Professione

Libera professione e Coronavirus, il rischio del blocco totale

Serve un intervento incisivo del Cni, per tutelare i tecnici e la libera professione anche sul piano della copertura economica
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Nel fine settimana appena trascorso l’emergenza Coronavirus ha registrato l’operatività dell’ottavo provvedimento del Governo sul tema. Il Dpcm dell’8 marzo 2020 prevedeva l’allargamento della zona rossa a tutta la Lombardia e a 14 province tra Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Marche. L’ultimo provvedimento, il Dpcm 9 marzo 2020 invece rende tutta l’Italia zona di sicurezza (qui i provvedimenti). Non è possibile entrare o uscire dai propri comuni di residenza e spostarsi all’interno dei territori, salvo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute.

Lavoro e libera professione ai tempi del Coronavirus

La domanda sorge spontanea. Cosa si intende con “comprovate esigenze lavorative”? Un’altra domanda segue la precedente. Quali misure devono essere attuate nei cantieri edili e come le imprese ed il libero professionista che li segue, in molteplici vesti, progettista, direttore lavori, capo cantiere, coordinatore per la sicurezza, tecnico per il monitoraggio e la diagnostica, ed infine collaudatore può continuare ad operare in sicurezza, garantendo al minimo le eventuali esposizioni per lui e per gli altri?

Questo preambolo è d’obbligo per introdurre la lettera, inviata dal presidente dell’ordine degli ingegneri di Bari, Roberto Masciopinto, al presidente del Cni, Armando Zambrano.

L’ingegnere e la libera professione ai tempi del Coronavirus

Nella lettera inviata dal presidente Masciopinto, al presidente del Cni, Zambrano, risaltano le seguenti richieste sul fronte della libera professione:

  1. I colleghi dipendenti vengono garantiti tutti i livelli di retribuzione e sicurezza anche sul posto di lavoro. I liberi professionisti no!
  2. Avvio con urgenza di un confronto con le diverse rappresentazioni sindacali per una situazione, la cui durata incerta, potrebbe protrarsi per diverse settimane. “Stiamo soccombendo, dovendo anche spiegare alle nostre famiglie e ai nostri figli perché non possiamo restare a casa come gli altri e perché non possiamo avere le garanzie e cautele che tanti ricevono”.
  3. Occorre agire sul blocco degli adempimenti fiscale  alla luce del conseguente mancato guadagno
  4. Sospensione dei sopralluoghi obbligatori per le gare pubbliche.

Da questo traspare la viva preoccupazione del soccombere di una categoria che in questi ultimi anni annaspa sempre di più, nonostante tutto.

Le misure preventive per il tecnico ai tempi del Coronavirus

Esaminiamo il Dpcm dell’8 marzo 2020 e vediamo quali misure sono estendibili all’attività quotidiana del tecnico:

  1. Per il tecnico operante in zona rossa occorreva (art. 1 del decreto):
    • evitare spostamenti in entrata ed in uscita;
    • ai soggetti con sintomatologia evitare contatti sociali;
    • sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private;
    • sono sospesi i congedi ordinari del personale tecnico e sanitario.
  2. Il tecnico deve osservare queste misure (art. 2 del decreto):
    • sospesi riunioni, meeting ed eventi sociali;
    • sospese le manifestazioni;
    • il gestore degli esercizi commerciali garantisca opportune misure organizzative;
    • il datore di lavoro dovrà favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie;
    • divieto assoluto di spostamento per i soggetti sottoposti alla quarantena.

Quali risvolti nelle attività di cantiere?

Proviamo ad essere costruttivi ed a ragionare su alcune disposizioni da attuare nei cantieri edili, comprendendone le difficoltà logistiche nonché operative:

    • aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (Dvr);
    • aggiornamento del piano di sicurezza;
    • formazione e prevenzione dei soggetti che accedono al cantiere;
    • richiesta di certificati medici agli operai che accedono al cantiere edile;
    • utilizzo di specifici dpi, già previsti o integrativi.
    • osservare le distanza di sicurezza;
    • limitare gli spostamenti: questo se il cantiere è all’interno della provincia può essere fattibile, diverso invece se prevede l’ingresso in zone considerate a rischio
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