Il
PNRR prevede investimenti che mirano a promuovere l’economia circolare attraverso
progetti faro in materia di raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, plastici, tessili nonché carta e cartone.
A tale proposito, sono stanziati
600 milioni di euro per la misura denominata “Progetti faro di economia circolare”, contemplata nell’ambito della componente n. 1 “
Economia circolare e agricoltura sostenibile” della missione 2 “
Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”.

Nello specifico, la misura citata mira a sostenere il
miglioramento della rete di raccolta differenziata, compresa la
digitalizzazione dei processi e/o della logistica e degli impianti di trattamento/riciclo nei settori produttivi individuati nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare varato dall’UE, tra i quali il settore dell’elettronica e ICT, della carta e del cartone, delle plastiche e dei tessili.
Negli ultimi tempi, infatti, il concetto di economia circolare ha preso particolare piede, in quanto favorisce la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia che mantiene il più a lungo possibile il
valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e che riduce al minimo la produzione di rifiuti.
Sono questi gli obiettivi del
Piano d’Azione Europeo sull’Economia Circolare sopra accennato, fulcro dell’iniziativa
Green Deal europeo presupposto del PNRR.
Agricoltura sostenibile ed economia circolare nel PNRR
E, in questo scenario, la componente n. 1 “
Economia circolare e agricoltura sostenibile” intende perseguire proprio questo percorso di piena sostenibilità ambientale con l’obiettivo di rendere l’economia sia più competitiva che più inclusiva, garantendo un elevato
standard di vita alle persone e riducendo gli impatti ambientali.
Si punta, in altri termini, a un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse e ci si prefigge, in sintesi, l’obiettivo di una
filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, rafforzando le infrastrutture logistiche del settore, riducendo le emissioni di gas serra e sostenendo la diffusione dell’agricoltura di precisione e l’ammodernamento dei macchinari.
Infine, per garantire una transizione equa e inclusiva a tutto il territorio italiano su temi di bioeconomia e circolarità, verranno avviate azioni integrate per rendere le
piccole isole completamente autonome e “
green”, consentendo di minimizzare l’uso di risorse locali, di limitare la produzione di rifiuti e di migliorare l’impatto emissivo nei settori della mobilità e dell’energia.
In questo contesto, il PNRR ha dedicato un apposito investimento chiamato
“Progetti Faro di economia circolare” atto all’ammodernamento di nuovi impianti, in un’ottica integrata di economia circolare.
Lo sviluppo di tecnologie avanzate di riciclo meccanico e chimico delle plastiche
In tal senso, particolarmente interessante è lo sviluppo di tecnologie avanzate di
riciclo meccanico e chimico delle plastiche rivolto anche al “
marine litter”.
Così, si legge nell’apposita sezione del PNRR, la misura intende potenziare la rete di
raccolta differenziata e degli
impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti
target: 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone; 65% per cento di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico, “
Plastic Hubs”); 100% recupero nel settore tessile tramite “
Textile Hubs“.
A sostegno della misura e per il raggiungimento degli obiettivi verrà sviluppato un
sistema di monitoraggio su tutto il territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali” attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale.
Le risorse per le imprese che investono in economia circolare
Di conseguenza, le imprese che supportano costi volti al miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare con target di riciclo specifici saranno i principali destinatari del beneficio in questione (per un totale, si ricorda, di 600 milioni di euro) attivato, in concreto, dal Ministero della transizione ecologica con
DM n. 397 del 28/09/2021, mediante il quale sono stati definiti i criteri di valutazione dei progetti e la suddivisione delle risorse per 4 linee di intervento.
Il 60% delle risorse verrà destinato alle Regioni del Centro-Sud, (nonché Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e il restante 40% alle Regioni del Centro-Nord: per ciascuna linea di intervento saranno quindi previsti due
plafond distinti.
Le misure saranno suddivise in 4 linee di intervento da € 150 mln. ciascuna
Le misure saranno suddivise in
4 linee di intervento da € 150 mln ciascuna, da attivarsi a seguito di procedura ad evidenza pubblica, con l’intento di sviluppare i seguenti ambiti.
Al primo posto, troviamo l’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche c.d.
RAEE comprese pale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.
A seguire, l’ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone.
L’obiettivo della terza linea riguarda, invece, la realizzazione di nuovi impianti per il
riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, “
Plastic Hubs“), compresi i rifiuti di plastica in mare (“
marine litter”), accennati in precedenza.
Infine, si intende finanziare l’infrastrutturazione della
raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post-consumo, l’ammodernamento dell’impiantistica e la realizzazione di nuovi impianti di riciclo delle frazioni tessili in ottica sistemica c.d. “
Textile Hubs”.
Gli interventi non ammissibili
Viceversa,
non saranno ammissibili interventi che hanno ad oggetto investimenti in discariche, impianti di trattamento meccanico biologico/trattamento meccanico o inceneritori, combustibili derivati da rifiuti o l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti (secondo il principio europeo “
Do No Significant Harm”, non arrecare un danno significativo”).
I costi ammissibili corrispondono ai costi d’investimento supplementari necessari per realizzare un investimento che conduca ad attività di riciclaggio o riutilizzo rispetto a un processo tradizionale di attività di riutilizzo e di riciclaggio di analoga capacità che verrebbe realizzato in assenza di aiuti.
Economia circolare nel PNRR: un’azione di remediation per l’Italia
Probabilmente, i progetti faro e i benefici che ne derivano rappresentano un’azione di
remediation per l’Italia ancora lontana dal raggiungimento dei
target fissati dall’Unione Europea (ad esempio con la direttiva sul “
Pacchetto Economia Circolare“).
Di conseguenza, le proposte progettuali del PNRR potranno costituire uno
strumento di rivincita per l’Italia per mettersi in pari rispetto agli obiettivi sfidanti europei relativamente alle macroaree della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, all’ammodernamento e lo sviluppo di impianti di trattamento rifiuti nonché per colmare il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud.