Professione
Equo compenso, il futuro del ddl è incerto
Ad un passo dall'approvazione definitiva il disegno di legge sull'equo compenso si ferma con lo scioglimento delle Camere: la proposta di Sisto nonostante il provvedimento sia privo dei requisiti di necessità ed urgenza
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Il disegno di legge sull’equo compenso, voluto e nato dalle proposte di FdI, Lega, M5s e Fi, è la legge che tutela le retribuzioni dei professionisti. Esso stabilisce, infatti, che la remunerazione per le prestazioni dei professionisti debba essere proporzionata “alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”, nonché “conforme” a quanto prevedono i parametri ministeriali per le varie categorie (avvocati, ingegneri, commercialisti, e così via).
Rispetto alle norme già in vigore, erano previste delle novità controverse come le sanzioni disciplinari che gli Ordini potranno infliggere agli iscritti qualora questi ultimi accettassero compensi al di sotto dei parametri. Inoltre, il disegno include le forme associate o societarie, attività in favore di imprese bancarie e assicurative, ma anche di aziende con più di 50 lavoratori o con ricavi superiori a 10 milioni di euro. Esclude le categorie non ordinistiche e i servizi rivolti a persone fisiche (i dentisti ad esempio risultavano esclusi dal ddl),