Modelli e strategie

Anti Covid-19 da Formula 1: le linee guida Ferrari

Perchè le Linee guida anticontagio da Covid-19 applicate in Ferrari per la ripresa delle attività dopo il lockdown possono essere prese come riferimento? L'approccio dell'HSE
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Anti Covid-19 da Formula 1: le linee guida Ferrari

In questo articolo l’autore Antonio Pedna analizza le Linee guida – Comportamenti in azienda – COVID-19 elaborate in casa Ferrari, spiegando perchè sono un modello da seguire.

Non si diventa uno dei marchi più famosi del mondo, non si realizzano oggetti ammirati e concupiti indistintamente dalle persone normali così come da rockstar inglesi, sceicchi arabi, capitalisti americani, oligarchi russi, calciatori sudamericani, e naturalmente dai bambini di tutto il mondo, perché si è inclini a trascurare i dettagli, ad affrontare le cose superficialmente.

Non si vincono centinaia di gare in tutte le competizioni motoristiche del mondo, non si diventa l’obiettivo della carriera di ogni pilota, non si rimane ai vertici del campionato mondiale automobilistico più competitivo del mondo, la Formula 1, ininterrottamente per settant’anni dalla sua ideazione, nel 1950, ad oggi, perché si affrontano le sfide in modo remissivo. «Il secondo è il primo degli ultimi», ripeteva Enzo Ferrari, il visionario creatore di quella fabbrica di sogni che è la Ferrari S.p.A., da lui fondata a Maranello, in provincia di Modena, nel 1947.

Le due ragioni per cui le Linee guida Ferrari sono un modello da seguire per le aziende

Evidentemente la Ferrari ha messo questo stesso spirito nella definizione delle misure di protezione dal COVID-19 adottate in azienda: le Linee guida – Comportamenti in azienda – COVID-19 che possono essere a buon titolo prese come riferimento, per due buone ragioni. La prima è che la possibilità che l’epidemia possa avere conseguenze sulle persone che popolano l’azienda è stata presa dannatamente sul serio, lasciando poco spazio alle considerazioni del tipo “mettiamo a posto le carte” o vediamo quello che dice la legge.

È da pensare che l’apertura ai mercati internazionali e la conoscenza diretta di quello che è avvenuto in passato in estremo oriente, con la SARS nel 2003 e che si è ripetuto nei primi mesi dell’anno con il COVID-19 abbiano fatto drizzare le orecchie al management, magari ancor prima del 20 febbraio, quando viene fatta la prima diagnosi di un contagio avvenuto in Italia al trentottenne lombardo che si era recato più volte all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, per sintomi di sospetta polmonite.

Il secondo motivo per cui questo documento deve essere letto da imprenditori, specialisti della sicurezza e da chiunque abbia un interesse professionale nell’implementazione di protocolli anti-contagio nelle aziende, è che l’analisi delle situazioni che si possono trovare negli ambienti di lavoro – che sono molte di più delle semplici condizioni lavorative – è condotta con sistematico approfondimento e che le scelte sono sempre ponderate e giustificate dall’obiettivo di ottenere il massimo rendimento. Come in Formula 1.

Come si trasmette il virus Covid-19 e le misure di prevenzione antincontagio

Come è noto, il Ministero della Salute afferma che il SARS-CoV-2 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo;
  • contatti diretti personali;
  • le mani, ad esempio, toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi;
  • in rari casi il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.

Le misure di prevenzione e di protezione dal contagio sono quindi il distanziamento sociale, igiene personale e ambientale, utilizzo di barriere contro il contagio e di dispositivi di protezione individuale. In Italia queste sono state definite e formalizzate mediante l’adozione di diversi accordi settoriali, come il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020, con analoghi per il mondo dell’edilizia e della logistica e trasporti. La loro applicazione può essere un esercizio superficiale; qui non lo è stata. Ecco qualche esempio, che può valere da spunto per qualsiasi organizzazione.

L’HSE anti Covid-19 in casa Ferrari: Linee guida- Comportamenti in azienda

Struttura delle Linee guida

Già la struttura del documento è indicativa di una elevata professionalità: c’è un indice ed è posto nel punto in cui è più utile, la copertina. Il primo argomento che viene affrontato spiega le finalità e i termini di validità del documento e la sua articolazione è diretta, con un vocabolario funzionale alla trasmissione di informazioni e senza ripetizioni. Non solo le pagine sono numerate, ma ogni pagina riporta anche l’indicazione della revisione, utile nel caso vengano distribuiti stralci. Che differenza con il Protocollo… del 24 aprile, dove abbondano termini generici, ripetizioni, una prosa sciatta e arzigogoli. Uno per tutti, la presenza di ben due premesse, termine che ha l’unica funzione di dire che sta prima di qualcos’altro.

Il comitato di verifica è fondamentale: da chi è composto

Il comitato previsto per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, definito dal Protocollo… del 24 aprile, da molti considerato una complicazione burocratica, è stato invece valutato fondamentale, tanto che la sua costituzione è annunciata sin dalla prima pagina delle Linee guida e la sua composizione è stata potenziata con la cooptazione di manager rilevanti quali il direttore risorse umane, il responsabile tutela patrimonio e servizi generali, RSPP, medico competente e il responsabile delle relazioni con le persone.

Gli effetti positivi di questa scelta sono nell’accessibilità non solo delle informazioni rilevanti, ma soprattutto delle valutazioni degli specialisti e nella possibilità di intervenire rapidamente sui temi rilevanti, dal momento che tutti i vari responsabili sono coinvolti. Mentre è scontata la funzione della maggior parte delle figure, avere in squadra lo specialista della comunicazione con le persone è una decisione brillante, che mette in grado di agire anche non solo sulla sostanza, ma anche sulle percezioni delle varie parti interessate.

Viaggi di lavoro sospsesi

I viaggi di lavoro sono stati sospesi, a meno di eccezioni valutate singolarmente dal datore di lavoro. Sono stati comunque predisposti servizi per la loro gestione, come la verifica sanitaria prima della partenza e dopo il rientro e comunque sempre prima della ripresa dell’attività lavorativa in stabilimento e la distribuzione di dotazioni per il viaggio che consistono in due mascherine per giorno di trasferta e gel disinfettante.

Personale con particolari situazioni di fragilità

Uno spazio rilevante è stato dedicato al personale che si trova in particolari condizioni di salute, come stato di gravidanza, diabetico insulinodipendente, immunodepresso per cure o malattia, al quale viene chiesto di fare riferimento alla sala medica, un approccio proattivo all’indicazione del Protocollo… del 24 aprile che chiede che il coinvolgimento del medico competente, alla ripresa delle attività, per l’identificazione “dei soggetti con particolari situazioni di fragilità”.

Procedure e DPI

All’ingresso il lavoratore viene sottoposto alla ormai diventata consueta misurazione della temperatura personale e informato delle regole da rispettare all’interno del perimetro aziendale. Gli vengono consegnate due mascherine chirurgiche, che è obbligatorio indossare in azienda, fatto salvo quanto la valutazione dei rischi indichi attrezzature differenti, e valica l’accesso transitando su un tappetino sanificante.

Marcatempo abolito

Allo scopo di evitare assembramenti è stato abolito il marcatempo e la presenza degli addetti viene certificata dal responsabile diretto. Si è provveduto a installare cartelloni e a ridefinire la capienza massima e, a volte, le modalità di fruizione di tutti gli ambienti, incluse sale riunioni, aree ristoro, cabine fumo, infermerie e ristoranti aziendali, anche inibendo le sedute “a scacchiera”.

Porte aperte e segnalazioni a terra

In particolare, è stato stabilito di mantenere aperte le porte, per evitare di dovere toccare le maniglie, escluse naturalmente quelle dei servizi igienici e le tagliafuoco, e di evitare l’utilizzo di ascensori, con l’esclusione delle persone con disabilità. Sono state posizionate segnalazioni e strisce a terra, per garantire il mantenimento della distanza interpersonale, diversificati gli ingressi dalle uscite, per evitare incroci, e definito un accesso specifico all’ambulatorio aziendale per il personale che mostrasse sintomi influenzali.

Pasti confezionati e self-service per le bevande

Allo scopo di ridurre l’accesso ai ristoranti aziendali, stata potenziata l’offerta di pasti confezionati in cestini, consentendo la consumazione dei pasti all’aperto, quando le condizioni atmosferiche lo rendono possibile, o presso la propria scrivania, previa sua sanificazione preventiva e pulizia alla fine. Il cibo proveniente dall’esterno deve essere confezionato all’origine per evitare la contaminazione ed il personale deve indossare mascherina e guanti.

È stato stabilito che le bevande calde e fredde non possano essere disponibili in modalità self-service, sono stati rimossi i bottiglioni di acqua e, in prossimità delle macchine distributrici di bevande o alimenti, sono stati depositati guanti usa e getta, che devono essere utilizzati per la digitazione sulla pulsantiera. Sono state abolite le pause collettive, che ora vengono usufruite singolarmente, e rimossi tavoli e sedute nelle aree ristoro, fissando a due il massimo di persone contemporaneamente presenti.

Sanificazione secondo i modelli orientali

Grande importanza viene attribuita alla sanificazione, più sull’esempio delle esperienze dell’estremo oriente che secondo le direttive del Protocollo… del 24 aprile:

  • ogni 30 minuti vengono sanificati i tavoli mensa negli orari di servizio, i pulsanti delle macchine distributrici di bevande e snack, i corrimani delle scale;
  • quattro volte al giorno si procede alla sanificazione del bancone delle reception, delle scrivanie e delle sale d’attesa delle infermerie, dei sanitari e delle maniglie dei servizi igienici;
  • due volte al giorno vengono sanificati gli arredi degli spogliatoi e delle sale di ristoro, i pulsanti degli ascensori, i tavoli delle sale riunione e le scrivanie degli uffici;
  • una volta alla settimana vengono sanificate le unità di trattamento dell’aria.

È possibile chiedere la sanificazione, a discrezione di, dispositivi di auto-sanificazione delle mani, sale riunioni, veicoli, scrivanie, postazione lavoro, tastiere computer, touch screen, fotocopiatrici.

Il tracciamento: come procedere secondo le Linee guida Ferrari

Infine, l’azienda ha predisposto procedure per la raccolta delle informazioni dei contatti avuti dalla persona affetta da virus, per la gestione del luogo di lavoro da sanificare e per le possibili informazioni da comunicare alle autorità competenti e rende disponibile supporto sanitario a domicilio ai lavoratori che siano stati contagiati, fornendo ad esempio saturimetro e bombole di ossigeno e assistenza telefonica da parte del medico competente aziendale.

L’eccellenza nel DNA Ferrari, anche nella gestione HSE

Non c’è che dire: anche qui la Ferrari si è mostrata una eccellenza. Un atteggiamento che immagino venga dal DNA del fondatore, che si pregiava di dire: «l’azienda è composta primo dagli uomini che ci lavorano, poi dai macchinari ed infine dai muri». Non tutti gli imprenditori se ne ricordano, di Ferrari ce ne è stato solo uno.

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