Edilizia

Il Decreto Salva Casa è legge. Il Senato approva il testo dopo la revisione

Come preannunciato, il decreto Salva Casa subisce una revisione sostanziale a causa di numerosi emendamenti, incassa la fiducia prima dalla Camera e poi del Senato
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Il Decreto Salva Casa è legge. Il Senato approva il testo dopo la revisione

Il Decreto Legge Salva-casa, dopo essere finito sotto un fuoco di fila di emendamenti, è stato recentemente approvato dalla commissione Ambiente della Camera, termina il suo percorso con l’approvazione in Senato..

Dopo le critiche e richieste di una riforma organica dell’edilizia sempre più forti, il testo, è stato sottoposto a una revisione totale. Dopo aver ricevuto l’approvazione della Camera, il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica, ha incassato l’approvazione anche del Senato.

Tuttavia, suscita notevoli discussioni e controversie, soprattutto a causa delle numerose novità che introduce e delle reazioni divergenti tra maggioranza e opposizione.

La sostanziale revisione del testo del Decreto Salva Casa

Il Decreto Salva Casa, concepito inizialmente come una risposta urgente per affrontare specifiche problematiche del settore edilizio, rispetto alla sua prima versione, ha subito una trasformazione radicale a causa delle 522 proposte di modifica depositati presso la commissione Ambiente della Camera.

Un numero impressionante, sintomo di una volontà diffusa di rivedere in profondità il provvedimento (leggi l’articolo aggiornato con le novità). Tanto che il testo finale giunto alla Camera è molto diverso da quello pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine di maggio.

Una valanga di emendamenti

Nel percorso legislativo del dl Salva-casa, gli emendamenti della maggioranza sono stati in gran parte accantonati e ritirati. Questa scelta strategica è stata probabilmente dettata dalla volontà di evitare modifiche che potessero rallentare l’approvazione del decreto. Al contrario, gli emendamenti proposti dall’opposizione sono stati tutti respinti, segno di un mancato accordo tra le forze politiche sui contenuti del decreto.

Il primato del numero di emendamenti presentati è arrivato dai partiti di maggioranza a dimostrazione di una dinamica interna volta a modificare sostanzialmente l’impianto iniziale testo legislativo. Le proposte principali mirano a modernizzare le regole sull’abitabilità, ferme al 1975, e a introdurre l’emendamento “Salva Milano”, che intendeva ‘regolarizzare situazioni edilizie irregolari nel capoluogo lombardo. Ma tra le innovazioni più significative del dl Salva-casa vi è l’assenza del tanto discusso ‘Salva-Milano’. Questo emendamento, al centro di numerosi dibattiti nelle fasi preliminari, non è stato inserito nel testo finale. La decisione è stata accolta con favore da alcuni, ma ha sollevato critiche da parte di chi vedeva nell’emendamento una possibile soluzione a specifici problemi urbanistici di Milano.

Decreto Salva Casa: i principali emendamenti sotto la lente

Tra i numerosi emendamenti presentati, che promettono di rivoluzionare il settore edilizio, segnaliamo i seguenti:

  • Revisione dei requisiti minimi di abitabilità. La modifica proposta mira a rendere sanabili unità abitative più piccole, adattandosi alle esigenze abitative contemporanee facilitando l’utilizzo di spazi attualmente considerati non abitabili. La normativa ammette ora mini abitazioni con altezze e superfici ridotte rispetto agli standard del 1975. Il progettista potrà certificare la conformità igienico-sanitaria in casi particolari. Si permettono locali con altezze minime inferiori a 2,70 metri, fino a 2,40 metri, con monolocali di almeno 20 metri quadrati e bilocali di 28 metri quadrati, a condizione di interventi di recupero.
  • Salta la norma “Salva Milano”. La modifica mirava a sbloccare la situazione urbanistica di Milano, attualmente paralizzata da una decina di inchieste e circa 150 progetti edilizi fermi e potrebbe rappresentare una soluzione per le grandi costruzioni milanesi oggetto di inchieste per abusi edilizi e lottizzazione illecita, ma è stata considerata da alcuni un necessario compromesso per sanare situazioni pregresse, da altri una pericolosa sanatoria che potrebbe incentivare ulteriori irregolarità. Come abbiamo accennato, questo emendamento, al centro di numerosi dibattiti nelle fasi preliminari, non è stato inserito nel testo finale. La decisione è stata accolta con favore da alcuni, ma ha sollevato critiche. Sulla base di queste richieste  si è valutata l’opportunità di inserire la norma nel decreto Infrastrutture, in valutazione alla Camera, come strumento normativo utile al passaggio dell’emendamento Salva Milano”.
  • La sburocratizzazione degli iter. Un discreto numero di emendamenti mirano alla semplificazione burocratica di alcuni iter autorizzativi. Alcune proposte mirano a risolvere situazioni pendenti, riconoscendo validità a certificazioni emesse sotto regolamentazioni ormai superate, semplificando così il quadro normativo e riducendo la burocrazia per i proprietari. Altri intendono sanare automaticamente alcune varianti, alleggerendo il carico amministrativo e offrendo una soluzione più veloce dal punto di vista burocratico. Per esempio i cambi di destinazione senza opere saranno più semplici, considerati attività di edilizia libera. Questi cambi saranno ammessi sia con che senza opere, includendo i primi piani e i seminterrati in base alla legislazione regionale. Per esempio i cambi di destinazione senza opere saranno più semplici, considerati attività di edilizia libera. Questi cambi saranno ammessi sia con che senza opere, includendo i primi piani e i seminterrati in base alla legislazione regionale.
  • Abusi su parti comuni non bloccano i lavori privati. Le difformità e gli abusi presenti sulle parti comuni di un condominio non impediranno i lavori di riqualificazione di un appartamento privato, né le irregolarità in un singolo immobile intralceranno la ristrutturazione delle parti condivise dell’edificio. Questo principio si basa su una nuova disposizione che afferma che le difformità sulle parti comuni non sono rilevanti per dimostrare lo stato legittimo delle singole unità immobiliari, e viceversa. Questa norma mira a evitare i problemi che hanno caratterizzato il superbonus. Sempre in tema di abusi introdotto l’obbligo di rimuovere gli abusi edilizi entro 90 giorni può essere prorogato fino a 240 giorni in presenza di esigenze di salute, necessità assolute o gravi disagi socio-economici.
  • Pergole e VEPA. Le pergole bioclimatiche con telo retrattile, che non creano uno spazio stabilmente chiuso, rientrano ora nell’edilizia libera e non richiedono titoli abilitativi. Le vetrate panoramiche amovibili (Vepa) possono essere installate senza permessi, eccetto nei porticati con diritti di uso pubblico o situati su fronti esterni prospicienti aree pubbliche.

Un Decreto sotto assedio

Nonostante le novità introdotte, il dl Salva-casa è al centro di accese polemiche. Le opposizioni accusano il governo di promuovere una vera e propria deregulation del settore edilizio. Secondo i critici, le nuove disposizioni rischiano di compromettere gli standard di sicurezza e qualità abitativa, favorendo interventi edilizi meno controllati e più inclini a deroghe e semplificazioni.

Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto delle nuove norme sull’urbanistica e la gestione del territorio. Le opposizioni temono che le mini-case, sebbene rappresentino una soluzione innovativa, possano essere realizzate senza il dovuto rispetto per le normative vigenti, con il rischio di creare situazioni di degrado e scarsa vivibilità.

Il  provvedimento Salva Casa (legge 24 luglio 2024 n. 105)  è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 175 del 27-7-2024 e sarà in vigore dal 28 luglio 2024.

Articolo pubblicato il 28 giugno, aggiornato il 29 luglio

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