Rischio idrogeologico

Campi Flegrei: situazione in evoluzione, non esclusa l’allerta arancione

Il ministro Nello Musumeci non esclude che "si possa passare al livello di allerta arancione”, mentre Carlo Doglioni, presidente Ingv afferma che "non abbiamo elementi di variazioni dei parametri tali da dire che sia opportuno passare a un’allerta maggiore"
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Campi Flegrei: situazione in evoluzione, non esclusa l’allerta arancione

La situazione di allerta nei Campi Flegrei risulta essere in costante evoluzione ed è oggetto di valutazioni e monitoraggi, che evidenziano possibili scenari di rischio. Il ministro per la protezione civile Nello Musumeci non esclude che “se dovesse perdurare tale situazione, si possa passare al livello di allerta arancione”, mentre Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha affermato che “Non sappiamo quale sia la situazione fisica sotto i Campi Flegrei, ma anche che non abbiamo elementi di variazioni dei parametri tali da dire che sia opportuno passare a un’allerta maggiore”. Per la commissione Grandi Rischi, bisogna prepararsi “all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto al giallo” a causa del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo.

L’evoluzione del bradisismo nei Campi Flegrei

I Campi Flegrei (dal greco flègo “brucio”, “ardo”) sono una vasta depressione o caldera, ampia circa 12x15km, che ospita numerosi coni e crateri di origine vulcanica, situata a nord-ovest della città di Napoli. Il magma è presente nell’area a 7-8 chilometri di profondità. L’ultima eruzione si è verificata nel 1538. Da allora, l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di bradisismo, che comportano fasi di lento abbassamento (subsidenza) alternate a fasi di sollevamento più rapido dell’area interessata. Dal 2005, la caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata da una nuova fase di sollevamento del suolo che, dal 2006 a oggi, si è innalzato di oltre un metro. Dal 2012 per questo vulcano è stato dichiarato il livello di allerta giallo. Nel corso del 2023, si è registrato inoltre un ulteriore aumento della frequenza dei terremoti.

Secondo l’Osservatorio Vesuviano, sede napoletana dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), da gennaio al 20 settembre 2023, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 15±3mm/mese. Nell’intervallo 21-23 settembre si è registrato un incremento del sollevamento del suolo con valori massimi di circa 10±2mm.

Il 2 ottobre, è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 4, avvertita distintamente anche a Napoli, che ha avuto come epicentro i Campi Flegrei, dove si è manifestato un nuovo sciame sismico, seguito da scosse di intensità molto inferiore. Il 3 ottobre, la Commissione nazionale Grandi Rischi – Settore rischio vulcanico ha confermato il livello di allerta giallo e il governo ha emanato un decreto per fronteggiare una possibile emergenza.

Nel mese di ottobre si sono registrate nei Campi Flegrei 553 scosse di terremoto, ma senza deformazioni del suolo significative; nella settimana dal 30 ottobre al 5 novembre, sono stati localizzati 20 terremoti, con magnitudo massima 1.7 (±0.3).

Non si segnalano variazioni significative neanche dei parametri geochimici monitorati nel periodo di riferimento rispetto ai trend di aumento dei flussi e di riscaldamento del sistema idrotermale già noti. Il sensore di temperatura installato in una emissione fumarolica a 5 metri dalla fumarola principale di Pisciarelli ha mostrato un valore medio di circa 95°C, temperatura di condensazione del fluido fumarolico. Nella polla di Pisciarelli il livello del liquido è risalito nel mese di ottobre in concomitanza con le precipitazioni meteoriche.

“Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica sopra delineato, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine“, si legge nel bollettino dell’Osservatorio Vesuviano. Secondo Carlo Doglioni, non c’è una “consapevolezza scientifica” di un’eruzione imminente nei Campi Flegrei.

Allerta Campi Flegrei: i rischi si intensificano

Il Dipartimento della Protezione Civile ha acquisito il parere della Commissione Grandi Rischi – Settore rischio vulcanico, che ha iniziato le audizioni di una serie di esperti, italiani e stranieri, con esperienza specifica sui Campi Flegrei. In base a quanto emerso e alle valutazioni compiute, la Commissione rileva che l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo. In particolare, ritiene che vi sia la possibilità che i processi in atto possano evolvere ulteriormente. La Commissione, pertanto, ritiene opportuno prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto all’attuale giallo.

La zona rossa e la zona gialla

Nel piano d’emergenza sono previste due fasi: preallarme e allarme. Nel primo caso, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa ricevendo un contributo economico da parte dello Stato. Alla dichiarazione di “allarme” tutta la popolazione deve lasciare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito.

La zona rossa è l’area considerata esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. L’unica misura di salvaguardia per la popolazione, in caso di allarme, è l’evacuazione preventiva. Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.

L’evacuazione dalla zona rossa dovrà avvenire in 72 ore (3 giorni): nelle prime 12 ore si permette alle persone di prepararsi e si predispongono le necessarie misure di regolazione del traffico; nelle successive 48 ore inizia la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione; le ultime 12 ore sono un margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità. Dalle Aree di attesa, i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito saranno trasferiti nelle Aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile, da cui raggiungeranno, in nave, treno o pullman, i “Punti di prima accoglienza” nelle Regioni o Province Autonome gemellate.

Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, dovrà seguire solo i percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nel Piano di allontanamento.

La zona gialla è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri. Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti.

La Giornata della prevenzione sismica

Molto opportunamente, il 9 novembre 2023 si svolge a Roma la sesta edizione della Giornata Nazionale della prevenzione sismica, promossa dalla Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in collaborazione con la Protezione Civile, e con il patrocinio di Inarcassa, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ReLuis, Enea e ISI.

Dal confronto tra i rappresentanti delle istituzioni e gli esperti del settore in materia, dovrebbe emergere un pacchetto di proposte che potranno essere adottate all’interno di un programma nazionale di prevenzione del rischio sismico, tenendo conto della conversione in legge, attualmente al vaglio parlamentare, del decreto per l’emergenza nei Campi Flegrei e del disegno di legge di bilancio 2024, che contiene misure di mitigazione della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici.

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