Un miliardo di euro. Stanziati con decreto del Mit
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo febbraio 2021 e destinati alle opere infrastrutturali per le Olimpiadi di
Milano-Cortina del 2026. Si tratta di opere stradali e ferroviarie finanziate nella Legge di Bilancio 2020 che consentiranno di migliorare l’accessibilità, i collegamenti e la dotazione infrastrutturale dei territori della Regione Lombardia, della Regione Veneto, delle Province Autonome di Trento e di Bolzano interessate dall’evento sportivo.
I fondi per le opere infrastrutturali di Milano-Cortina 2026
“Con il Decreto Olimpiadi faremo compiere un salto di qualità infrastrutturale – spiega il Ministro delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli – a una delle aree più sviluppate del Paese con una
ricaduta importante per la qualità della vita delle persone e anche un miglioramento competitivo per le imprese. Le opere finanziate servono a potenziare l’accessibilità e i collegamenti in vista del grande appuntamento internazionale, ma sono state concepite per mantenere la loro utilità nel tempo, anche dopo il 2026, e verranno realizzate nel segno della piena sostenibilità ambientale” .
Il provvedimento è il frutto di un percorso di confronto avviato nei mesi passati con le Regioni e gli enti locali per individuare gli interventi essenziali da realizzare per garantire la sostenibilità delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, disponendo per ciascuno di essi il relativo finanziamento.
Attraverso il Decreto vengono stanziate le risorse destinate alle singole opere, nel complesso:
- 473 milioni di euro per quelle nella Regione Lombardia,
- 325 milioni nella Regione Veneto,
- 82 milioni nella Provincia Autonoma di Bolzano,
- 120 milioni in quella di Trento.
Tutti i cantieri dovranno concludersi entro l’avvio delle Olimpiadi.
Con il miliardo di euro stanziato dal governo Conte l’idea è di completare opere di contesto già finanziate, ma anche di dare il via ad esempio al primo lotto funzionale della
AV/AC Brescia Est-Verona, ad una serie di varianti stradali e anche una nuova stazione metro
nel quartiere Santa Giulia a Milano, oltre al collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia.
Ripercorriamo le tappe di questo progetto, tra sport, visioni di sviluppo e infrastrutture.
Doppietta Milano-Cortina
La doppia candidatura di Milano-Cortina d’Ampezzo (Belluno) si è aggiudicata
l’edizione 2026 delle Olimpiadi invernali e delle Paralimpiadi, che ritorneranno in Italia dopo 20 anni: Torino 2006 (con la città, e la sua amministrazione sempre più in crisi, tristemente protagonista del pasticcio che vedeva un’iniziale e improbabile tripla candidatura) è stata infatti l’ultima edizione dell’evento di scala e importanza mondiale a essere ospitata nel bel paese e ha (purtroppo) chiuso una fortunatissima stagione di lungimirante programmazione pubblica, visione del futuro e trasformazione urbana dell’ormai ex grigia “one company town” e della sua immagine internazionale.
La “doppietta” Milano-Cortina, con il centro dolomitico che rinnova la precedente esperienza del 1956, ha sconfitto l’unica altra candidatura sopravvissuta, quella avanzata dalle svedesi Stoccolma-Åre, in un’edizione che ha visto l’esclusione della città turca di Erzurum e la rinuncia della canadese Calgary, che nel 1988 proprio nell’Olimpiade invernale aveva visto i primi trionfi di Alberto Tomba.
Milano-Cortina, il dossier di candidatura
I XXV Giochi Olimpici Invernali
si terranno dal 2 al 22 febbraio 2026, seguendo l’edizione cinese che nel 2022 avrà come città base Pechino.
Sostenibilità, flessibilità, reversibilità e riuso, contenimento del consumo di suolo ed efficienza gestionale ed economica sono, insieme alla creazione di un valore a lungo termine, le parole chiave e gli obiettivi di un’edizione che si armonizza alle 40 linee guida fissate nell’Olympic Agenda 2020. Nel complesso, si prevede la costruzione ex novo solo l’8% delle strutture, numerosi sono gli interventi di riqualificazione dell’esistente e l’utilizzo di strutture temporanee.
4 cluster, una città e un centro montano
Le Olimpiadi si svolgeranno all’interno di
4 cluster distribuiti tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige (
Milano, Cortina, Valtellina, Val di Fiemme) e in una città,
Verona, la cui Arena romana ospiterà la cerimonia di chiusura. È infine prevista un’”escursione” in
Alta Val Pusteria: il biathlon sarà ospitato da
Anterselva, sede del più grande impianto esistente in Italia per questa disciplina che nel 2020 ne ospiterà il campionato del mondo.
Milano-Cortina, focus sul capoluogo
Forte punto di partenza dell’edizione 2026, la città meneghina aprirà i Giochi con una cerimonia che si terrà allo stadio
Giuseppe Meazza.
Come già accadde per Torino venti anni fa, le trasformazioni portate dai giochi diventano parte degli importanti piani di trasformazione che da tempo stanno portando la città agli onori delle cronache, non solo di settore. Milano vedrà le trasformazioni maggiori e più permanenti: sarà infatti la sede del Villaggio Olimpico principale, del Media Centre-Centro Espositivo e di tre impianti per le gare.
Inserito nel lungo progetto di recupero e rivitalizzazione degli scali ferroviari, il
Villaggio Olimpico verrà realizzato ex novo nell’area di un rinnovato
ex scalo di Porta Romana per essere poi riconvertito a residenza studentesca e ad alloggi sociali, mentre il
Media Centre principale, composto dall’International Broadcast Centre (IBC) e dal Main Press Centre (MPC), sfrutterà gli spazi e le strutture del quartiere fieristico di Rho.
Le gare si svolgeranno invece all’interno di tre impianti per altrettante discipline: l’hockey, il pattinaggio di figura e lo short track.
Mentre le ultime due si svolgeranno dentro il
Forum Mediolanum ad Assago, arena alla periferia sud-ovest della città che già ospita concerti ed eventi internazionali e per cui si prevede una riqualificazione e un ampliamento della capienza attuale (12.000 posti), l’hockey prevede due location. Da una parte,
l’Arena Hockey, nata a Lampugnano nel 1985 come struttura temporanea, sarà completamente ristrutturata. Diventerà, grazie a investimenti privati, un complesso polifunzionale da 7.000 spettatori specializzato negli eventi sportivi. Dall’altra, il
Pala Italia Santa Giulia è la seconda, e ultima, struttura realizzata ex novo prevista dal piano nell’omonima area a sud-est della città: sarà un’arena per 15.000 posti che, finanziata da Risanamento, nel post olimpico darà alla città un nuovo spazio polifunzionale in una delle aree di trasformazione più importanti di Milano.
Valtellina
Sono 4 i siti prescelti, da destinare a diverse specialità.
Bormio e la pista Stelvio, una delle più famose e tecniche che, attrezzata anche per le gare in notturna, spesso ospita gare di livello internazionale, saranno tra le location principali e ospiteranno le gare maschili di sci alpino. Le ski area
Mottolino, Sitas-Tagliede e Carosello 3000 a Livigno accoglieranno invece le competizione di snowboard e freestyle, supportate da un
Villaggio Olimpico alloggiato all’interno di strutture temporanee che dovrebbero diventare moduli residenziali ricollocabili in forza alla Protezione Civile.
Cortina d’Ampezzo
A sostegno dell’asse Milano-Cortina, il centro montano fa bagaglio dell’esperienza dell’edizione del 1956 (e di alcune delle strutture realizzate a suo tempo) e mette a disposizione gli spazi per un terzo
Villaggio Olimpico a Fiames, che ospiterà anche il Media Centre montano temporaneo, e tre sedi per altrettante competizioni sportive: lo
Stadio Olimpico che aveva aperto l’edizione 1956, 3.100 posti di capienza ristrutturati per i campionati mondiali di
curling del 2009, ospita nuovamente questa disciplina; il comprensorio delle
Tofane accoglie tutte le gare di
sci alpino femminile. Lo Sliding Centre Eugenio Monti, in funzione dal 1956 al 2010, sarà riqualificato per ospitare le gare di
bob, slittino e skeleton: sarà anche aumentata la sua capienza a 9.000 posti.
Val di Fiemme
Le location della
Val di Fiemme sono completamente dedicate al pattinaggio di velocità, allo sci nordico e al salto con gli sci. Lo
Stadio del Ghiaccio di Baselga di Pinè (pattinaggio di velocità),
venue già tra le più importanti a scala nazionale, sarà riqualificato e portato a una capienza di 5.000 persone. Il
Lago di Tesero, con le sue piste attrezzate anche per gare in notturna, si riconferma luogo ideale per lo svolgimento delle competizioni dello sci di fondo, mentre il salto con gli sci si terrà a
Predazzo, nello stadio intitolato alla memoria di Giuseppe Dal Ben completato nel 1989 con cinque trampolini (di cui tre per gli allenamenti) e di capacità 20.000 spettatori.
Articolo pubblicato il 3o luglio 2019 – ultimo aggiornamento del 7 febbraio 2021