Boschi italiani: prevenire i rischi e valorizzare la filiera del legno
Quali sono oggi gli strumenti più adatti a valorizzare la filiera del legno e prevenire i rischi legati a incendi e schianti nei boschi italiani? C’è un nuovo progetto, volto a supportare i sistemi forestali nello stoccaggio di CO2, ma anche nella mitigazione del rischio idrogeologico e nella prevenzione dei rischi legati a eventi naturali.
Per una cultura delle foreste, fondata sulla gestione e non sull’abbandono, proprio FederlegnoArredo promuove per esempio l’uso a cascata del legno. Vediamo, nello specifico, di cosa si tratta.
Come il progetto “Life CO2PES&PEF” vuole supportare i boschi italiani
Il progetto promosso da FLA si chiama “Life CO2PES&PEF” – di cui FederlegnoArredo è appunto partner – ed è stato cofinanziato dalla Commissione Europea per supportare i sistemi forestali in tre punti considerati cardine in questo settore, ovvero:
- al miglioramento dello scenario di gestione forestale aumentando l’assorbimento di CO2;
- alla mitigazione del rischio idrogeologico;
- alla prevenzione dei rischi di incendio e schianti che porterebbero a emissioni di CO2 aggiuntive.
Supportare i sistemi forestali nello stoccaggio di CO2 e nella prevenzione dei rischi di incendio e schianti, ma come? Prima di tutto con l’identificazione di un set di servizi ecosistemici e la valutazione dei loro benefici, poi attraverso miglioramento del sistema produttivo del legno, infine con la creazione di un sistema di crediti ecosistemici per finanziare gli stessi servizi ecosistemici.
I principali risultati attesi del progetto riguardano gli impatti ambientali e socio-economici del progetto.
FederlegnoArredo partecipa al progetto per analizzare e valutare i servizi ecosistemici forestali, definire metodologie di contabilizzazione del carbonio nei segati, misurare e migliorare l’impronta ambientale dei prodotti legnosi e contribuire alla definizione di uno standard di certificazione dei servizi ecosistemici.
Come ha spiegato il presidente Alessandro Calcaterra, la filiera del legno-arredo in questo modo vuole anche sostenere il principio dell’uso “a cascata” del legno, ovvero privilegiando gli utilizzi in grado di creare maggiore valore aggiunto, ma anche impiegando la risorsa in più fasi, sia come materia prima che come materiale da costruzione. Una sorta di sviluppo di economia circolare, ma applicata al legno.
C’è la consapevolezza di come le opportunità da poter cogliere in questo senso siano diverse, ma anche quella di doverle sfruttare rispettando al meglio l’ambiente.
Filiera del legno in Italia, tra opportunità e sfide
Nonostante le ambizioni, quando gli operatori della filiera legno-arredo definiscono gli obiettivi e il raggio di azione sanno che sono ancora più cruciali le sfide da superare. Prima di tutto, malgrado la notevole estensione delle foreste italiane – circa 11 milioni di ettari pari a circa il 36,5% della superficie nazionale – solo una piccola parte delle aree forestali è oggi pianificata, e meno del 10% è coperta da certificazioni di gestione forestale sostenibile.
La prova con cui si misurano in questo settore è quindi quella di valorizzare il bosco italiano promuovendone una “gestione sostenibile e attiva, nel pieno rispetto dell’ambiente, auspicando che possa ridursi la quota di legno che attualmente siamo costretti a importare dall’estero a favore del legno italiano messo a disposizione”.
Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato da FederlegnoArredo in collaborazione con Regione Emilia Romagna “Stato dell’arte e possibili prospettive delle filiera del legno. LIFE CO2PES&PEF – Un LIFE per fornire strumenti operativi”, che si è tenuto presso la sede di FederlegnoArredo a Milano nell’ambito del progetto Life CO2PES&PEF e che ha visto dialogare le imprese della filiera legno-arredo con l’Assessorato Parchi e forestazione della Regione Emilia-Romagna, la Direzione del servizio Foreste e Corpo Forestale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università degli Studi di Milano, Legambiente, CREA, PEFC Italia, con le conclusioni affidate a Alessandra Stefani, Direttrice della Direzione generale dell’economia montana e delle foreste – Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Le opportunità per le aree montane
Non a caso, come già accennato sopra, la cura dei boschi rappresenta anche una grande opportunità di sviluppo economico e sociale per le comunità delle aree montane e rurali, con la possibilità di ricostruire filiere del legno che sono scomparse in Italia da decenni a vantaggio di altri Paesi UE dove invece rappresentano uno dei punti di forza dell’economia nazionale. Può essere, quindi, un punto di svolta, un ponte finanziario dal quale ripartire.
Da qui anche la proposta di privilegiare forme di filiera corta e richiedere uno sforzo collettivo che permetta di incidere su una pluralità di figure, pubbliche e private. Sul tema dell’uso a cascata del legno, per esempio, FederlegnoArredo è impegnata da tempo.
L’Italia è infatti il primo Paese che si è reso virtuoso nella capacità di riutilizzare il legno, con tecnologie innovative: oggi il 95% della produzione nazionale di pannello truciolare è fatta al 100% con pannello truciolare di riciclo. Il riciclo del legno in Italia raggiunge vette di eccellenza, con 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti di legno riciclati all’anno, e permette di prolungare ulteriormente la vita del prodotto.
Anche se la strada da fare ancora è tanto, l’impegno nel Paese non manca, così come le prime buone notizie. Da queste, dunque, bisogna partire.

