Innovazione

Immuni: come funziona davvero l’app di tracciamento anti-coronavirus?

L'app Immuni, scelta dal governo italiano per il contact-tracing, è attiva da maggio ed è stata scaricata da 8 milioni di italiani. Non viola la privacy e si basa su codici anonimi
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Immuni: come funziona davvero l’app di tracciamento anti-coronavirus?

Il 16 aprile il Commissario Straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri – ha firmato l’ordinanza con cui il Governo ha scelto l’app per il contact-tracing da lanciare come chiave nella lotta alla pandemia da Covid-19. L’app “Immuni” è stata sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons. in collaborazione con la rete di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e con la società di marketing Jakala. Si tratta di un progetto italiano al 100%, scelto tra le 319 app pervenute al Governo in un’apposita call attivata dal 24 al 26 marzo.  All’8 ottobre erano 8 i milioni di download effettuati.

Immuni è, come noto, scaricabile su base volontaria e gratuitamente; non viola in alcun modo la privacy degli utenti e non registra informazioni sugli utilizzatori. Si basa invece su un sistema di codici anonimi (stringhe alfanumeriche) attribuiti dalla app ai dispositivi su cui è stata installata, che oltretutto mutano varie volte all’ora. Il modello decentralizzato adottato per lo sviluppo fa sì che siano gli smartphone stessi a ricevere e inviare gli identificativi anonimi dei dispositivi con cui sono entrati in contatto, senza che vi sia un server centralizzato (un’archiviazione di questo tipo è stata bocciata proprio per tutelare al massimo la privacy).

Immuni avrà un funzionamento ottimale solo se si raggiungerà la massa critica, indicata dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica, del 60% della popolazione italiana registrata all’app. Al momento l’app è stata scaricata dal 18% degli italiani, ma il recente barrage pubblicitario sui media pubblici e privati sta riuscendo nell’intento di far crescere la consapevolezza intorno all’utilità di Immuni, coi download che sono aumentati esponenzialmente nelle ultime settimane.

Al momento è possibile scaricare Immuni sui due principali sistemi operativi mobile, iOS e Android. Per quanto riguarda le notifiche di esposizione al rischio, la app ne ha mandate 7.884 in seguito all’indicazione di positività inviata da 445 utenti.

Il contact tracing delle persone contagiate

La funzione principale di Immuni è, come detto, quella del tracciamento delle persone contagiate e di quelle esposte al rischio contagio, perché entrate in contatto con soggetti positivi. Un’ulteriore funzionalità – prevista ma non ancora attiva – è la creazione di una cartella clinica, contenente l’età, il sesso, i farmaci utilizzati abitualmente e le malattie pregresse dell’utente. Pure la cartella clinica digitale resterà privata e anonima.

Immuni anche agli attacchi cyber?

Gli smartphone generano, ad app Immuni installata, un identificativo anonimo. Avviene un interscambio di identificativi tramite bluetooth ogni volta che due dispositivi entrano in contatto. Ogni cellulare conserva nel tempo il tag di riferimento dei dispositivi con cui si è scambiato informazioni tramite Immuni. Nel momento in cui viene identificato un caso di Covid-19 – e non già da prima, come avverrebbe in un sistema di archiviazione centralizzato – la persona infettata invia il proprio pacchetto di codici con orari d’incontro con altre persone e indicazioni sulla prossimità fisica delle stesse. Immuni utilizza gli identificativi per ricostruire la rete di contatti dell’utente infetto. Invia quindi un avviso sullo smartphone ai soggetti a rischio. E segnala loro la possibile esposizione e la necessità di effettuare il tampone ed evitare contatti sociali.

Dal 17 ottobre, inoltre, Immuni dialogherà con le omologhe app europee, per tracciare trasversalmente i positivi in un momento in cui il virus corre in tutto il Continente.

Articolo pubblicato il 25 aprile e aggiornato il 14 ottobre 2020

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