Economia circolare a prova di CORDIS Results Pack
L’economia circolare è al centro della ricerca di governi, imprese, istituti di ricerca e ONG. L’obiettivo è trovare modalità di riutilizzo dei prodotti e ripristino della loro energia. Un Results Pack del CORDIS esamina sei progetti finanziati dall’Unione Europea. Lo scopo è trasformare il nostro modello economico attuale “produci-utilizza-smaltisci”, diventato dispendioso e insostenibile, e di separare la crescita industriale dagli impatti ambientali.
I progetti sono in linea con la strategia e le priorità proposte dalla nuova presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per il new Green Deal europeo e il nuovo piano d’azione per l’economia circolare. I lavori si concentreranno sull’utilizzo di risorse sostenibili, soprattutto in industrie ad elevata intensità di risorse ed elevato impatto quali il settore tessile e il settore edile.
La produzione dei rifiuti: il ruolo nell’economia circolare
Attualmente, un cittadino europeo genera in media circa 5 tonnellate di rifiuti all’anno. Di queste solo una piccola quantità giunge a riciclo, mentre la maggior parte finisce in discarica o incenerita. La difficoltà di gestire quantità crescenti di rifiuti, provenienti in particolare dalle aree urbane in crescita, rappresenta un costo significativo per la società e mette sotto pressione l’ambiente.
Il materiale di scarto, però, costituisce anche una risorsa. Questa può essere sfruttata o riutilizzata, riducendo gli sprechi e contribuendo a preservare l’ambiente, le risorse dell’Europa e la società dagli impatti dei cambiamenti climatici. Per questo l’Ue è impegnata ad attuare i principi della gerarchia di gestione dei rifiuti. L’idea di base è di promuovere la prevenzione dei rifiuti, il loro riutilizzo e riciclaggio e il loro recupero di energia. Il riferimento è la direttiva quadro sui rifiuti. Inoltre, l’Ue promuove soluzioni eco-innovative, prodotti, processi e servizi per diventare più efficiente nell’impiego delle risorse e rendere l’economia europea più sostenibile.
I sei progetti direzione economia circolare
Attraverso il programma Horizon2020, l’Ue ha finanziato sei progetti che propongono soluzioni innovative per promuovere la riduzione dei rifiuti e il miglioramento dell’efficienza delle risorse nei settori:
- tessile,
- edile,
- fotovoltaico,
- siderurgico,
- dei rifiuti ingombranti e urbani.
Le iniziative puntano alla simbiosi industriale. Questo per consentire una riduzione significativa delle emissioni di gas serra. E contribuire al raggiungimento di un’economia neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, in linea con gli orientamenti politici della Commissione von der Leyen.
Tessuti e edilizia sostenibile
Il progetto pilota RESYNTEX, in Slovenia, è un impianto di riciclaggio di tessuti che ricicla 100 tonnellate di rifiuti tessili non indossabili all’anno. Li trasforma in materie prime secondarie per l’industria chimica e tessile ed estraendo risorse e prodotti chimici. L’industria tessile dell’Ue, infatti, genera rifiuti stimati in 16 milioni di tonnellate all’anno. I due terzi circa di questi rifiuti finiscono in discarica o inceneriti.
Il progetto BAMB punta all’edilizia sostenibile. L’obiettivo è ridurre i rifiuti da costruzione e demolizione attraverso un nuovo modo circolare e standardizzato di progettazione edilizia. L’idea di base è di recuperare, riparare e riutilizzare i materiali da costruzione. Inoltre, ha favorito un cambiamento di paradigma in cui materiali, componenti ed edifici sono valutati e concepiti considerando i requisiti di una circolarità effettiva. Questo va oltre gli approcci di analisi del ciclo di vita lineari e limitati attualmente utilizzati negli strumenti e nelle metodologie del settore dell’edilizia.
Il progetto FISSAC si prefiggeva di accelerare la transizione verso un’economia circolare nel settore dell’edilizia, attraverso una nuova piattaforma basata sul cloud che aiuta le industrie a ridurre al minimo gli scarti e migliorare la sostenibilità. I membri del progetto hanno lavorato su uno strumento decisionale per valutare le considerazioni sul ciclo di vita di materiali e processi insieme a uno strumento di networking volto a identificare e stabilire partenariati simbiotici, con un approccio a zero rifiuti alla catena del valore delle costruzioni e della demolizione.
Materiali preziosi, dagli ingombranti e dalle nuove tecnologie
Il progetto CABRISS ha sviluppato metodi per il recupero di materiali preziosi dai rifiuti fotovoltaici, come il silicio, l’indio e l’argento, per il loro riutilizzo nell’industria. L’iniziativa contribuisce a trasformare in nuove opportunità commerciali gli obblighi di legge ai sensi della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) dell’Ue. Questa stabilisce che entro il 2018 l’85 % dei rifiuti PV deve essere recuperato e l’80 % riciclato e riutilizzato.
Il progetto URBANREC ha progettato un innovativo sistema di gestione dei rifiuti ingombranti per migliorare la prevenzione dei rifiuti e promuovere nuove forme di trattamento dei rifiuti per ottenere prodotti riciclati con un alto valore aggiunto. Questo flusso di rifiuti, infatti, ha molti impatti ambientali diversificati e pone numerose sfide legate alla logistica, all’utilizzo e alla gestione.
Infine, il progetto Waste4Think ha utilizzato le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare tutte le fasi della catena del valore dei rifiuti, adattando un approccio globale incentrato sulla partecipazione dei cittadini per andare verso un’economia circolare e costruire città più sostenibili ed ecocompatibili. Il team sta sviluppando e sperimentando 20 soluzioni eco innovative, che contemplano l’intera catena del valore dei rifiuti, che proteggeranno dall’esaurimento delle risorse e supporteranno anche nuove vie di valorizzazione dei rifiuti, principalmente rifiuti organici e pannolini.

