Torna d’attualità l’equo compenso. E lo fa in merito alla legge di conversione del
Decreto Ristori (Dl 137/2020), che inizierà il suo iter legislativo a partire da lunedì prossimo in Senato. Tra i numerosi emendamenti proposti al testo, ve ne è uno a firma Fratelli d’Italia. Quattro senatori del partito di Giorgia Meloni suggeriscono: i
progetti degli interventi che accedono al Superbonus 110% nelle forme di sconto in fattura o cessione del credito devono essere pagati ai professionisti rispettando il principio dell’equo compenso. Proponiamo i passaggi salienti dell’emendamento.
Superbonus ed equo compenso
L’emendamento contempla l’ambito delle procedure previste per le detrazioni fiscali in materia di edilizia ed energetica “sotto forma di crediti di imposta o sconti sui corrispettivi, cedibili ai soggetti interessati dalla vigente normativa, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari”. Ebbene, in merito al Superbonus 110% “è fatto obbligo nei confronti di questi
, l’
osservanza delle disposizioni previste in materia di disciplina dell’equo compenso”, nei riguardi dei professionisti incaricati agli interventi per i lavori previsti, iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali.
A vigilare sull’applicazione corretta della normativa dovrà essere il Ministero dello Sviluppo economico, d’intesa con il Ministro della Pubblica amministrazione. “Segnalando eventuali violazioni all’Autorità garante per la concorrenza e del mercato (
AGCM), ai fini del rispetto di quanto previsto dal presente articolo”, si legge ancora nell’emendamento.
RPT e i compensi non adeguati
Ricordiamo che le disposizioni in materia di equo compenso sono previste dalla
Legge di Bilancio 2018 (articolo 1, comma 487 della Legge 205 del 27 dicembre 2017). Qui si stabilisce che il compenso deve essere conforme al Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016). Fin qui, la legge. Ma sono tanti gli episodi che vedono i professionisti vittime di comportamenti non certo adeguati nei loro confronti, con remunerazioni al di sotto della soglia di sopravvivenza. In barba a leggi e autorità.
A denunciarlo, non più di un mese fa, anche la
Rete delle Professioni Tecniche (RPT). Proprio in merito al mancato rispetto dell’equo compenso nelle operazioni agevolate con il Superbonus 110%. Nel corso di una riunione operativa con il Ministero della Giustizia, RPT ha denunciato il comportamento di grandi aziende e general contractors. La tendenza è coinvolgere “i professionisti dietro la
corresponsione di compensi non adeguati”.
PA e Nuclei di monitoraggio
Se aziende e general contractors “approfittano del meccanismo per trattenere cifre fino al 40% degli importi complessivi per attività non sempre effettivamente svolte”, le cose non vanno certo meglio nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Paradossale il pronunciamento del Tar milanese, che ha dichiarato legittimo che un professionista esegua una
prestazione gratuitamente per la PA in cambio di pubblicità. In questo senso la Rete ha chiesto al Ministro Bonafede di dare un segnale forte. E proprio in questa direzione va la recente attivazione, da parte di RPT, dei
Nuclei territoriali di monitoraggio. Il loro compito sarà effettuare uno screening delle segnalazioni che denunciano la mancata applicazione dell’equo compenso. I casi più gravi saranno trasmessi al Ministero della Giustizia, il quale provvederà a segnalarli all’AGCM e a sollecitare i diretti interessati ad adeguarsi alla normativa.
La protesta di Inarcassa
Non solo RPT. Anche Inarcassa si appella alle istituzioni affinché prendano provvedimenti per ridare slancio alle attività di ingegneri e architetti. “I ritardi del Parlamento ad affrontare il
decreto ristori e la legge di bilancio 2021, non aiutano certamente a programmare con serenità il futuro”. Tante le proposte avanzate dalla Cassa di previdenza. Poche sono state prese in considerazione. Come sottolinea Franco Fietta, presidente di Inarcassa, l’unica che pare possa avere un seguito è relativa alla “
proroga del Superbonus“.
“Nulla di fatto per l’estensione dell’equo compenso, anche alla luce di importanti segnali che arrivano dalla giurisprudenza europea, alle attività legate al Superbonus”, aggiunge Fietta. In un momento in cui, vista la grave crisi economica, “riteniamo sia opportuno ritornare a parlare di
compensi adeguati alle responsabilità e al lavoro in cui ci stiamo impegnando”.