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Nasce il Codice della ricostruzione per uniformare le procedure post-sisma

Approvato il disegno di legge che prevede la definizione di un quadro normativo unitario per le attività successive allo stato di emergenza
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Nasce il Codice della ricostruzione per uniformare le procedure post-sisma
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per varare il Codice della ricostruzione. Un passo decisivo dopo che nei mesi scorsi sempre il CdM, su proposta del Presidente Mario Draghi, aveva approvato la definizione di un quadro normativo unitario per il coordinamento delle procedure e delle attività successive a quelle di emergenza nei territori colpiti da eventi sismici. L’obiettivo è realizzare un modello “che assicuri la ripresa delle attività socio-economiche nei medesimi territori. Anche con la definizione di uno specifico ‘stato di ricostruzione’ distinto dallo stato di emergenza”. Il testo stato modificato tenendo conto delle richieste delle Regioni e delle Province autonome e dei Comuni e ha ottenuto il parere favorevole della Conferenza unificata.

Il Codice della ricostruzione

Attualmente in Italia sono in corso almeno sette ricostruzioni post sisma. Ciascuna con le sue regole, le sue procedure, un proprio modello di gestione. Il “Codice” nasce proprio per superare questa frammentazione, che genera confusione normativa e diseguaglianze nei diritti riconosciuti ai cittadini colpiti dalle catastrofi naturali. La delega prevede la creazione di uno specifico Dipartimento delegato alle ricostruzioni nell’ambito della Presidenza del Consiglio, in coordinamento con il Dipartimento della Protezione Civile. Ci sarà la possibilità di nominare dei Commissari straordinari per le ricostruzioni più complesse. Con l’introduzione di uno “stato di ricostruzione”, distinto e successivo allo “stato di emergenza”. Sarà possibile realizzare il passaggio coordinato tra prima assistenza alla popolazione e gestione dello stato di emergenza, affidati al sistema di Protezione Civile, e la successiva fase di ricostruzione.

Principi innovativi

Con il Codice della ricostruzione si introducono alcuni principi innovativi. Innanzitutto, i processi di ricostruzione non devono limitarsi alla mera riparazione materiale dei danni. Devono assicurare ai territori colpiti, invece, anche il recupero del tessuto socioeconomico. Si prevede poi che, in caso di danni molto elevati e di situazioni complesse, si possa attuare una ricostruzione pubblica dei centri urbani e storici dei comuni più colpiti attraverso progetti unitari. Per il rifacimento delle opere pubbliche ecco semplificazioni e meccanismi di accelerazione, come l’obbligo di utilizzare centrali uniche di committenza. Per la prima volta, inoltre, si apre alla possibilità di introdurre polizze assicurative private per il ristoro dei danni da sisma. Delegando il Parlamento a valutare l’eventuale introduzione di forme di indennizzo diverse dal contributo pubblico.

Post sisma 2016

Molte delle soluzioni proposte dalla delega sono mutuate dalle esperienze passate. In particolare, dalle più recenti innovazioni nella ricostruzione post sisma 2016, come il modello di gestione multilivello, affidate ad una Cabina di coordinamento, guidata dal Capo del Dipartimento o dal Commissario. Con i presidenti delle Regioni interessate, i rappresentanti dei sindaci ed il Capo Dipartimento della Protezione Civile. Il fine è stabilire precise modalità di raccordo nel passaggio dalla fase di emergenza a quella della ricostruzione. Confermato, inoltre, il modello amministrativo delle attività di ricostruzione. Basato sugli Uffici Speciali Regionali, che assistono i comuni anche nella pianificazione urbanistica e attuano gli interventi pubblici più rilevanti. Altre attività fondamentali: il monitoraggio, legato alle piattaforme digitali, e i controlli di legalità, con il rafforzamento della Struttura di missione del Ministero dell’Interno.

Codice della ricostruzione, una riforma storica

Grande soddisfazione da parte dei “protagonisti” dell’operazione. A cominciare dal Commissario Straordinario per la ricostruzione 2016, Giovanni Legnini, dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e dal Capo Dipartimento Casa Italia, Elisa Grande, che hanno contribuito alla stesura del testo. Per loro si tratta di “Una riforma di portata storica, che punta a definire un quadro normativo uniforme”. In particolare, Legnini puntualizza che “Il Codice punta alla creazione di un modello unico per le ricostruzioni”. L’obiettivo è stabilire “formule di governance multilivello, con il coinvolgimento del governo centrale, delle Regioni e degli enti locali”. Prevedendo la “costituzione di un’apposita struttura presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dotata di professionalità sperimentate sul campo, cui affidare il coordinamento e la gestione degli interventi insieme agli uffici regionali”.

Regioni e atti di indirizzo

Tra i principi che dovrà contenere il Codice, ecco alcune delle principali novità, grazie anche all’intervento delle Regioni:
  • nomina di un Commissario straordinario del Governo, che coordini gli interventi di ripristino e di ricostruzione privata. Ma dotato di un potere di ordinanza per gli interventi di carattere pubblico;
  • costituzione di una struttura di coordinamento della ricostruzione, nel caso in cui l’evento calamitoso coinvolga più di una regione;
  • nascita di un comitato istituzionale regionale, composto dal presidente della regione, che lo presiede in qualità di vice commissario, dai presidenti delle province e dei comuni interessati. Oltre all’istituzione di diversi uffici per la ricostruzione in ogni regione colpita dall’evento calamitoso;
  • l’adozione di linee guida per una progettazione e un’esecuzione degli interventi che garantiscano una “ricostruzione sicura, unitaria e omogenea”.
Articolo pubblicato l’8 febbraio 2022 – aggiornato il 24 giugno 2022
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