Modelli e strategie

Attuazione Pnrr, risultano tutti conseguiti a sistema gli obiettivi europei in scadenza

Ma dalla relazione della Corte dei Conti sui risultati 2023 emerge che in oltre il 40% dei casi gli enti attuatori sono ricorsi a proprie disponibilità per assicurare le spese
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Attuazione Pnrr, risultano tutti conseguiti a sistema gli obiettivi europei in scadenza

La Corte dei Conti ha diffuso la Relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) al termine del 2023, da cui risulta che l’attuazione delle misure del Pnrr è sostanzialmente in linea con la programmazione ma permangono difficoltà di ordine contabile e amministrativo che riducono le capacità di spesa degli Enti locali atuatori delle misure.

La Corte dei conti e la revisione del Pnrr

Per effetto della revisione del Piano, operata dal Governo l’anno scorso, aumentano di 2,9 miliardi le risorse a disposizione (da 191,5 a 194,4 miliardi), con un incremento della spesa prevista per il biennio 2025-2026 (rispettivamente +7 e +8,2 miliardi rispetto al quadro finanziario precedente). Cresce la quota di spese aggiuntive per nuovi progetti (+13,5 miliardi), a fronte della riduzione di quella destinata ai progetti in essere (-10,6 miliardi).

La relazione rileva un ribilanciamento delle tipologie di spese attivate attraverso il Pnrr, a favore delle imprese:

  • cresce il peso degli interventi operanti nella forma della concessione di incentivi ad unità produttive, passati dal 16,8 al 22,2 per cento (+11,1 miliardi), in gran parte grazie all’introduzione delle nuove misure dei crediti d’imposta del Piano Transizione 5.0 (6,3 miliardi);
  • si riduce, invece, la “realizzazione dei lavori pubblici” (-11,5 miliardi), con un peso in flessione dal 48,1 al 41,4 per cento.

L’attuazione semestrale del Pnrr secondo la Corte dei Conti

Risultano tutti conseguiti a sistema gli obiettivi europei in scadenza a fine 2023.  I risultati di avanzamento di quelli con rilevanza nazionale sono elevati, con tasso di raggiungimento all’84 per cento. Nel primo semestre 2024 l’attuazione prosegue in linea con la programmazione: tra gli obiettivi ancora da conseguire le Amministrazioni titolari assegnavano solamente a 2 scadenze un grado di complessità attuativa alto.

Sono solo 15 gli investimenti per i quali le Amministrazioni titolari hanno segnalato alla Corte particolari difficoltà attuative (il 7 per cento delle misure da completare). In tutti i casi sono stati individuati o già avviati i necessari interventi correttivi.

I flussi finanziari del Pnrr

A fine 2023 i pagamenti operati prevalentemente per i nuovi progetti erano pari a circa 13,4 miliardi, interessando ben 172 misure, senza considerare quelle che operano secondo lo schema dei crediti d’imposta (Superbonus 110% e piano Transizione 4.0).

In oltre il 40 per cento dei casi gli attuatori sono stati chiamati a fare ricorso a proprie disponibilità per assicurare l’avanzamento della spesa. Le recenti novità normative (decreto-legge n. 19 del 2024) in tema di elevazione della quota di anticipazione di liquidità potrebbero aiutare, in tali ipotesi, il sostenimento del trend di spesa.

In poco più della metà delle misure censite, invece, i tassi ancora poco avanzati della spesa non trovano giustificazione in potenziali ostacoli di liquidità, ma in altri fattori, che la Corte attribuisce alla concentrazione della spesa nella seconda parte del Piano o a problematiche attuative di altro genere (come quelle legate alle procedure amministrative).

I risultati raggiunti attraverso gli indicatori target

L’attuazione concreta di investimenti e riforme, misurata attraverso i risultati raggiunti dagli indicatori target associati alle misure, mostra un tasso di progresso medio del 37 per cento rispetto agli obiettivi quantitativi finali. Un risultato coerente la fase in cui versa attualmente il Piano, caratterizzata dall’ingresso delle iniziative nel pieno della realizzazione, dopo aver completato i passaggi amministrativi a ciò propedeutici.

L’attuazione delle misure a favore di giovani e donne

L’attuazione delle 61 misure del Pnrr volte a ridurre i divari di genere e generazionali appare per la Corte dei Conti pressoché in linea con i programmi. A febbraio 2024, la distribuzione dei progetti già finanziati (28,3 miliardi, circa il 68,5 per cento delle risorse a disposizione) risulta rispondente alle esigenze dei territori, con una maggior concentrazione nel Mezzogiorno, dove i divari di genere e tra generazioni risultano più elevati.

Per le iniziative consistenti in lavori pubblici le procedure realizzative appaiono andare più a rilento nel Mezzogiorno ed in alcune regioni del Centro.

Il nuovo capitolo REPowerEU e il tag climatico del Pnrr

L’aumento degli interventi e delle risorse dedicate al settore energetico risulta opportuno anche alla luce di una situazione che vede il nostro Paese ancora non pienamente allineato agli obiettivi della decarbonizzazione. I risultati ottenuti fra il 2005 e il 2023 in termini di contenimento delle emissioni e di riduzione dei consumi energetici sono stati conseguiti a fronte di un incremento del Pil assai modesto, pari ad appena il 2,9 per cento in termini cumulati e allo 0,2 per cento in media annua. Per il periodo 2023-2030 il modello stima invece una crescita cumulata del 5,1 per cento e dello 0,7 per cento in media annua.

Le 92 misure, che nella nuova versione del Piano hanno un riconosciuto tag climatico, delineano uno schema di intervento ampio e non necessariamente omogeneo, senza che sia esplicitato, se non per alcuni interventi e comunque per valori di poco rilievo, l’impatto diretto atteso sugli obiettivi di emissioni, consumi energetici e utilizzo delle rinnovabili.

Da monitorare resta dunque l’effettiva realizzazione degli investimenti previsti e il grado di tiraggio degli strumenti di incentivazione adottati, mentre per l’impatto sugli obiettivi climatici si dovrà fare affidamento a una successiva valutazione ex-post.

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