Promosso. Con riserva. E’ questo
il giudizio di OICE, l’associazione delle società di ingegnerie ed architettura, in merito al
Dl Semplificazioni, approvato dal Consiglio dei Ministri lo
scorso 28 maggio. Un’analisi ancora “sommaria”, in attesa di esaminare nel dettaglio il
testo definitivo pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Intanto, il pacchetto di misure (68 articoli in tutto) volte a velocizzare l’attuazione delle opere previste dal Recovery Plan, contiene, secondo i responsabili di OICE, aspetti positivi e altri ancora da migliorare. In generale,
l’obiettivo del Decreto legge è rafforzare le strutture amministrative e snellire le procedure, disciplinandone la relativa governance. Misure che certamente coinvolgono direttamente i professionisti dell’area tecnica. Vediamo, nell’analisi, i punti nevralgici affrontati dall’OICE.
OICE e società in house
In soldoni:
bene lo snellimento per le approvazioni e le autorizzazioni. Desta preoccupazione, invece, l’abdicazione alla centralità del progetto esecutivo e la minore concorrenza. Andiamo con ordine.
Il presidente di OICE, Gabriele Scicolone, dimostra di “apprezzare” lo sforzo del Governo per “strutturare meccanismi di governance efficaci e per trovare soluzioni equilibrate sui punti più delicati”. A cominciare
dal riferimento, nel testo, alle società “in house” come soggetti di supporto alle amministrazioni. In tal senso, il legislatore pare aver agito con il “braccino corto”.
“Avremmo preferito un maggiore coraggio nel ricorso alle professionalità che il mercato mette a disposizione per coordinare interventi così complessi”, dice Scicolone. Insomma, si poteva fare di più. Ecco perché OICE si adopererà affinché le “migliori strutture di project management possano supportare le stazioni appaltanti e mettere a disposizione il know how acquisito in Italia e all’estero”.
Snellimento delle procedure
Giudizio positivo, invece, per quanto concerne le fasi approvative e sulle accelerazioni procedurali. Un consenso che si estende ai poteri sostitutivi e alla nomina di commissari ad acta in caso di inerzia dei soggetti attuatori. Pollice in su anche per la commissione Via per il Pnrr.
“Bene anche la proroga delle norme sui tempi di aggiudicazione delle gare, che forse potevano anche essere ulteriormente ridotti – aggiunge Scicolone –; in ogni caso, va fatta applicare con rigore applicando anche le sanzioni per chi non le rispetta e sui termini abbreviati. Da rivedere la norma sul comitato speciale del Consiglio Superiore”.
L’appalto integrato
Capitolo affidamenti. Qui le perplessità ci sono, eccome. Per velocizzare l’iter procedurale per la realizzazione delle opere del PNRR,
l’appalto integrato sulla base del progetto di fattibilità “non è la strada giusta”. L’errore di fondo, secondo OICE, è “rinunciare alla centralità del progetto esecutivo, unico elemento in grado di assicurare qualità, contenimento di costi, di varianti e riserve”. E ancora: “Già affidare un contratto su un progetto di fattibilità espone la committenza a rischi elevati. Sarebbe poi folle chiedere i definitivi in gara”. “Si possono invece utilizzare altri strumenti che non consegnare ‘il boccino’ alle imprese di costruzioni”. Su una tematica così delicata e spinosa, il presidente Scicolone promette proposte e suggerimenti utili, da condividere in sede istituzionale.
Gli affidamenti diretti
Non convince neanche l’innalzamento della soglia da 75.000 a 139.000 per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria. Un procedimento che non prevede la consultazione di più operatori economici. Un iter che riduce “la trasparenza e la concorrenza, visto che parliamo di una fascia di mercato che riguarda circa il 70% dei bandi emessi ogni mese”. Ma non solo: “
L’affidatario non è scelto sulle base di referenze specifiche. Capiamo tutte le esigenze, ma la qualità si misura sul mercato. Siamo convinti e ci auguriamo che in Parlamento si possa intervenire con qualche misura correttiva”. Per importi superiori a 139.000 euro e fino a 214.000 euro, relativamente a servizi aggiudicati da amministrazioni aggiudicatrici sub-centrali, è prevista la procedura negoziata senza pubblicazione del bando, previa consultazione di almeno cinque operatori economici.