Edilizia

Fondazione a platea: un sistema per stabilizzare cedimenti differenziali

Come riparare il cedimento di una fondazione a platea? L'intervento di Systab con la tecnologia dei pali precaricati a bassa invasività in un impianto di depurazione Toscana
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Fondazione a platea: un sistema per stabilizzare cedimenti differenziali

La fondazione a platea o piastra – volgarmente dette “zatterone” – distribuisce i carichi su tutta la superficie riducendoli quindi di molto.  Si tratta di un tipo di fondazione superficiale costituita da un unico parallelepipedo di dimensioni sufficienti a sostenere tutta la sagoma dell’edificio. Viene realizzata in calcestruzzo armato con spessore variabile tra i 40 ed i 100 cm, in funzione dei carichi che dovrà sostenere e delle caratteristiche del terreno. Le fondazioni a platea rappresentano una scelta progettuale molto diffusa negli ultimi decenni. La piastra è giustamente considerata una delle tipologie fondali più indicate per contrastare il problema dei cedimenti differenziali e delle crepe nei muri.

Anche la fondazione a platea può manifestare cedimenti differenziali

Purtroppo però, se il terreno su cui si impostano è molto compressibile, fino a profondità elevate, i cedimenti differenziali possono portare a una rotazione e deformazione eccessiva della platea con fuori piombo o, nei casi più gravi, a rotture. Anche la fondazione a platea può dunque manifestare cedimenti differenziali e richiedere interventi di stabilizzazione e talora di sollevamento per recupero della planarità.

Systab è intervenuta per il consolidamento e sollevamento di un impianto di depurazione in Toscana applicando la tecnologia dei pali precaricati. L’azienda con sede a Parma è specializzata esclusivamente in consolidamento delle fondazioni, con tecnici che vantano oltre 15 anni di esperienza ed è in grado di proporre sistemi di consolidamento all’avanguardia per il recupero di edifici lesionati, la stabilizzazione delle fondazioni e il miglioramento sismico.

fondazione a platea lavori cedimento

Cedimento di fondazione a platea in Toscana: l’intervento di Systab

Systab è intervenuta sul cedimento differenziale di una fondazione a platea di 30 cm in Toscana. Su questa sono impostati degli impianti di depurazione. La struttura è stata realizzata su terreni alluvionali molto compressibili fino a oltre 10 metri di profondità.

Il cedimento ha comportato un progressivo fuori piombo, manifestatosi poco dopo la costruzione e ancora in evoluzione. Da qui la necessità di stabilizzare il manufatto e soprattutto di recuperare la planarità con un intervento di consolidamento rapido e poco invasivo.

Consolidamento della platea con pali precaricati a bassa invasività

Le esigenze in questo caso erano lavorare in spazi ristretti senza disinstallare gli impianti già in opera, eseguire il lavoro in tempi rapidi per rimettere in funzione l’impianto di depurazione, stabilizzare la platea in c.a. con un intervento di palificazione profonda garantito al 100%, sollevare la struttura recuperando almeno in parte il cedimento e la planarità.

Systab ha quindi optato per l’esecuzione di pali precaricati SYStab infissi a contrasto con la struttura esistente mediante martinetti idraulici. L’opera micro palificazione si è svolta in otto fasi distinte:

  1. carotaggio della platea di 30 cm;
  2. fissaggio delle piastre in acciaio alla struttura esistente;
  3. infissione dei micropali modulari di diametro 114 mm, con martinetti idraulici solidarizzati alle piastre;
  4. monitoraggio della struttura con livelli laser e monitoraggio delle pressioni di installazione;
  5. raggiungimento della profondità e delle pressioni di progetto;
  6. sollevamento operando con 6 martinetti contemporaneamente;
  7. fissaggio finale dei micropali con inghisaggio con resine epossidiche all’interno della platea oppure con piastre in acciaio;
  8. Ripristino della platea.

fondazione a platea

Vantaggi del consolidamento fondale con pali precaricati

Il consolidamento di una fondazione a platea con micropali precaricati ha diversi vantaggi che lo caratterizzano rispetto alle tradizionali tecniche di palificazione. In primis i tempi di realizzo rapidi rispetto alle metodologie classiche. Non produce poi materiali di risulta. Non vengono usati né fanghi né acqua (cantiere asciutto idoneo anche in ambienti stretti e interni) e non produce vibrazioni dannose.

La portata di ogni micropalo viene testata in corso d’opera e il precarico per l’annullamento dei cedimenti primari eseguito su ogni micropalo. Se la struttura lo consente è possibile sollevare e recuperare la planarità.

L’opera complessiva di consolidamento fondazioni è durata 4 giorni ed ha consentito l’infissione di 13 micropali diametro 114 mm e lunghezza media 15 metri, compreso carotaggi della fondazione esistente e fissaggio finale dei micropali.

Per maggiori informazioni consulta il sito oppure scarica la sceda tecnica disponibile in download gratuito qui sotto.

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