Professione

Equo compenso, Carla Cappiello: “Una misura a tutela della dignità dei professionisti”

Anche il Lazio ha recentemente legiferato su una materia di stretto interesse professionale: intervista alla Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
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Equo compenso, Carla Cappiello: “Una misura a tutela della dignità dei professionisti”

La Regione Lazio ha dato il via libera alla legge sull’equo compenso. Dopo la Toscana, la Puglia, la Calabria e la Sicilia, dunque, un’altra assemblea regionale sceglie di tutelare i professionisti del territorio, sia per quanto concerne i compensi sia per la dignità professionale. Per comprendere gli step che hanno portato all’approvazione delle legge nel Lazio – e le implicazioni che potrà avere sul lavoro quotidiano di colleghi e operatori del settore – abbiamo intervista Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.

In che termini questa legge rappresenta una forma di tutela per i professionisti laziali?

“La IX Commissione consiliare della Regione Lazio ha visto licenziare il 25 febbraio scorso la proposta di legge n.69 su “disposizioni in materia di equo compenso e tutela delle prestazioni professionali”. Nei limiti delle competenze legislative regionali, con questa normativa si introducono strumenti atti a garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti. In questo modo è assicurato il pagamento delle spettanze, a pena della sospensione del procedimento amministrativo che ha richiesto le loro prestazioni. Sono, inoltre, negate le autorizzazioni a chi non paga i progettisti. Tale Legge rappresenta una tutela per noi ingegneri laziali, approvando regole fondamentali a garanzia della certezza del pagamento dei nostri compensi”.

Un iter legislativo lungo ma che ha visto compatte tutte le professioni: è questa la strada da seguire anche in altri ambiti?

“Nel Lazio siamo stati uniti, per affrontare la crisi economica che ci ha colpito duramente, anche a seguito di riforme che hanno generato una concorrenza al ribasso a scapito delle prestazioni erogate. La Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Lazio è stata compatta nel portare avanti questa importante normativa. I temi trattati sono di estrema rilevanza, in quanto vanno ad incidere sul lavoro e di conseguenza sulla vita di numerosi colleghi. Sono convinta che l’unione politica di noi professionisti sia l’unica via utile a risolvere problemi comuni a tutte le categorie di appartenenza, come l’equo compenso e l’eccessiva pressione fiscale e previdenziale”.

Calo dei redditi, crisi economica: davvero la risposta è l’equo compenso?

“Spesso i professionisti, pur di lavorare, hanno dovuto subire la già citata concorrenza al ribasso, clausole altamente vessatorie, pagamenti dilazionati in tempi lunghissimi. Nel nuovo mercato del lavoro, caratterizzato da competenze sempre più fluide, si sono costituiti diritti ‘inediti’, non sempre facili da codificare. Il rischio è la costante svalutazione del concetto stesso di professionalità. Di certo, l’equo compenso non è l’unica soluzione per riavviare l’attività dei liberi professionisti, che rappresentano, pur sempre una fetta abbondante del PIL del Paese, più del 10%. Oltre all’equo compenso, sarebbe necessaria una riforma globale del lavoro autonomo, contribuendo così a dare più tutele in tema di certezza dei pagamenti”.

Come è possibile che non vi sia una legge unica per tutto il territorio nazionale?

“Purtroppo nella recente legge di bilancio non c’è una norma atta a rafforzare l’equo compenso per i professionisti e ampliarne l’obbligo di riconoscimento a tutti i committenti. Credo che sia necessario che, come è avvenuto nel Lazio e in altre regioni italiane, tutte le categorie professionali siano unite verso l’obiettivo comune. Ma che soprattutto le forze del Governo centrale dimostrino maggiore sensibilità e attenzione verso queste tematiche. Sarebbe doveroso un riconoscimento economico agli oltre due milioni di professionisti ordinistici, che quotidianamente portano avanti il loro lavoro a tutela degli interessi della collettività”.

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