Fabio Mauri: tutti gli aspetti dell’arte
Maestro dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra, Fabio Mauri è stato artista eclettico, con interessi che spaziavano dal teatro al cinema, fino alla letteratura, ma anche profondo conoscitore dell’editoria italiana, nonché fondatore di riviste italiane molto importanti.
Figlio di Umberto Mauri, direttore commerciale della Mondadori e di Maria Luisa Bompiani, sorella dello stilista Valentino, la sua formazione artistica avviene a Roma, dopo aver vissuto tra Milano e Bologna. Sono gli anni dell’avanguardia romana, la fine dei ’50, quelli del neorealismo italiano, che lascia spazio al nuovo cinema e alla nuova arte, proiettata verso la rottura delle regole “narrative”, ormai considerate desuete.
E’ del 1942 la rivista “Il setaccio” fondata con Pier Paolo Pasolini, mentre del ’67 la fondazione di “Quindici”, con Edoardo Sanguineti, Umberto Eco e Angelo Guglielmi. Allestisce la sua prima personale nel ’55 alla Galleria Aureliana di Roma, presentata dall’amico Pasolini.
Alla fine del ’57 realizza i primi “Schermi”, la sua versione del monocromo: la ricerca dell’azzeramento che impegna tutti gli artisti più avanzati in quel momento, ma già preludio del suo discorso sul cinema. Per Mauri, lo schermo è la nuova vera “forma simbolica” del mondo, un concetto che egli coglie tempestivamente e che attraverserà tutta la sua opera.
Nel 1964 inizia la sua riflessione sulla specificità della cultura europea e sull’ideologia. “Ho ripensato la mia biografia e ho pensato che avevo conosciuto una realtà storica forte, la guerra. Avevo rimosso come un grande incidente tutto questo dolore, l’ho riaffrontato”.
Negli anni ’70 si apre una stagione ricca di performance artistiche, installazioni e libri, che raccontano le vicende sociali e politiche italiane, la prima di esse è il film “Intellettuale: Il Vangelo secondo Matteo di/su Pier Paolo Pasolini,” installazione/performance realizzata nel 1975 alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, in cui lo stesso Pasolini, seduto su una sedia con una camicia bianca, si fece proiettare sul torace il suo stesso film del 1964 Il Vangelo secondo Matteo.
La rivista “La città di Riga” viene fondata invece nel 1976 con Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Jannis Kounellis e Umberto Silva.
I temi di riflessione venivano formalizzati come opere: lo schermo, i prototipi, le proiezioni, la fotografia come pittura, l’identità sostanziale delle strutture espressive, il rapporto indelebile tra pensiero e mondo e tra pensiero in quanto mondo. La sua opera è articolata e complessa come un saggio storico, con tratti autobiografici: in essa storia individuale e sociale si mescolano.
Il 4 maggio del 2009 Giorgio Napolitano lo ha nominato Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
C.C.
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