogeologico, salvo intravedere un ulteriore contributo finanziario destinato agli enti locali per progetti definitivi ed esecutivi volti non solo alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio, scuole, edifici pubblici e del patrimonio culturale. Le nuove risorse, messe a disposizione per tali progetti sono pari a 250 milioni distribuiti tra il 2023 (50 milioni) e il 2025.
La Manovra 2023 prevede un Fondo per il contrasto al consumo del suolo, con una dotazione di 160 milioni di euro. “Ai 105 milioni previsti dalla Finanziaria del 2019 per la bonifica dei siti orfani è stato aggiunto – ha precisato Pichetto – l’investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza per un ammontare di 500 milioni, destinati agli interventi da intraprendere per la riqualificazione di almeno il 70% della superficie del suolo dei siti orfani, con lo scopo di ridurre l’occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano, obiettivo da raggiungere entro il primo trimestre del 2026”.
Anche il sacro Pnrr sul dissesto idrogeologico, fa un buco nell’acqua. Va ricordato che non è stato generoso: stanziati soli 2,49 miliardi.
Casamicciola: perché da 12 anni si attendono gli interventi?
Sembra un paradosso, ma stando a quanto dichiarato il Ministro Gilberto Pichetto, in occasione del question time alla Camera dei Deputati tenutosi il 30 novembre “per la messa in sicurezza della zona costiera e la riduzione dell’erosione e la stabilizzazione dei versanti del Comune di Casamicciola sono stati stanziati dodici anni fa dal ministero dell’Ambiente complessivamente 3 milioni e 100 mila euro, ma gli interventi risultano ancora in fase di progettazione”.
Durante l’intervento il Ministro ha avuto modo anche di riepilogare la situazione in cui verte il territorio ischitano:
- il 49% del territorio è classificato a pericolosità elevata e molto elevata;
- sono oltre 13.000 gli abitanti residenti in aree a maggiore pericolosità per frane.
Inevitabile anche il riferimento alla situazione pregressa. Il Ministro, infatti, precisa che “il governo Renzi nel 2014 lanciò il progetto “Italia Sicura”, che prevedeva un Piano nazionale 2015-2020 contro il dissesto idrogeologico da 7 miliardi di euro per oltre 3500 interventi in tutto il Paese, cui si aggiungevano ulteriori 2,7 miliardi per cantieri già previsti ma trovati bloccati. La struttura poi fu smantellata dal governo Conte, trasferendo le competenze al ministero dell’Ambiente. Nel 2019, Conte rilancia il progetto, cambiando nome: “Proteggi Italia”, destinando per la sicurezza del territorio 10,853 miliardi di euro spalmati su tre anni (2019-21).
Il problema è capire dove e come sono stati utilizzati tutti questi finanziamenti. Secondo uno studio dell’Anci, dei 9,5 miliardi di euro stanziati dal Governo con Italia Sicura, solo 1/3 sono stati utilizzati.
Altro problema è la difficoltà di spesa è stato messo in evidenza anche la Corte dei conti, che ha evidenziato una serie di criticità:
- l’assenza di un’efficace politica nazionale, di natura preventiva e non urgente, per il contrasto al dissesto idrogeologico;
- la difficoltà degli organi amministrativi nell’inserire la tutela del territorio nelle proprie funzioni ordinarie;
- la debolezza dei soggetti attuatori e dei commissari/presidenti straordinari delle Regioni, che non hanno strutture tecniche dedicate;
- le difficoltà procedurali, l’assenza di controlli adeguati e di un sistema unitario di banche dati.
Non esiste una prevenzione efficace senza strumenti di previsione adeguati
Non bastano solo i finanziamenti se non si realizza una campagna di prevenzione. Per questo motivo il Ministro Pichetto ha annunciato che piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, avrà nella lotta al dissesto idrogeologico un suo punto fermo: “senza Piano, sarà impossibile avallare misure che andrebbero a minare la sicurezza del nostro territorio”. Per questo il Piano si concretizzerà in “un documento di indirizzo fondamentale per far fronte alle conseguenze ambientali e socio economiche dei cambiamenti climatici e sarà presentato per la consultazione pubblica entro fine anno”.
Purtroppo, oltre la tragedia, sono riemerse le polemiche sull’abusivismo selvaggio che è stato una concausa delle calamità. Un fenomeno che, per usare le parole di Musumeci dell’abusivismo “non può più essere eluso”.
Secondo la Protezione civile circa mille Comuni in Italia non hanno un piano comunale di Protezione civile, e per evitare che il fenomeno dilaghi il Ministro Musumeci ha espresso la volontà di realizzare una task force, d’intesa con la premier Giorgia Meloni, per trovare una soluzione ragionevole riguardo agli abusi edilizi, dando magari “maggiori poteri al Prefetto che potrebbe essere l’autorità maggiormente deputata alla demolizione degli abusi edilizi, dietro ai quali spesso si nascondono le organizzazioni criminali”.
Il tempo stringe. È evidente che manca un piano nazionale adeguato e ben strutturato. Forse si potrebbe approfittare della auspicata riforma del PNRR per inserire nuovi capitoli di spesa e colmare il gap venutosi a creare in questi decenni.


