Architettura

Scuole Innovative, il programma riparte (finalmente) dal Veneto

Approvati dall'Inail i primi 2,388 milioni di euro per la realizzazione della nuova scuola dell’infanzia di Cimadolmo, in provincia di Treviso
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Scuole Innovative, il programma riparte (finalmente) dal Veneto
L’Inail inaugura la fase attuativa del programma Scuole Innovative. Il suo avvio coincide con la messa a disposizione di 2,388 milioni di euro per la costruzione della nuova scuola dell’infanzia di Cimadolmo, in provincia di Treviso. Il suo progetto era stato impostato con il concorso di idee vinto da Federico Zuanier, Flavio Zuanier e Marco Rimondi nel 2017, da allora rimasto sospeso.

Altri 4 cantieri di scuole innovative presto in avvio

Inail ha anche annunciato l’avvio degli iter di realizzazione altre 4 scuole innovative vincitrici del concorso internazionale bandito dal Miur nel 2016 in attuazione del programma. Allo scopo ha reso disponibili per la cantierizzazione 24 milioni di euro, che finanzieranno i lavori a Bagnatica (Bergamo), Modena, Mel (Belluno) e Riolo Terme (Ravenna). Il concorso per una scuola media a Bagnatica era stato vinto da Marco Aceti. Modena porterà avanti la realizzazione della nuova scuola dell’infanzia e primaria “Madonnina” secondo il progetto di Luigi Franciosini. Flavia Vaccher e Massimo Rossetti si erano aggiudicati invece il concorso per la nuova scuola di Mel. A Ravenna dovrebbe invece partire il cantiere della nuova scuola di Riolo Terme, secondo il progetto sviluppato dai forlivesi Cavejastudio architetti. Sarà realizzato il nuovo Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione “P. Artusi”. Piace pensare che anche la pandemia abbia avuto un ruolo, tra i pochi positivi, nel riavviare un percorso nato con molte speranze e poi interrotto. Le moltissime problematiche emerse durante la gestione dell’emergenza sanitaria hanno reso sempre più evidente la già chiara inadeguatezza di strutture scolastiche vetuste e bisognose di adeguamenti. La scuola è inoltre anche uno dei punti programmatici affrontati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Buona Scuola e il programma Scuole Innovative

Scuole Innovative nasce nel 2015 all’interno della Legge 107, o ‘Buona Scuola’. Venne promulgata per realizzare molto nobili finalità, che oggi, complici anche gli errori nella gestione dell’emergenza sanitaria nelle scuole, sono tutte drammaticamente disattese. La prima era l’affermazione del ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza. A seguire, l’innalzamento dei livelli di istruzione, il contrasto alle ineguaglianze e la prevenzione dell’abbandono scolastico. Non in ultimo, la realizzazione di una scuola aperta che fosse un “laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica”. Nella pratica, la legge aveva dato il via all’apertura di linee di finanziamento per la realizzazione di nuove scuole in tutto il paese. Prevedeva risorse per 350 milioni di euro complessivi gestiti da Inail e ripartiti fra le regioni in funzione della loro popolazione. Il modello di finanziamento per realizzazione e successiva gestione prevedeva due fasi. La prima era il pagamento da parte di Inail dei costi di acquisto delle aree e di costruzione. La seconda la corresponsione dei canoni di locazione per 30 anni da parte del Ministero dell’Istruzione.

I concorsi

L’ideazione delle nuove scuole avrebbe dovuto essere messa a concorso. Con una selezione delle aree e dei comuni sarebbero a livello regionale sulla base di candidature presentate dagli enti locali. La legge era partita con l’indicazione di circa una trentina di progetti da avviare, divenuti 52 all’interno del bando internazionale promosso dal Miur. La procedura è stata avviata nel 2016, gestita attraverso la piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano. Il numero dei concorsi è stato poi ridotto a 51 in seguito all’esclusione del Comune di Bari.

Le scuole ‘innovative’, oggi sempre più attuali

Le nuove scuole dovevano essere innovative sotto molti punti di vista, tutti resi ancora più attuali dall’arrivo della pandemia. In primis per l’architettura, gli impianti e le tecnologie, l’efficienza energetica e la sicurezza strutturale e antisismica. Dovevano inoltre essere complessi aperti ai territori caratterizzati da nuovi ambienti per l’apprendimento. Le aree a bando coprivano tutto il paese, da nord a sud.

Un percorso pieno di ostacoli

Il percorso di una procedura dalle basi virtuose è stato tuttavia tutt’altro che lineare e privo di ostacoli. Tutti i procedimenti sono stati chiusi simultaneamente con i nomi dei vincitori, proclamati a fine 2017 dopo una rettifica del bando e una proroga dei termini. Nella prima parte del 2018, l’Anac, rispondendo a un’interrogazione di Italia Sicura, ha bloccato le procedure di affidamento. Secondo l’Autorità anticorruzione un vizio di forma nel bando impediva ai vincitori di essere incaricati dei successivi livelli di progettazione. Il blocco ha visto anche l’intervento del Cnappc, che aveva portato risultati poi arenatisi. Le prime concrete buone notizie risalgono alla fine del 2020. A dicembre un emendamento alla legge di Bilancio 2021 ha infatti destinato 40 milioni di euro sul triennio 2021-2023 alla realizzazione di nuove scuole innovative in aree ad alto rischio spopolamento del meridione. I territori sono tutti compresi tra Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna, in comuni con popolazione al di sotto dei 5.000 abitanti. E adesso l’Inail ha sbloccato alcune procedure, facendo sperare per il futuro.
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