Professione

Equo compenso, il futuro del ddl è incerto

Ad un passo dall'approvazione definitiva il disegno di legge sull'equo compenso si ferma con lo scioglimento delle Camere: la proposta di Sisto nonostante il provvedimento sia privo dei requisiti di necessità ed urgenza
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Equo compenso, il futuro del ddl è incerto
Il disegno di legge sull’equo compenso, voluto e nato dalle proposte di FdI, Lega, M5s e Fi, è la legge che tutela le retribuzioni dei professionisti. Esso stabilisce, infatti, che la remunerazione per le prestazioni dei professionisti debba essere proporzionata “alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”, nonché “conforme” a quanto prevedono i parametri ministeriali per le varie categorie (avvocati, ingegneri, commercialisti, e così via). Rispetto alle norme già in vigore, erano previste delle novità controverse come le sanzioni disciplinari che gli Ordini potranno infliggere agli iscritti qualora questi ultimi accettassero compensi al di sotto dei parametri. Inoltre, il disegno include le forme associate o societarie, attività in favore di imprese bancarie e assicurative, ma anche di aziende con più di 50 lavoratori o con ricavi superiori a 10 milioni di euro. Esclude le categorie non ordinistiche e i servizi rivolti a persone fisiche (i dentisti ad esempio risultavano esclusi dal ddl),

La crisi e le conseguenze

Il ddl è sul tavolo della politica da molto tempo e, dopo lunghi scontri e confronti, era stato approvato quasi all’unanimità alla Camera. Nell’ottobre del 2021 aveva avuto il via libera senza modifiche dalla Commissione Giustizia di palazzo Madama. Il 29 giugno era stato calendarizzato per il voto, nell’Aula di palazzo Madama, previsto per il 20 luglio 2022. Il mercoledì dello scontro finale, durante il quale la maggioranza che sosteneva il Governo Draghi si è spaccata, rivoluzionando l’agenda delle Camera, arrestando nuovamente l’iter del ddl. Con lo scioglimento delle Camere, il ddl decade, e dovrà affrontare nuovamente tutte le fasi dell’approvazione. Le Camere sciolte, infatti, possono solo continuare ad esaminare ddl urgenti, come quelli per la conversione di un decreto legge. La crisi di governo ha avuto amare conseguenze anche su Superbonus e cessione dei credito.

Una nuova speranza per l’equo compenso

Non tutto sembra perduto, infatti, il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che ha seguito fin dall’inizio l’iter, si sta impegnando perché il disegno non finisca nel dimenticatoio. Sisto ha proposto a tutte le forze politiche di continuare l’iter dell’equo compenso anche in regime di camere sciolte. A seguito della riunione dei capigruppo con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati si è ribadito che la priorità va data alla conversione dei decreti legge, ma che una nuova riunione della “conferenza”, di qui a una settimana, fisserà il calendario per i ddl. Nonostante le opinioni controverse, tutto il mondo delle professioni conviene che il disegno di legge debba essere approvato da subito lavorando sui possibili miglioramenti in un secondo momento. Una eventuale approvazione da parte delle camere porterebbe l’equo compenso direttamente in Gazzetta ufficiale. La decisione spetterà alla Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari, ma le speranze sono deboli poiché il provvedimento è privo dei requisiti di “necessità ed urgenza“.
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