Molti tecnici sui social network condividono contenuti nella speranza di azzeccare il post perfetto che catturi più like possibile. Ma siamo sicuri che sia questa la strategia giusta? Il cosiddetto tasto ‘mi piace’ è stato introdotto da Facebook nel febbraio del 2009 e da allora ha riscosso talmente tanto successo da essere mutuato da molte altre piattaforme (es. Instagram ha il cuore e LinkedIn ha il consiglia). Comunque lo si chiami, questo bottone serve a manifestare indirettamente chi siamo, ad esprimere cosa ci diverte ma anche quali sono i nostri interessi e le nostre opinioni. Per quanto cliccare sul like sia semplice, il suo significato non è univoco. E, anche se molti tecnici sui social network commettono l’errore di dargli peso, non rappresenta un parametro affidabile a decretare il successo della propria attività.
Tecnici sui social network: contare i like non renderà più ricco
Che risultati ha la tua pagina professionale o quella del tuo studio? Se stai pensando di rispondere a questa domanda contando il numero di follower o quanti like hai sotto ai tuoi post, devo fermarti subito perché stai per darmi delle cifre che non hanno nessun significato. Non sto dicendo che la quantità di like e di follower posseduta non serva a niente, sarebbe come ammettere che gli influencer sono dei semplici collezionisti di click. Sicuramente avere tante persone che ti seguono o interagiscono con i contenuti che pubblichi indica che sei capace di suscitare delle reazioni negli utenti. Non è una cosa facile da ottenere ma, se ne sta beneficiando più la tua autostima del tuo conto in banca, molto probabilmente hai un problema. Ecco perché, se pensi a qual è realmente il tuo obiettivo da tecnico, capirai che non sono questi i parametri che determinano l’efficacia del tuo profilo o della tua fanpage.
È come dire che vuoi piantare un albero di pesco e ritenerti soddisfatto per il semplice fatto di averlo piantato. Quello che volevi davvero fare era mangiare le pesche, e mica basta piantare l’albero per mangiarle. Chiedi a mia nonna e agli anni di pesche piccole / grandinate / mangiate dalle galline prima di poterle raccogliere. (Enrica Crivello, blogger e marketer)
Tecnici sui social network: non sei alla ricerca del ‘mi piace’ ma del ‘mi serve’
Quando utilizzi la tua pagina professionale o quella del tuo studio per parlare di quello di cui ti occupi, qual è il tuo obiettivo? Arrivare a un milione di like? E per farci cosa? In realtà l’obiettivo che vuoi perseguire è quello a cui aspira ogni tecnico: realizzarti nel tuo lavoro, ottenere incarichi sempre migliori e, di conseguenza, aumentare i profitti. Ma per fare questo devi trovare qualcuno che abbia bisogno delle tue competenze, quindi, il risultato a cui devi puntare è uno solo: ottenere clienti. Ci sono fanpage che collezionano milioni di like e di follower ma non riescono a tradurli in commesse. E poi ce ne sono alcune piccole, anche meno di mille follower, ma estremamente profilate: ad ogni “chiamata” corrisponde un significativo numero di azioni da parte degli utenti. Come fanno? Hanno capito quali sono i dati giusti da leggere!
Il bello del web, infatti, è che si possono tracciare i risultati ma devi stare attento a non confondere i dati che indicano qualcosa con quelli che non lo fanno. Siamo così ossessionati dai numeri da dimenticare che i momenti importanti non sono affatto numerici. I social network ti permettono di ispirare chi ti segue, di dimostrare che sei preparato nella materia che tratti, di proporti come un punto di riferimento e di instaurare relazioni professionali con persone influenti o aziende leader nel tuo settore. Ma sono solo un mezzo. Uno dei tanti. I risultati, invece, sono quelli che restano indipendentemente dagli strumenti che usi. Una volta raccolte, le pesche sono tue, ce le hai nel tuo cestino e le puoi mangiare anche se ti tolgono l’albero. Allo stesso modo: i social network possono cambiare gli algoritmi, diminuire la portata organica, possono addirittura essere chiusi (come è successo a Google+). Ti verrebbero tolti i like e i follower ma non la fiducia che le persone hanno in te e nel lavoro che fai. Quella rimane tua.
Tecnici sui social network: invita amici e parenti solo alle feste
Uno degli errori più comuni che gli utenti commettono sui social network, giusto l’istante dopo aver aperto la propria pagina professionale o quella del proprio studio, è quello di ‘invitare’ genitori, cugini, zii, amici, amici degli amici e così via. “Perché no? Giusto per non partire da zero!”È questo quello che pensiamo, vero? Indubbiamente qualcuno di loro potrebbe essere interessato all’attività che svolgi. Ma sono sicuramente meno di quello che pensi. Parenti e amici, per definizione, non sono clienti. Spesso sono i primi ad aspettarsi la prestazione gratuita o lo sconto sull’onorario, per non parlare di tutte le problematiche che si innescano quando lavoro e affetti si mischiano. Ma la ragione principale per la quale non vanno invitati è che essi non sono in target. Accettano di seguire la tua pagina per sostenerti e non perché sono realmente interessati a quello che fai.
Questo, a lungo termine, danneggia la tua visibilità e i tuoi annunci pubblicitari perché, il social network sul quale hai aperto la pagina, mostrerà i tuoi contenuti a persone che hanno caratteristiche simili ai tuoi cari. E cioè ad altri utenti che non sono realmente interessati ai tuoi servizi professionali, facendoti perdere tempo e soldi. Cosa fare dunque se la pagina ha zero like? Niente panico. Ogni pagina agli inizi era nuova e non seguita, non per questo vale meno delle altre. Bisogna sempre essere sinceri e onesti. Crea il primo post specificando che la pagina è nuova, spiega quali sono le ragioni per cui una persona dovrebbe seguirti e promuovilo per fare in modo che sia visibile a più utenti possibile. I like arriveranno appena riuscirai a creare un contenuto valido e veramente utile. E soprattutto saranno in target.
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