Costruzioni e agricoltura trainano l’imprenditoria straniera in Italia nel 2023
Crescono le imprese dei migranti, sono quasi 660 mila. A trainare l’imprenditoria straniera nel 2023 sono stati i settori costruzioni e agricoltura (+5% su base annua), che rappresentano rispettivamente il 24% e il 4% del totale. È quanto emerge nel nuovo report “L’imprenditoria straniera in Italia. Una lettura attraverso i dati del Registro Imprese. II semestre 2023”, curato da Infocamere.
Rispetto a dicembre 2022, l’aumento del numero di imprese è stato del 2%, un dato che consolida il trend crescente dell’ultimo quinquennio (+7% rispetto al 2019). Un andamento completamente opposto a quello delle aziende autoctone, in calo di oltre il 3%. Il report presenta gli aspetti principali del fenomeno ed è uno degli strumenti di conoscenza realizzati nell’ambito di “Futurae. Programma Imprese Migranti”, intervento promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Unioncamere.
Imprenditoria straniera in Italia: i numeri
Cominciamo con i numeri, che come sempre offrono una panoramica esaustiva del fenomeno in considerazione. Al 31 dicembre 2023, il numero di imprese di migranti iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio è pari a 659.709, l’11% delle imprese in Italia. Di queste, 522.055 (il 79%) sono di nazionalità extra UE. Tra gennaio e dicembre 2023 le iscrizioni hanno raggiunto quota 63.701, (+1.034 rispetto al 2022) mentre le cessazioni si sono fermate a 36.136 (-109 su 2022). Il saldo positivo, dunque, è di 27.565 unità.
Come si legge nel report, la crescita delle imprese straniere è dovuto in larga parte “all’incremento delle società di capitale, che nell’ultimo anno sono aumentate dell’11%, superando quota 129 mila unità”. Tengono, in linea generale, le imprese individuali, che rappresentano ancora il 73% del totale.
Costruzioni e agricoltura
A trainare l’imprenditoria straniera nel 2023 sono stati i settori costruzioni e agricoltura (+5% su base annua), che rappresentano rispettivamente il 24% e il 4% del totale. Il commercio registra una lieve frenata (-0,5%), pur rimanendo l’ambito più rappresentativo con quasi 203 mila aziende. In leggera salita l’industria manifatturiera (+0,5%) dove operano oltre 49 mila imprese.
Da un punto di vista geografico, a farla da padrone è la Lombardia. Nello specifico, nel Nord Ovest si concentra il 31% delle imprese straniere, con una crescita del 3,8%. Bene anche il Nord Est (+1,4%) e il Mezzogiorno (+1,1%). In lieve ripresa le regioni del Centro (+0,5%), che detengono il primato per la maggiore incidenza sul totale delle imprese. La provincia con la maggior concentrazione si conferma Prato, dove l’incidenza è pari al 33,2%, seguita da Trieste (20,6%) e Firenze (18,7%). In fondo alla graduatoria, ecco la provincia di Barletta-Andria-Trani con il 2,5%.
Le imprese individuali
Focus sulle imprese individuali. Ebbene, la maggior parte dei titolari d’azienda (il 34%) proviene da Marocco, Romania e Cina. A seguire ecco Albania, Bangladesh e Pakistan (19%). I titolari marocchini combinano una marcata presenza ad una forte specializzazione territoriale, vantando la massima incidenza nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Messina). I romeni sono meno specializzati territorialmente, incidendo in province collocate in tre regioni diverse (Viterbo, Torino, Cremona). I titolari cinesi invece mostrano un’elevata incidenza e concentrazione in Toscana (Prato con il primato assoluto del 69%).
Per quanto concerne i settori di attività economica, i marocchini registrano un’incidenza maggiore nel commercio, i romeni nelle costruzioni. Entrambi condividono la passione imprenditoriale per i servizi di trasporto, magazzinaggio e noleggio. I cinesi invece operano nel manifatturiero e nei servizi ricreativi e di intrattenimento.


