Professione

Effetto pandemia: in Lombardia persi 10 mila liberi professionisti

Il Rapporto dell’Osservatorio di Confprofessioni: in aumento gli over 55, diminuiscono gli over 34. Manca il ricambio generazionale
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Effetto pandemia: in Lombardia persi 10 mila liberi professionisti
Un calo di oltre 10 mila liberi professionisti a causa della pandemia e un crollo verticale dell’occupazione nei primi 6 mesi del 2020. Nella regione, la Lombardia, più colpita in Italia dallo tsunami del Covid-19, manca anche il ricambio generazionale, visto che aumentano gli over 55 ma calano vistosamente gli Under 34. In tal senso, è necessario prevedere un piano di rilancio del settore, nevralgico per l’economia nazionale e del territorio. Come? Sfruttando le risorse che arriveranno dalla prossima programmazione comunitaria e dal PNRR, che dovranno mettere al centro delle politiche occupazionali i giovani professionisti. E’ questa la fotografia scattata dal “II Rapporto sulle libere professioni in Lombardia”, realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni. Ecco i dati principali emersi nel corso della presentazione del documento.

I liberi professionisti prima della pandemia

Il mercato del lavoro in Lombardia ha fatto registrare, tra il 2011 e il 2019, un aumento del 4,9% degli occupati, con la crescita dei lavoratori dipendenti (+8,6%) e dei liberi professionisti (+18,4%). Già, quei liberi professionisti che nel 2019 rappresentavano – con circa 293 mila unità – il 32,4% dei lavoratori indipendenti lombardi. Dato addirittura superiore a quello nazionale (27%). Non si arresta, invece, l’emorragia degli altri lavoratori autonomi, che nel periodo interessato sono calati complessivamente del 7,6%: gli agricoltori, gli artigiani e i commercianti sono diminuiti del 13,2%. Tutti gli altri lavoratori indipendenti (coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa) hanno subito una debacle del 32,4%.

La crisi lombarda

Lo scenario è completamente cambiato, purtroppo, con l’inizio della pandemia. L’impatto del Covid ha significato un calo brusco di oltre 21 mila liberi professionisti tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso trimestre del 2020 in tutta Italia. Ebbene, di questi, circa la metà sono in Lombardia: 10 mila i liberi professionisti che hanno alzato bandiera bianca a causa delle difficoltà economiche. In totale, dunque, sono scesi da 296.914 a 286.497 nel giro di un anno. “I dati del Rapporto – ha sottolineato Enrico Vannicola, presidente di Confprofessioni Lombardia – dicono che la crescita economica regionale è strettamente correlata alla presenza di liberi professionisti. Quindi, è proprio da qui che bisogna ripartire”.

Il calo dell’area tecnica

I dati di lungo periodo avevano evidenziato una progressione costante del lavoro libero professionale in Lombardia. Tra il 2011 e il 2019 sono cresciuti crescono tutti i settori. Unica nota stonata, l’area tecnica, calata del 18,5%. Crescita del 15,9% per l’area legale, del 9,1% per l’amministrativa, del 21,5% per i “Servizi alle imprese e tempo libero” e del 3,2% quello di “Commercio, finanza e immobiliare”. Boom per l’area sanitaria e dell’assistenza sociale, con un +89,8%, e di veterinari e altre attività scientifiche (+54,1%). Altro capitolo, la distribuzione dei liberi professionisti nei settori di attività economica. Il Rapporto dimostra che quasi la metà dei professionisti lombardi (44%) è occupata in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”. Un settore che include soprattutto attività legali (11%), di contabilità e di consulenza aziendale (13%). Ma anche architettura e ingegneria (12%) e veterinaria (8%).

Imprese e tempo libero

“Servizi alle imprese e tempo libero” risulta essere il settore in assoluto più numeroso (20%), seguito a breve distanza da quello di “Sanità e assistenza sociale” (19%). Si attestano invece al 17% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Importante, inoltre anche in Lombardia il ruolo dei liberi professionisti nella creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano 37.894 liberi professionisti con dipendenti, il 12,5% del totale dei professionisti lombardi. Si tratta di un dato che rappresenta oltre la metà dei professionisti datori di lavoro della ripartizione Nordovest (che ne conta 60.328). In ogni caso, inferiore al tasso italiano del 13,7%. La variazione dei liberi professionisti datori di lavoro dal 2009 al 2019 è stata in Lombardia del -3%, in controtendenza rispetto al trend nazionale (+5,8%) ma coerente con quello del Nord Ovest (-11,0%).

Il ricambio generazionale

Ciò che manca è un ricambio generazionale. Al 2019 in Lombardia sono diminuiti del 2% i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni. Sono cresciuti, invece, del 9% i professionisti over 55, che raggiungono il 31%. I professionisti più giovani sono calati nell’area legale (-3%), nell’area tecnica (-4%), di “Commercio, finanza e immobiliare” (-3%) e nei “Servizi alle imprese e tempo libero” (-3%). Forte contrazione per i giovani veterinari, passati dal 36% del 2011 al 20% del 2019, mentre sono aumentati del 4% i professionisti dell’area sanitaria. La quota di lavoratori con più di 55 anni presenta invece un forte aumento nel settore “Commercio, finanza e immobiliare”, arrivando al 41%. Crescita anche nell’area amministrativa (+10%), nell’area tecnica (+5%) e nell’area sanitaria (+9%). In aumento anche i veterinari over 55: dal 14% del 2011, al 26% del 2019. L’unico settore che ha fatto registrare una riduzione è “Area legale”: dal 16% del 2011, al 13% del 2019.

Il gap di genere

Parità di genere, questa sconosciuta. Anche in Lombardia si conferma, come in tutta la Penisola, un vasto gap di genere tra professionisti e professioniste: gli uomini rappresentano il 52% dei professionisti lombardi tra i 15 e i 34 anni, il 63% tra i 45 e i 54 anni, il 74% tra i 55 e i 64 e l’81% degli over 65. Unica eccezione la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni, dove le donne sono il 56%. Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi. In Lombardia in particolare ha la laurea il 58% dei professionisti uomini, contro il 77% delle libere professioniste.

Il sostegno di Regione Lombardia

Alla presentazione via Facebook del Rapporto ha partecipato anche il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Il settore delle libere professioni rappresenta una risorsa preziosa per il territorio regionale, da valorizzare e sostenere. Oggi, con la crisi pandemica, i liberi professionisti necessitano di un’attenzione maggiore, che, come Regione Lombardia, faremo in modo di non far mancare”. Parole confortanti per la ripresa delle attività professionali sono arrivate anche dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, che si è soffermato sul tema dell’accesso al credito: “Poche settimane fa abbiamo sancito una delibera, Credit Scoring, che garantisce un unico algoritmo di valutazione omologato a quello del Fondo Centrale di Garanzia e permette a chiunque sia in difficoltà di accedere agli strumenti”. “II Rapporto sulle libere professioni in Lombardia”
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