Coronavirus: il Cni scrive al presidente Conte e Inarcassa
Le preoccupazioni degli ingegneri non sono passate inosservate, di fronte all’emergenza della pandemia da Coronavirus. Il Cni ha scritto una lettera accorata al presidente del consiglio Giuseppe Conte, in cui chiede l’intervento ed il supporto statale anche per i professionisti. Professionisti che, nell’ordinanza dell’11 marzo 2019 sono citati nell’art. 1 punto 7, incentivando il lavoro agile o lo smart working.
Non viene, però solo richiesto il supporto ai professionisti in questo momento complicato, ma questa lettera è occasione per chiedere uno snellimento delle procedure burocratiche, tra cui:
- Approvazione e applicazione del Regolamento di attuazione del codice dei contratti;
- Modifiche al d.P.R. 380/01 “Testo unico dell’edilizia”;
- Linee guida in materia di verifica alle infrastrutture, ovvero le attese linee guida per ponti e viadotti;
- Emanazione di decreti attuativi di cui all’art. 5 “Delega al Governo in materia di atti pubblici rimessi alle professioni organizzate in ordini o collegi ” della legge n.81/2017 ” Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.
Analizziamo e riportiamo i contenuti principali della lettera del Cni dell’11 marzo 2020, ovvero le richieste avanzate dal Cni al presidente Conte e la lettera inviata, ieri, ad Inarcassa. Quest’ultima sarà un incentivo per i nuovi eletti di Inarcassa al cambiamento?
Coronavirus: il commento del presidente Armando Zambrano
“Siamo ormai consci – ha commentato Armando Zambrano, Presidente CNI – che questi avvenimenti cambiano radicalmente le nostre abitudini e prospettive, inducendoci tutti ad impegnarci su temi come la sostenibilità ambientale, il corretto uso delle risorse, l’organizzazione della protezione sanitaria e sociale, la tutela delle persone. Non è un caso che quella che l’OMS ha appena definito pandemia abbia avuto origine in una megalopoli di undici milioni di persone, con tutte le problematiche che la gestione di una simile realtà comporta. E’ arrivato il momento di adottare un nuovo paradigma. Il progresso non può più essere basato su indicatori come il Pil, ma occorre misurare anche la qualità della vita, del benessere e della salute delle persone e dell’ambiente”.
Si tratterebbe di un segnale particolarmente incoraggiante che Inarcassa potrebbe dare agli iscritti che nel 2019 hanno mostrato ridotte capacità di reddito. L’intervento suggerito dal Cni consisterebbe nella decisione di decurtare di un quarto l’ammontare della seconda rata del contributo minimo da versare nella seconda metà del 2020. Tale misura dovrebbe essere applicata ai soli iscritti che nel 2019 hanno dichiarato un reddito professionale uguale o inferiore a 16.000 euro.
“Una moratoria dei pagamenti dei versamenti dovuti dagli iscritti- scrive Zambrano – è da considerarsi come il segnale indispensabile che attualmente dovrebbe essere dato agli iscritti per allentare la tensione in atto, pur riconoscendo che ciò potrà avere un effetto importante sul bilancio della Cassa dell’anno in corso, che potrà essere recuperato per l’anno successivo. Le misure sopra menzionate non produrrebbero minori incassi di elevata entità e sarebbero nel contempo di grande utilità per gli iscritti. Le minori entrate sarebbero peraltro limitate alla mancata quota interessi sulla rateizzazione dei conguagli per contributo soggettivo e integrativo”.
Il professionista ed Inarcassa: contenuti della lettera del 12 marzo 2020
La lettera contiene le seguenti proposte, volte a tutelare gli iscritti ad Inarcassa e non solo:
- Consentire una moratoria di due dei tre versamenti del conguaglio annuale del contributo soggettivo e integrativo, ovvero:
- Rata di marzo: potrebbe essere spostata a giugno 2020;
- Rata di luglio: potrebbe essere spostata a settembre 2020 rinunciando all’interesse dell’1,5% attualmente previsto;
- Terza e ultima rata andrà pagata come previsto a novembre 2020, anche in questo caso senza applicare l’interesse dell’1,5%;
- Spostare le scadenze di pagamento della prima e della seconda rata del contributo minimo soggettivo e integrativo e del contributo di maternità rispettivamente:
- Prima rata: da giugno a settembre 2020;
- Seconda rata: da settembre a novembre 2020.
- Parallelamente per gli iscritti che avessero optato per la rateizzazione bimestrale del contributo minimo si chiede una moratoria della prossima scadenza (aprile 2020 per il pagamento della seconda rata bimestrale), spostando il pagamento della seconda rata ad agosto 2020 per poi riprendere con le normali scadenze bimestrali in calendario;
- Durc del professionista: consentire in via eccezionale per il periodo compreso da marzo a dicembre 2020 l’emissione di un certificato di regolarità contributiva in sanatoria per gli iscritti che, in debito di contributi con la Cassa (ivi compresi i debiti trasferiti ad Agenzia Riscossione), abbiano a propria volta un credito comprovato con la Pubblica Amministrazione per lavori svolti e liquidabili. Ciò consentirebbe all’iscritto di emettere fattura per lavori svolti e di sanare totalmente o parzialmente il debito con Inarcassa (a seguito dell’incasso);
- Estendere le misure emergenziali e di sostegno ai professionisti, non solo agli iscritti Inarcassa residenti nelle così dette “zone rosse Covid-19” di Lombardia e Veneto ma a tutto il territorio nazionale, essendo evidente che la crisi coinvolge l’intero Paese.
Il professionista e la cassa previdenziale: le richieste al presidente Conte
Dal Cni viene quindi richiesto al presidente Conte di agire in merito a:
- Sospensione dei versamenti e adempimenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi, in scadenza tra il 21 febbraio 2020 ed il 30 giungo 2020.
- Sospensione versamenti assicurativi e alla CCIA.
- Sospensione degli atti impositivi, in materia previdenziale e tributaria, con rinvio di ogni termine sostanziale, di pagamento o di impugnazione nonchéè processuale, ivi comprese tutte le altre scadenze di contenzioso o contraddittorio con gli uffici.
Nel frattempo, il Cni sta preparando una richiesta alla Cassa di previdenza degli ingegneri. L’intento è ampliare a tutto il territorio nazionale le disposizioni già previste per le aree rosse, ossia la sospensiva dei termini di pagamento dei contributi minimi e di prevedere misure urgenti a sostegno dei professionisti in difficoltà. Si invita anche a valutare la possibilità di concedere regolarità contributiva a quegli ingegneri con debiti previdenziali, per consentire loro, in un momento di grave difficoltà, di ottenere il pagamento delle fatture da parte degli enti pubblici.
Richieste tutele per i liberi professionisti
- Prima richiesta è la cassa integrazione in deroga. Secondo il Cni la cassa integrazione in deroga dovrebbe essere messa a disposizione dei professionisti titolari di studi, alle società tra professionisti ed alle società di ingegneria, che non possono accedere agli strumenti di sostegno al redditto ai sensi del d.lgs. 148/2015 per il proseguo delle loro attività, oggi a rischio chiusura. Analogamente per i datori di lavoro di piccole dimensioni non aventi diritto agli ammortizzatori sociali, garantirgli la cassa integrazione in deroga con percorsi celeri di ottenimento.
- Prevedere congedo eccezionale retribuito per chi ha figli fino a 12 anni.
- Ulteriore posticipazione dei termini di invio e consegna delle certificazioni uniche in caso di chiusura attività per causa di forza maggiore.
- Applicazione, a tutti i professionisti ordinistici, dell’indennità per i lavoratori autonomi di cui art. 16 d.l. n. 9 del 2 marzo 2020 per tutto il territorio nazionale.
Il professionista e l’Agenzia delle Entrate
Il Cni quindi chiede al presidente Conte di agire in merito alle seguenti sopsensioni:
- Versamenti in scadenza tra il 21 febbraio 2020 ed il 30 giungo 2020, salvo proroghe derivanti da cartelle di pagamento emesse dall’agente di riscossione, nonché i pagamenti riferiti ala definizione agevolata delle cartelle, e previsione di successiva congrua rateizzazione.
- Termini pagamenti rate corrispondenti ai mutui.
- Ritenutete alla fonte di cui agli artt. 23 e 24 e 29 del d.p.R 600/1973.
- Tutte le procedure cautelari in corso da parte dell’Agenzia delle entrante e riscossione.
- Limitazioni introdotte, con decreto fiscale 2020, alle compensazioni.
Snellimento dei contratti pubblici e degli affidamenti (art. 35 Codice Appalti)
Secondo il Cni, occorre operare con urgenza anche in merito ai contratti pubblici, al fine di sostenere le attività che possono proseguire e provando ad agevolarle il più possibile. In questo caso sembra opportuno:
- istituire e finanziare un apposito fondo di rotazione per la progettazione con costituzione di una apposita cabina di regia per la programmazione e il monitoraggio delle risorse.
- eliminare la responsabilità erariale dei Rup e la possibilità di incorrere nel reato di abuso di ufficio.
- rendere prioritario l’affidamento dei sia per importi inferiori a 40.000 euro.
- utilizzo della procedura negoziata per affidamento dei SIA (Servizi di ingegneria ed architettura) per importi inferiori o uguali a 40.000 (art. 35) con invito di almeno 10 operatori ed esclusione automatica della offerta anomala
- rendere ordinario l’affidamento della direzione lavori al progettista;
- la sostituzione del certificato di collaudo con il certificato di regolare esecuzione, fino alla soglia definita dall’art. 35 del d.lgs. 50/2016 (5.350.000 euro).
- l’affidamento al rup dell’attività di verifica fino alla soglia definita soglia dall’art. 35 del d.lgs. 50/2016;
- dare priorità all’accorpamento del progetto definitivo con l’esecutivo, fatta eccezione per le opere complesse per le quali la richiesta di pareri deve avvenire sul progetto definitivo
- estendere fino alla soglia dell’art. 35 le modalità semplificate previste per l’inserimento delle opere nel piano triennale dei lavori pubblici come previsto dal comma 3 art. 21 per i lavori di importo inferiore a 1 milione di euro.


