Architettura

Unité d’habitation, com’è oggi la città verticale (e radiosa) di Le Corbusier?

A lunga considerato un obbrobrio architettonico, oggi il complesso marsigliese, è diventato un polo aggregativo, e non solo per i condomini
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Unité d’habitation, com’è oggi la città verticale (e radiosa) di Le Corbusier?
L’Unité d’habitation di Marsiglia è l’iconico edificio progettato da Le Corbusier ritratto sulla divisa principale 2020-21 dell’Olympique. Le sue lineari geometrie fanno da sfondo ai loghi del club e degli sponsor, modulandosi sui toni del bianco e dell’azzurro. La scelta testimonia il particolare legame tra la capitale della Provenza, nonché seconda città della Francia, e uno dei suoi edifici più importanti e rappresentativi. L’altissimo valore storico e architettonico del complesso marsigliese è stato riconosciuto anche dall’Unesco. L’Unité d’habitation di Marsiglia è stata recentemente dichiarata patrimonio dell’umanità insieme ad altri 16 progetti realizzati dall’architetto franco-svizzero.

Un edificio denso per racchiudere una parte di città

L’Unité d’habitation sorge nella parte meridionale di Marsiglia. Si trova lungo il boulevard Michelet, a poca distanza dalla ‘casa’ dell’Olympique, il Vélodrome. Viene completata nel 1952 come espressione evoluta postbellica delle molte riflessioni sull’abitare e sulla città, che nel 1929-30 portano Le Corbusier a elaborare il progetto della Ville Radieuse. Le condizioni che rendono possibile la sua realizzazione sono per molti versi eccezionali. Da una parte ci sono le pressanti richieste della ricostruzione. Dall’altra, una grande libertà progettuale e realizzativa data dal ridotto impatto dei regolamenti edificatori e dalla committenza statale. La prima pietra viene posata il 14 ottobre 1947, a seguito di un incarico proveniente direttamente dal Ministero della Ricostruzione.

La Cité Radieuse: coniugare vita familiare e vita collettiva

La nuova Cité Radieuse marsigliese condensa in un edificio ad alta densità impostato su imponenti pilotis, una piccola parte di città verticale, con appartamenti e molteplici funzioni integrati immersi nel verde. Orienta ottimamente i suoi fronti principali, rivolgendoli a est e ovest. Il piccolo fronte settentrionale, maggiormente soggetto all’azione dei venti e alle dispersioni di calore, è completamente cieco. Le dimensioni sono imponenti: il volume è lungo 165 metri, profondo 24 metri e altro 56 metri per 18 piani. Dentro l’Unité di Marsiglia è possibile per i suoi abitanti coniugare la vita individuale, familiare e collettiva. Comprende infatti appartamenti, che ne occupano la maggior parte dello spazio interno, ma anche servizi, commerciali, aree svago e spazi per la ristorazione, che solitamente si trovano dentro la città. Al settimo e all’ottavo piano erano infatti presenti funzioni collettive quali la lavanderia e un supermercato, un albergo, una biblioteca, una sala cinema, un supermercato, negozi, uffici e l’ufficio dell’amministratore. Il tetto pensile, affacciato sulla magnifica vista del mar Mediterraneo e della parte meridionale della città, completa la sua dotazione di spazi di servizio e per la collettività. Struttura piana, offre ulteriori spazi per la vita collettiva dei suoi abitanti. Sulla copertura sono collocali l’asilo, un auditorium, la palestra, un grande solarium con una piccola piscina per bambini e spazi per svolgere attività all’aperto, sportiva e ricreativa.

La nuova espressività del cemento a vista

L’Unité d’habitation di Marsiglia segna nell’evoluzione progettuale di Le Corbusier l’ingresso del cemento armato a vista e l’utilizzo delle sue grandi capacità espressive. Il complesso ne è infatti caratterizzato sia all’esterno, dove la finitura rustica rivela il legno delle casseforme esaltandone anche i difetti, che nella struttura a portante, a telaio tridimensionale. Espressione evoluta dei 5 punti dell’architettura teorizzati nel 1926, si imposta su un piano pilotis in cui originariamente erano posizionati parcheggi per automobili e biciclette. Questo grande spazio libero è scandito dalla successione di imponenti coppie di plastici pilastri a sezione variabile che, come cavalletti, sorreggono il volume staccandolo dal terreno.

L’organizzazione interna

Innovativa è l’organizzazione interna di questa piccola parte verticale di città, che si avvale delle preziose collaborazioni di Jean Prouvé (prefabbricazione interna) e Charlotte Perriand (disegno delle cucine). Gli appartamenti sono tutti duplex, serviti da corridoi di distribuzione che corrono longitudinalmente accessibili dai vani scala. In totale l’Unité d’Habitation contiene 337 appartamenti di 23 tipologie differenti. Offriva soluzioni per nuclei ridotti e proposte per famiglie, anche numerose. I duplex sono organizzati a coppie su tre livelli complessivi dell’altezza, soluzione che consente di minimizzare lo spazio destinato ai collegamenti orizzontali. La distribuzione interna prevede accessi al piano terreno in corrispondenza dei blocchi di collegamento verticale, con ascensori e grandi scale. I corridoi di distribuzione si collocano ogni tre piani riducendo nell’altezza complessiva il loro numero a cinque. Ogni appartamento collega con una scala interna i suoi due livelli, a cui corrispondono un’area giorno con una cucina relativamente piccola prossima all’ingresso e una zona notte. Le aree giorno si affacciano, alternativamente nei due appartamenti costituenti un unico blocco, a est e ovest. I soggiorni danno tutti accesso a grandi terrazzi e sono illuminati naturalmente da ampie finestre a tutt’altezza. Si sviluppano tutti su una doppia altezza, raggiungendo i 4,8 metri. Estremamente moderne sono le dotazioni interne, tutte realizzate su disegno. Le cucine, piccole ma comunicanti con i soggiorni, sono tutte accessoriate con piastre elettriche, forno, lavello doppio e sistema automatico di smaltimento rifiuti. Sono anche dotate di aria condizionata centralizzata e cappa. Gli appartamenti sono isolati acusticamente fra loro dalla frapposizione di pannelli di piombo inseriti all’interno dei muri divisori.

Marsiglia, la prima di cinque Unité d’habitation

Le riflessioni sull’abitare che hanno preso forma a Marsiglia hanno trovato altro spazio in altre realizzazioni analoghe, meno famose ma ognuna con la sua specificità. Altre Unité d’habitation sono state realizzate negli anni successivi a Rezé (1955), Berlino (1958), Briey-en-Forêt (1961) e Firminy (1967).

Identità e appartenenza

Partendo da un’accoglienza non priva di critiche, l’Unité d’habitation è oggi un vanto per Marsiglia, solo in ultimo confermato dalla scelta della sua squadra di calcio. Il senso di identità e di appartenenza dei suoi abitanti è tuttavia immediato. Risale al 1953 la costituzione dell’Association des Habitants de l’Unité d’Habitation Le Corbusier, che da allora organizza attività ed eventi che scandiscono la vita quotidiana. Già nel 1954 il complesso, nato per il mercato dell’affitto, diventa proprietà dei suoi abitanti, che lo rilevano dallo Stato diventandone comproprietari. Oggi l’associazione continua le sue attività, tra cui lo svolgimento di periodiche visite guidate. Ogni anno l’Unité d’habitation è visitabile gratuitamente anche all’interno della cornice delle giornate europee del patrimonio, che in Francia aprono importanti siti e sono fortemente supportate dallo stato.
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