Professione

Equo compenso, la svolta: 150 milioni di euro per garantire i professionisti

L’emendamento apre la strada all’approvazione della PDL 3179 a firma Meloni. Primo via libera al testo sull'equo compenso alla Camera dei Deputati
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Equo compenso, la svolta: 150 milioni di euro per garantire i professionisti
Continua l’iter procedurale per l’approvazione della PDL 3179 “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali”. Il testo, a firma dei deputati Giorgia Meloni (FdI), Jacopo Morrone (Lega) e Andrea Mandelli (FI), si arricchisce di due nuovi emendamenti approvati dalla Commissione Giustizia della Camera. Il primo, presentato dalla deputata Caterina Varchi (FdI), prevede lo stanziamento di 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, proprio per garantire l’equo compenso dei professionisti coinvolti. Le risorse, necessarie per coprire i costi che l’Agenzia delle Entrate dovrebbe sostenere per gli incarichi legali esterni, saranno recuperate dal Fondo per esigenze indifferibili di cui all’articolo 1, comma 200, della legge di Bilancio 2015. Il secondo, elaborato Chiara Gribaudo (PD), aumenta da 2 a 5 il numero dei referenti indicati dal Ministero dello Sviluppo economico per il sistema delle professioni non ordinistiche.

Equo compenso: la PDL 3179

La PDL 3179, in discussione proprio in queste ore alla Camera, era stata presentata dai firmatari lo scorso 25 giugno. L’obiettivo è la “corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”. L’ambito di applicazione concerne lo svolgimento di attività professionali, anche in forma associata o societaria, svolte in favore di imprese bancarie e assicurative. Oltre a consulenze a attività corrisposte per quelle imprese che nel triennio precedente al conferimento dell’incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di 60 lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro. Le disposizioni legislative si applicano, altresì, alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione e degli agenti della riscossione.

Clausole e professionisti

Tra gli obiettivi della proposta di legge, la modifica dell’articolo 2233 del Codice Civile. In particolare, la nullità delle clausole che non prevedono un compenso equo e proporzionato all’opera prestata. In tal senso, il riferimento è agli importi stabiliti dai parametri o dalle tariffe per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli Ordini o ai Collegi professionali. Fissati con decreto ministeriale. Considerate nulle anche le pattuizioni che vietano al professionista di avere degli acconti nel corso della prestazione. Oppure, che impongono l’anticipazione di spese. Nulli anche quei vantaggi sproporzionati per il committente, rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro svolto o del servizio reso.

Lo stop della Commissione Bilancio

Un primo stop alla PDL era arrivato lo scorso agosto. Il testo aveva riscontrato il parere contrario della V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. In particolare, all’articolo 2 si chiedeva di limitare l’applicazione della giusta remunerazione. Una clausola prevista per “le convenzioni stipulate con imprese bancarie, assicurative e con imprese diverse da quelle piccole medie, anche a quelle stipulate con società veicolo di cartolarizzazione, nonché con le loro controllate e mandatarie”. La PDL aveva raccolto le critiche, aspre, di Confprofessioni e Inarsind. Legate soprattutto alla possibilità, da parte degli Ordini professionali, di aggiornare i parametri di riferimento delle prestazioni professionali. Stipulando modelli standard di convenzioni che le imprese possono adottare anche in deroga ai parametri stessi. “Distorsioni” che penalizzerebbero i professionisti.

Le perplessità sulla PDL destinata all’equo compenso

La PDL è quindi tornata all’esame della Commissione Giustizia lo scorso 5 ottobre. Aggiustamenti in itinere ed emendamenti hanno dato una decisa accelerata all’iter di approvazione del documento. Rimangono, senza dubbio, alcune perplessità sull’impianto complessivo del PDL. Come ha sottolineato la deputata Chiara Gribaudo all’assemblea nazionale dell’Associazione nazionale commercialisti: “Sul disegno di legge sull’equo compenso ci sono forti preoccupazioni da parte di tanti professionisti. Da un lato perché affida agli Ordini un ruolo che travalica le loro competenze. Dall’altro perché comprende soltanto i rapporti convenzionali lasciando di fatto scoperti la maggior parte degli incarichi che i professionisti ricevono da pubbliche amministrazioni e dai grandi committenti. Con il paradosso di prevedere, nei casi di violazione della legge, sanzioni a carico del professionista sottopagato invece che del committente disonesto”.
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