Professione

Sull’Equo Compenso è necessario rafforzare il principio con i giusti correttivi

Da CNI e Inarcassa le richieste al Governo emerse durante il congresso degli Ingegneri di Catania, occasione per fare il punto sull’annosa questione
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Sull’Equo Compenso è necessario rafforzare il principio con i giusti correttivi

Il congresso degli Ingegneri svoltosi di recente a Catania è stata l’occasione per fare il punto e per sottolineare la necessità di rafforzare l’equo compenso. Il CNI ha ribadito l’importanza di una legge a favore dei professionisti per una retribuzione in linea con le prestazioni offerte. Certo, come ha sottolineato il presidente Angelo Domenico Perrini, la normativa può essere migliorata, grazie anche all’apporto degli ingegneri. Ma la strada tracciata è quella giusta. Tra gli aspetti affrontati, il rapporto tra equo compenso e nuovo codice dei contratti. Come hanno sottolineato i dirigenti del CNI e di Fondazione Inarcassa, vi è una evidente compatibilità. Come sottolinea Sandro Catta, consigliere CNI, “il Codice privilegia gli affidamenti con offerta economicamente più vantaggiosa che si basino più su aspetti qualitativi che economici, arrivando a sostenere che questi ultimi possano anche non essere considerati tra i criteri di premialità”.

Equo compenso: le criticità

C’è un “ma”. Qualcuno vuole mettere i bastoni tra le ruote all’equo compenso? Come spiega ancora Catta, “Notiamo che alcuni interlocutori si appigliano alla posterità della norma sull’equo compenso, come si evince ad esempio dal comunicato ANAC dell’8 agosto 2023, convinti del valore della L. 49/23. Per questo motivo suggeriamo l’introduzione di un espresso richiamo all’equo compenso nel correttivo al Codice che il Governo ed il Parlamento hanno preannunciato”. Concetto ribadito da Andrea De Maio, presidente di Fondazione Inarcassa, che denuncia “il tentativo, mosso dai contraenti forti, di ridimensionare la portata della nuova norma”. Che poi conferma, in maniera inequivocabile: “L’equo compenso è già compatibile con il nuovo codice dei contratti, sia nel sottosoglia che nelle procedure di rilevanza europea”.

L’appello alle istituzioni: rafforzare l’equo compenso applicando i giusti correttivi

Il motivo è presto detto: “Negli affidamenti diretti va escluso il confronto competitivo sulla base dei preventivi, né è giustificabile il ribasso sui compensi”. Ma non solo: per De Maio “Va garantita l’applicazione dell’equo compenso per i servizi di ingegneria e architettura di importo pari o superiore a 140.000 per i quali la norma prevede l’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Ai sensi del comma 5 dell’art. 108 del nuovo codice, infatti, è possibile “limitare il confronto concorrenziale ai soli profili qualitativi delle offerte, azzerando il peso della componente di prezzo”. Ed ecco l’invito alle istituzioni: “Rafforzare il principio dell’equo compenso con l’aggiornamento, quanto prima, dell’attuale decreto parametri, considerato che numerose prestazioni professionali, alcune anche legate al PNRR, non sono neppure in esso contemplate”.

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