Professione

Geometri e futuro della professione, tra timori ed incertezze

Indagine del Collegio dei Geometri di Verona: dalla voglia di ripartire con strumenti come il telelavoro, alla necessità di misure economiche di sostegno
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Geometri e futuro della professione, tra timori ed incertezze

Un’indagine conoscitiva per valutare come i professionisti stanno affrontando l’emergenza da Covid-19 e gettare le basi per un futuro sostenibile, sicuro e a lunga durata della categoria. E’ questo l’obiettivo che si pone il Collegio dei Geometri di Verona, che ha presentato i risultati di un sondaggio svolto tra i propri iscritti. Un’analisi che fornisce strumenti utili per comprendere al meglio “come sarà il lavoro ‘dopo’ l’emergenza sanitaria e per selezionare più rapidamente le misure ideali da mettere in atto”, come spiega il presidente veronese, Fiorenzo Furlani. Ecco i principali risultati della ricerca e le modalità con le quali è stata realizzata.

L’opportunità del telelavoro

Al questionario hanno risposto 745 iscritti al Collegio, circa i due terzi di quelli che svolgono attività libero professionale tra Verona e provincia. Tra i dati che emergono con maggior forza, la volontà di trasformare l’emergenza in un’opportunità per riconvertire e aggiornare il lavoro del futuro. Come? Innanzitutto, approfittando degli strumenti digitali che la tecnologia mette a disposizione. A cominciare dal telelavoro, risorsa privilegiata per dialogare con la clientela da remoto. Un orientamento già scelto dal 51,1% dei professionisti interpellati. “Si assottiglierà così la forbice attuale di coloro (clienti e non) che intendono recarsi prevalentemente allo studio, amplificando il risultato in positivo che viene registrato per l’efficacia delle collaborazioni, svolte già ora in modalità remota dal 46,2% dei professionisti”, spiegano i geometri veronesi.

Le attività che i geometri svolgono “sul campo”

Una visione ottimistica che però in alcuni casi si scontra con le realtà. Se i geometri sono consapevoli delle potenzialità del telelavoro, dall’altro lato sanno che con questa modalità non sempre è possibile completare tutte le attività previste. Per oltre l’85% dei professionisti, infatti, il telelavoro è piuttosto differente dall’attività svolta sul campo. In molti casi, la clientela non può o non è disponibile a confrontarsi e discutere in conference call. Difficoltà oggettive: basti pensare a tutte le attività da svolgere in cantiere, i rilievi topografici da realizzare, i rapporti con le imprese, atti notarili che non possono essere gestiti con il telelavoro.

Futuro tutto da decifrare

Il futuro in questo momento, in ogni caso, rappresenta un vero e proprio salto nel vuoto. Con un sentiment generalizzato di forte preoccupazione. L’analisi dei dati non lascia scampo ad interpretazioni: la totalità dei geometri veronesi prevedono ripercussioni economiche negative sull’attività. Per il 45% degli intervistati, nelle prossime settimane, incarichi, lavoro e incassi diminuiranno di oltre il 60%. Il 35,6% del campione convinto, inoltre, che il calo di lavoro arriverà al 50%. Un ridimensionamento determinato da diversi fattori. Innanzitutto, ecco le limitazioni a incontrare i clienti in studio o fuori, viste le restrizioni per le trasferte. E poi, le difficoltà per proseguire con le attività di cantiere, per i quali la normativa dei Dpcm non è sempre chiara. Ancora: la complessità dei rapporti con le Pubbliche amministrazioni che, in questo periodo, dispongono di uffici tecnici difficilmente raggiungibili e, quasi esclusivamente, tramite Pec.

Le misure per sostenere i geometri

Timori che portano i geometri a chiedere una serie di misure a sostegno del loro futuro e per dare una certa dignità alla categoria. Per questo, dai professionisti scaligeri partono richieste di moratoria per scadenze, pagamenti e adempimenti vari a fronte di incassi molto ridotti. Se non del tutto assenti. “Altrimenti, soprattutto per i più giovani che possono contare su entrate basse, questa ulteriore frenata, rischia di portare gli studi alla chiusura definitiva” è la conclusione diffusa della ricerca.

“Rimanere uniti e rimboccarsi le maniche”

Una ricerca che dona una fotografia precisa degli effetti che sta avendo sulla categoria l’emergenza pandemica che stiamo vivendo in questi mesi. L’obiettivo però è non piangersi addosso ma agire, come sottolinea Fiorenzo Furlani, presidente del Collegio Geometri di Verona: “Vogliamo comprenderne necessità e problemi e, di conseguenza, mettere in campo risposte adeguate. Questa indagine, infatti, sarà condivisa con le nostre istituzioni nazionali, cioè Consiglio e Cassa, per essere loro di concreto supporto”. Il solco è tracciato: “Ci vogliono provvedimenti ed aiuti economici concreti e immediati, anche per i professionisti, per affrontare questa emergenza. Bisogna incidere nei confronti del Governo. Noi guardiamo al futuro, siamo proiettati a dopo questa tempesta, ma è adesso che bisogna rimboccarsi le maniche e agire. Non dobbiamo mollare ma rimanere uniti: i geometri lo hanno dimostrato in 90 anni di storia”.

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