PNIEC, pubblicato il testo definitivo del Piano Energia e Clima
Giunge finalmente a termine il percorso di elaborazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Il testo, predisposto dai ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e Trasporti, ha avuto l’ok della Commissione europea ed è stato pubblicato nella sua versione finale.
Obiettivi nazionali al 2030 per energia e clima
Il PNIEC stabilisce gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. A questi si aggiungono gli obiettivi in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità sostenibile. Delineando per ciascuno di essi le misure che saranno attuate per garantirne il raggiungimento.
L’attuazione del Piano sarà assicurata dai decreti legislativi di recepimento delle direttive europee in materia di efficienza energetica, di fonti rinnovabili e di mercati dell’elettricità e del gas. L’emanazione è prevista nel corso del 2020.
La tabella riassume i principali obiettivi stabiliti dal documento.

Target (leggermente) al rialzo per le rinnovabili
Rispetto alla bozza redatta a gennaio 2019, troviamo qualche novità, dettata soprattutto dal recepimento di alcune prescrizioni previste nel Green Deal europeo di recente approvazione.
La prima riguarda le rinnovabili, che complessivamente dovranno coprire, entro il 2030, il 30% dei consumi finali lordi. Con la seguente ripartizione:
- 55% nel settore elettrico (quota invariata)
- 33,9% nel settore termico, usi per riscaldamento e raffrescamento (+0,9 punti percentuali rispetto alla bozza)
- 22,0% nei trasporti (+0,4 punti percentuali rispetto alla bozza)
Veicoli elettrici al centro del PNIEC
Sul fronte dei trasporti, il Governo rivede al rialzo le previsioni in tema veicoli elettrici e ibridi.
Le nuove immatricolazioni di auto elettriche, si legge nel documento, aumenteranno progressivamente fino a “raggiungere l’obiettivo cumulato di circa 4 milioni di auto elettriche pure o EV al 2030, che se sommate alle auto ibride plug in, consentirebbero di arrivare a un valore complessivo di circa 6 milioni di auto elettrificate al 2030”.
Efficienza energetica ed emissioni di gas serra
Restano, invece, invariati i target sull’efficienza energetica e sulle emissioni di gas serra. Il PNIEC prevede un obiettivo indicativo di riduzione dei consumi al 2030 pari al 43% dell’energia primaria e al 39,7% dell’energia finale rispetto al 2007.
Mentre sul fronte delle emissioni, viene confermato il target di riduzione del 33% per tutti i settori che non rientrano nell’ETS comunitario. Ossia: trasporti (esclusa l’aviazione), residenziale, terziario, industria non energivora, agricoltura e rifiuti.
Ricordiamo invece che, a livello europeo, l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2030 di almeno il 40% rispetto al 1990 è ripartito tra i settori ETS e non ETS.
Critiche le associazioni sul PNIEC
Le critiche al PNIEC non hanno tardato ad arrivare. Italia Solare sottolinea come il Pniec resti un piano ‘gas-centrico’ che, secondo il Presidente Paolo Rocco Viscontini, “non ha il coraggio di puntare direttamente sulle rinnovabili nel processo di transizione energetica.”
Sebbene ci sia stato un leggerissimo incremento rispetto alla bozza del documento, secondo l’Associazione, l’obiettivo finale di 52 GW rimane insufficiente. Questo perché non si considera la perdita di producibilità a causa del degrado dei moduli.
È dello stesso avviso Greenpeace, che lo ha definito un testo insufficiente a contrastare l’emergenza climatica in cui viviamo.
“Ad una prima lettura del testo proposto dal governo si vedono aumenti quasi insignificanti per gli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili termiche, mentre il gas, uno dei responsabili della crisi climatica, continua ad essere il padrone indiscusso del futuro del nostro Paese”, dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia.
Il Coordinamento Free si unisce al coro, accusando la mancanza di una visione industriale.
“La questione più preoccupante è quella legata al carbone”- ha affermato il Presidente Giovanni Battista Zorzoli. “L’uscita dal carbone viene condizionata a una serie di infrastrutture quali il cavo Hvdc Sardegna-Sicilia-Sud che sono difficilmente completabili entro il 2025, mettendo così una seria ipoteca sull’abbandono del combustibile fossile più climalterante.”
Il Coordinamento Free sottolinea inoltre come all’interno del Pniec non sia stata presa nemmeno in considerazione l’idea di costituire una cabina di regia presso Palazzo Chigi come strumento a garanzia dell’attuazione del Piano.

