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Dehors e tavolini esterni: verso una normativa permanente per rinnovare le città

Il Ministro delle Imprese annuncia l'intenzione di rendere permanente la normativa sui tavolini all'aperto per migliorare il decoro urbano
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Dehors e tavolini esterni: verso una normativa permanente per rinnovare le città

Il Governo sta lavorando per rendere permanente la normativa su dehors e tavolini esterni, come parte del disegno di legge sulla concorrenza. Ad annunciarlo è stato il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha sottolineato l’intenzione di “migliorare il decoro urbano anche attraverso i tavolini all’aperto“. La regolamentazione strutturale degli arredi esterni di bar, ristoranti e locali serali mira a garantire un miglioramento estetico dei centri urbani.

Dehors e tavolini esterni: contesto e origini della norma

Con l’approvazione della legge sulla concorrenza alla fine dello scorso anno, è giunta una proroga significativa per il regime semplificato relativo ai dehors e ai tavolini esterni, estendendo la sua validità fino a dicembre 2024. Questa misura, introdotta inizialmente subito dopo la fine del lockdown, ha avuto lo scopo di sostenere la ripresa economica di bar e ristoranti, settori particolarmente colpiti dalla pandemia di Covid-19.

In pratica le disposizioni hanno consentito agli esercizi di ristorazione e di somministrazione di bevande e alimenti di effettuare la posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, di dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni a queste condizioni senza la necessità di richiedere l’autorizzazione prevista dagli articoli 21 e 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Il regime semplificato per dehor e tavolini esterni

La norma, quindi, consente di eseguire senza alcun titolo abilitativo opere stagionali o dirette a soddisfare obiettive esigenze, contingenti e temporanee, purché destinate ad essere immediatamente rimosse al cessare della temporanea necessità e, comunque, entro un termine non superiore a centottanta giorni comprensivo dei tempi di allestimento e smontaggio del manufatto, previa comunicazione di avvio dei lavori all’amministrazione comunale.

Il regime semplificato per dehors e tavolini all’aperto è stato implementato come una risposta emergenziale alla crisi sanitaria ed economica causata dal Covid-19. Con il lockdown e le restrizioni imposte per contenere il virus, le attività di ristorazione hanno subito un notevole calo di fatturato. L’introduzione di questa norma ha permesso una rapida riorganizzazione degli spazi esterni, facilitando l’ampliamento delle aree di somministrazione all’aperto. Tale misura si è rivelata essenziale per garantire il distanziamento sociale e per favorire una ripresa graduale delle attività economiche.

Inizialmente concepito come un provvedimento temporaneo, il regime semplificato ha vissuto svariate reiterazioni anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. La decisione di prorogare ulteriormente la validità di queste disposizioni fino a dicembre 2024 è stata accolta favorevolmente dagli operatori del settore. La possibilità di utilizzare spazi esterni senza eccessivi vincoli burocratici ha contribuito non solo a sostenere l’attività economica ma anche a trasformare l’aspetto delle città, favorendo una maggiore vivibilità e utilizzo degli spazi pubblici.

L’annuncio del Ministro Urso e le polemiche sollevate

La decisione paventata dal Ministro delle imprese, si inserisce nel contesto della proroga attuale, che consente agli esercizi commerciali di utilizzare il suolo pubblico senza pagare il canone di occupazione fino al prossimo Natale. La scelta di rendere strutturale questa misura ha sollevato da parte di alcune associazioni delle polemiche.

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che ha criticato duramente la misura definendo i dehors “uno stupro ai danni dei centri storici e delle città“. Rienzi ha dichiarato che “nonostante non sussistano più i presupposti dell’emergenza Covid, il Governo vuole rendere strutturale una misura che ha causato solo caos e degrado. È inaccettabile che il ministro Urso e il Governo centrale prendano decisioni unilaterali per le amministrazioni locali, senza tener conto delle specificità territoriali e delle esigenze delle comunità locali“.

Le decisioni di Roma e la severità del Movimento Consumatori

In una nota, l’assessora alle Attività produttive di Roma Capitale, Monica Lucarelli, ha espresso il suo dissenso riguardo alle dichiarazioni del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, sul provvedimento volto a rendere strutturali i tavolini all’aperto. L’assessora ha evidenziato come a Roma si sia lavorato intensamente a un nuovo regolamento che tiene conto delle diverse caratteristiche urbanistiche della città. Sono state analizzate attentamente le varie aree urbane, riconoscendo che ciò che può essere appropriato in un contesto, come il sito Unesco o la città storica con tessuti medievali o rinascimentali, potrebbe non esserlo in un’altra area, come quella novecentesca.

Di “far west selvaggio” parla il Movimento dei Consumatori che chiede una “regolamentazione severa”. “I dehors costituiscono un ulteriore pericolo per i disabili visivi con tavolini anche al di fuori degli spazi transennati – aggiunge Longo –. La moltiplicazione dei coperti ha portato a notevoli guadagni per i ristoratori e gestori di bar senza portare risorse alle casse comunali, oltre a deturpare piazze monumentali e storiche, limitando il godimento delle nostre città d’arte. Ben venga quindi una regolamentazione severa che stabilisca limiti precisi di presenza dei dehors con costi di smantellamento a carico degli abusivi e sanzioni fino alla sospensione o revoca della licenza”.

I riscontri positivi

L’annuncio di rendere strutturali la permanenza di arredi esterni di bar non ha ricevuto solo pareri negativi. Infatti, il presidente di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri, ha espresso soddisfazione per la normativa, affermando che “senza questo intervento migliaia di tavoli rischiavano di sparire“. Banchieri ha poi aggiunto: “l’auspicio è che si lavori per rendere strutturale il regime di semplificazione“, ritenendo che la legge sia in grado di conciliare ordine cittadino, sicurezza stradale e utilizzo dei dehors. La ristorazione all’aperto ha contribuito alla crescita del settore, con un aumento del 7,6% tra il 2018 e il 2023. “Quella dei tavoli all’aperto è stata una rivoluzione“, ha affermato Banchieri, evidenziando come questa misura abbia salvato il comparto della ristorazione.

Antonio Decaro, presidente dell’ANCI, ha riconosciuto l’importanza dei tavolini esterni e dei dehors nel sostenere la ripresa economica e sociale delle città, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, sottolineando però la necessità di regole chiare per evitare occupazioni incontrollate del suolo pubblico. Decaro ha evidenziato l’importanza di un confronto diretto tra il ministro e l’ANCI.

ANCI e UNC su dehors e tavolini esterni

È fondamentale – ha dichiarato – che il ministro si confronti con l’ANCI e ascolti le richieste dei Comuni per stabilire regole certe che possano facilitare il lavoro degli uffici comunali“, ed ha ribadito che, sebbene i tavolini all’aperto e i dehors abbiano giocato un ruolo cruciale nella ripresa post-pandemia, è necessario stabilire una normativa chiara e definita per sostenere le attività economiche in maniera ordinata. L’obiettivo è evitare le occupazioni selvagge del suolo pubblico, garantendo al contempo il supporto alle attività commerciali e la tutela del decoro urbano.

Infine,  sui dehors le decisioni vanno lasciate ai Comuni ha detto Massimiliano Dona, presidente UNC: Sarebbe un errore colossale imporre una qualunque regola nazionale uguale per tutti, rendendo strutturali, il che vuol dire definitivi, i tavolini all’aperto. Uno smacco al federalismo! Ci sono città dove si è trovato un equilibrio tra i consumatori che amano mangiare all’aperto e quelli che vogliono camminare in santa pace lungo una via, altre dove le strade si sono trasformate in giungle d’asfalto e le persone faticano a camminare, costrette a fare slalom tra i tavolini piazzati in mezzo alla via”.

Conclusioni

La discussione sulla regolamentazione dei tavolini all’aperto rimane aperta, con il governo impegnato a trovare un equilibrio tra le esigenze dei commercianti, il decoro urbano e le preoccupazioni dei cittadini. L’obiettivo è garantire un quadro normativo che possa soddisfare tutte le parti coinvolte, migliorando al contempo la vivibilità e l’estetica delle città italiane.

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