Modelli e strategie

Decreto clima, le novità in attesa della conversione in legge

Quali sono le principali novità del Decreto clima? Un'analisi ragionata che guarda al Green New Deal e alle manovre richieste dall'Europa
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Decreto clima, le novità in attesa della conversione in legge

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria. È il Decreto clima. Le nuove norme mirano a incentivare comportamenti e azioni virtuosi. E puntano a programmare una serie di interventi multilivello, idonei a coinvolgere diversi ambiti e protagonisti. In attesa di valutare se, e come, verrà convertito in legge, vediamo quali sono le principali novità introdotte dal Decreto clima, molte delle quali sono soltanto annunciate. Infatti per essere operativi, è necessaria non solo la conversione in legge del decreto ma soprattutto i decreti attuativi.

La strategia prima di tutto Le mobilità sostenibili La RI-forestazione urbana La lotta alle procedure di infrazione nel Decreto Clima La pubblicità dei dati ambientali Prodotti sfusi e alla spina nel Decreto clima

La strategia prima di tutto

Nella relazione illustrativa il Governo giallo-rosso ha richiamato il rapporto speciale su “Cambiamenti climatici, desertificazione, degrado terrestre, sostenibilità del territorio, sicurezza alimentare e flussi di gas serra negli ecosistemi terrestri”, nel quale il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici dell’Onu (IPCC) ha evidenziato la stretta relazione che sussiste fra tutti questi fattori e le anomalie climatiche cui stiamo assistendo negli ultimi anni.

Alcune delle misure suggerite per ridurre le emissioni di gas serra – ha sottolineato l’IPPC – “hanno un impatto tangibile ed immediato”, mentre altre “richiedono decenni per ottenere risultati”. In sostanza, “vi è la necessità di apprestare interventi globali e tempestivi al fine di arginare conseguenze nocive ulteriori, ma anche di elaborare azioni che interessino una molteplicità di settori, sfruttando prima di tutto le potenzialità delle soluzioni naturali per diminuire le emissioni di gas serra”.

Il rapporto, realizzato da 66 ricercatori da tutto il mondo, evidenzia una serie di dati allarmanti ed analizza le possibili azioni per ridurre le emissioni di gas serra e per limitare il riscaldamento globale. Tra queste ci sono:
  • il ripristino del territorio e la gestione del carbonio organico nel suolo,
  • la conservazione degli ecosistemi,
  • la riduzione della deforestazione e del degrado,
  • la riduzione della perdita e dello spreco di cibo, ecc.

Decreto clima e strategia del governo

Secondo il Governo, questo decreto si prefigge di realizzare una serie di “misure positive, concrete, destinate a coinvolgere amministrazioni a più livelli, esperti e cittadini, puntando a realizzare [alcune delle] finalità indicate dall’attuale programma di governo […] realizzare un Green New Deal, che comporti un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale”.

Gli obiettivi della riforma (in fieri)
Misure urgenti in tutti i settori considerati estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici:
  • acqua,
  • agricoltura,
  • biodiversità,
  • costruzioni ed infrastrutture,
  • energia,
  • prevenzione dei rischi industriali rilevanti,
  • salute umana,
  • suolo ed usi correlati,
  • trasporti.
Logica sottesa alle misure previste: incentivare comportamenti ed azioni virtuose programmando una serie di interventi multilivello, idonei a coinvolgere tutti gli attori responsabili (e quindi le amministrazioni ma anche i cittadini), ma di farlo con un preciso contingente temporale.
Tempistiche e scopo: le azioni dovranno essere realizzate in tempi brevi e secondo una programmazione che evidenzi le responsabilità degli interventi, in modo che, al termine del periodo indicato, si possano effettivamente verificare i risultati, misurare l’efficacia delle azioni poste in essere, attribuire meriti e demeriti e, infine, stabilire una nuova strategia di intervento che sia effettivamente calibrata sugli obiettivi non ancora raggiunti.

In quest’ottica, si prevede che – entro lo stesso termine entro il quale il decreto-legge deve essere convertito in legge, pena la perdita di efficacia – verrà approvato un Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria, che avrà “carattere ricognitivo rispetto ai piani e programmi che in maniera trasversale o incidentale già si occupano anche del contrasto ai cambiamenti climatici e di miglioramento della qualità dell’aria”. Di conseguenza, e “in coerenza con quanto indicato dal programma di governo”, ciascuna amministrazione pubblica promuove e “conforma le attività di propria competenza al raggiungimento degli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici e miglioramento della qualità dell’aria”.

Le mobilità sostenibili

Il primo pacchetto di misure riguarda le mobilità sostenibili. Innanzitutto il “buono mobilità” destinato ai cittadini che risiedono in Comuni che superano i limiti di emissioni inquinanti indicati dalla normativa europea sulla qualità dell’aria.

Il “buono mobilità”

Cos’è: il buono consiste in un contributo di 500 o 1.500 euro per chi rottama rispettivamente un motociclo o un’auto fino alla classe euro 3 entro il 31 dicembre 2021 Possibili utilizzi: il “buono mobilità” potrà essere usato per acquistare abbonamenti di trasporto pubblico locale o biciclette anche a pedalata assistita Dotazione: – 5 milioni di € per l’anno 2019; – 70 milioni di € per l’anno 2020; – 70 milioni di € per l’anno 2021; – 55 milioni di € per l’anno 2022; – 45 milioni di € per l’anno 2023 – 10 milioni di € per l’anno 2024 Copertura: alla relativa copertura si provvede mediante corrispondente utilizzo, per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024 di quota parte dei proventi delle aste delle quote di emissione di CO2, versata dal GSE ad apposito capitolo del bilancio dello Stato, che resta acquisita definitivamente all’erario. Scopo: ridurre le emissioni climalteranti Caratteristiche del buono mobilità:
  • non costituisce reddito imponibile del beneficiario;
  • non rileva ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente.
Modalità e termini per l’ottenimento e l’erogazione del beneficio: verranno stabiliti da un decreto ministeriale, entro metà dicembre.

Il focus sul TPL

Il secondo incentivo per le mobilità sostenibili riguarda l’istituzione di un fondo per finanziare progetti di creazione, prolungamento, ammodernamento di corsie preferenziali di trasporto pubblico locale. Il Governo ha autorizzato una spesa di 20 milioni di € per ciascuno degli anni 2020 e 2021 (alla relativa copertura si provvede mediante corrispondente utilizzo, per ciascuno degli anni 2020 e 2021, di quota parte dei proventi delle aste delle quote di emissione di CO2, anche in questo caso versata dal GSE ad apposito capitolo del bilancio dello Stato, che resta acquisita definitivamente all’erario). Entro fine novembre dovrà essere emanato un decreto del ministro dell’ambiente, con il quale saranno stabilite le modalità e i termini di presentazione delle domande.

Infine, è previsto uno stanziamento per i Comuni con particolari livelli di inquinamento che realizzano o implementano il trasporto scolastico dei bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale attraverso mezzi di trasporto ibridi elettrici o non inferiori a euro 6, immatricolati per la prima volta dopo il 31 agosto 2019.

La RI-forestazione urbana

Al fine di adottare misure urgenti per l’adattamento climatico nelle città metropolitane e migliorare la qualità dell’aria, il Governo ha istituito un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura a favore delle città metropolitane, che sarà finanziato con parte della quota che sarà riassegnata nel 2019 al Ministero dell’ambiente dai proventi 2018 delle aste dei diritti di emissione di CO2 (limite complessivo: 30 milioni di €).

Decreto attuativo: entro 60 giorni: definizione dei criteri, delle modalità e delle finalità per la progettazione degli interventi, oltre che del riparto dei fondi. Occorrerà tenere conto, quali criteri di selezione, della valenza ambientale e sociale dei progetti, del livello di riqualificazione e di fruibilità dell’area, dei livelli di qualità dell’aria e della localizzazione nelle zone oggetto delle procedure di infrazione in materia.
Presentazione delle progettazioni:
  • entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del decreto attuativo;
  • devono essere corredate dai programmi operativi di dettaglio con i relativi costi;
  • il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico svolge le istruttorie e può avvalersi degli esperti del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente.

La lotta alle procedure di infrazione nel Decreto clima

Ad oggi si contano 18 procedure di infrazione in materia ambientale. In particolare, l’Italia nel dicembre 2014 è stata condannata e sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea per la presenza sul territorio nazionale di 200 siti di discariche abusive. Questo dopo un procedimento di infrazione iniziato 11 anni prima.

Nel 2017 è stato nominato il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale. Con il Decreto clima il Governo ha voluto disciplinare in modo organico le relative attività. Ed ha individuato in sede di normazione primaria vari aspetti connessi al modus operandi attualmente seguito dalla struttura commissariale in modo da dettagliare l’organizzazione e il funzionamento della struttura.

La pubblicità dei dati ambientali

Convenzione di Aarhus: la “Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” è stata firmata nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, nel 1998 ed è entrata in vigore nel 2001.
Informazioni ambientali: qualsiasi informazione disponibile in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque altra forma concernente l’ambiente (a mero titolo esemplificativo, si intendono informazioni ambientali tutte quelle riguardanti lo stato delle acque, dell’aria, del suolo, della fauna, della flora, del territorio e degli spazi naturali; le attività o le misure che incidono o possono incidere negativamente su tali componenti ambientali; lo stato della salute e sicurezza umana, le relazioni sull’attuazione della legislazione ambientale, etc.).

Per adempiere alle previsioni della Convenzione di Aarhus, e fermo restando il diritto di accesso diffuso dei cittadini singoli e associati alle informazioni ambientali, i soggetti obbligati pubblicano, nell’ambito dei relativi obblighi, anche i dati ambientali risultanti da rilevazioni effettuati dai medesimi ai sensi della normativa vigente.

Inoltre, in base alla nuova normativa i gestori di centraline e di sistemi di rilevamento automatico dell’inquinamento atmosferico, della qualità dell’aria e di altre forme di inquinamento ed i gestori del servizio idrico pubblicano in rete – entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge – le informazioni sul funzionamento del dispositivo, sui rilevamenti effettuati e tutti i dati acquisiti. Tutti questi dati sono acquisiti, con modalità telematica, dall’ISPRA che provvede, sulla base di una specifica convenzione, a renderli fruibili su un’apposita sezione del sito istituzionale del Ministero dell’ambiente.

I soggetti obbligati

  • Pubbliche amministrazioni: tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale
  • enti pubblici economici
  • ordini professionali
  • società in controllo pubblico
  • associazioni, fondazioni ed enti di diritto privato comunque denominati, anche privi di personalità giuridica, con bilancio superiore a cinquecentomila euro, la cui attività sia finanziata in modo maggioritario per almeno due esercizi finanziari consecutivi nell’ultimo triennio da pubbliche amministrazioni e in cui la totalità dei titolari o dei componenti dell’organo d’amministrazione o di indirizzo sia designata da pubbliche amministrazioni.

Prodotti sfusi e alla spina nel Decreto clima

Il Decreto clima introduce un contributo a fondo perduto per gli esercenti commerciali di vicinato e di media struttura che allestiscono spazi per la vendita ai consumatori di prodotti sfusi e alla spina (alimenti e detergenti). L’importo massimo previsto per ogni esercente è di 5000 €. Il fondo messo a disposizione dello Stato è di 20 milioni di € complessivi per ciascuno degli anni 2020 e 2021. Il contributo è corrisposto secondo l’ordine di presentazione delle domande ammissibili, sino ad esaurimento delle predette risorse. Una delle condizioni principe è che il contenitore offerto dall’esercente non sia monouso. Anche in questo caso, entro metà dicembre saranno fissate le modalità:

  • per l’ottenimento del contributo,
  • per la verifica dello svolgimento dell’attività di vendita per un periodo minimo di tre anni (pena la revoca del contributo).
Salta l’ipotesi degli sconti applicati sui prezzi dei prodotti sfusi. A beneficiare delle agevolazioni saranno solo gli esercenti.
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