Cos’è la “Brexit”? E’ il termine abbreviato per indicare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, “Britain” (Regno Unito) ed “exit” (uscita). L’abbandono da parte dell’economia inglese è stato votato dai cittadini britannici con un
referendum nel 2016 ed ha ufficialmente preso il via il 29 marzo 2017 con l’attivazione dell’
articolo 50 del Trattato di Lisbona. Tale clausola di recesso conferisce al Paese, che vuole uscire dall’UE, due anni per concordare i termini della scissione.
Oggi, quindi, i termini sono scaduti e con un po’ di ritardo, dovuto anche alla pandemia mondiale, dal 1° gennaio 2021 terminerà la libera circolazione tra Regno Unito e Ue.
Quali saranno le conseguenze?
I cittadini europei che vivono attualmente nel Regno Unito, per rimanerci, dovranno fare richiesta tramite EU Settlement Scheme. Dopo il 31 dicembre 2021 per attraversare la manica ci sarà bisogno del visto. Il governo ha dato garanzie di accesso al servizio sanitario nazionale (NHS)
per i cittadini dell’UE, che attualmente vivono nel Regno Unito,
provvisti di residenza temporanea o permanente per studio o lavoro. Ma in caso di residenza temporanea ci sono delle limitazione di accesso ai sevizi del welfare, ad esempio niente contributi di ristoro per Covid.
Se sono ingegnere abilitato in Italia e lavoro nel Regno Unito, cosa mi succede?
Gli europei che vivono e lavorano nel Regno Unito da
almeno 5 anni, quindi con permesso di soggiorno permanente (
Permanent residence o Settled Status), non perderanno i propri diritti. Coloro che sono arrivati da meno di 5 anni dovranno attivare una procedura per l’ottenimento del
pre-Settled Status e alla scadenza dei 5 anni potranno ottenere il
Settled Status. Dunque per ottenere la residenza permanente bisogna fare richiesta con apposito modulo denominato
EU Settlement Scheme, in modalità unicamente telematica sul sito del governo del Regno Unito. Per la buona riuscita della procedura bisognerà allegare i propri documenti e dimostrare di avere residenza in territorio britannico da almeno 5 anni (senza essersi allontanati per più di 6 mesi). La scadenza della domanda è fissata al 30 giugno 2021 e bisognerà dimostrare di essersi traferiti prima del 31 dicembre 2020 (fine del periodo di transizione)
Se voglio andare a lavorare nel Regno Unito dopo la Brexit?
Siamo in scadenza del periodo di transizione che durerà fino al
31 dicembre 2020, durante il quale gli europei potranno continuare ad entrare in UK, ma dovranno registrarsi presso l’
Home Office se intendono restare per più di tre mesi. Se poi faranno domanda di
temporary status potranno restare fino ad avere accumulato i cinque anni necessari per ottenere il
settled status.
Sicuramente una scelta vincente sarebbe spostarsi prima della fine del 2020 ma oramai il tempo è finito, un alternativa è un buon titolo di studio e un offerta di lavoro. Per coloro che arriveranno dopo, infatti, sarà richiesto un visto tramite il
sistema di immigrazione a punti. Saranno dunque avvantaggiati coloro che hanno già ricevuto un
offerta di lavoro specializzato e parlano inglese (esiste un’eccezione per ricercatori e scienziati).
Il
sistema a punti (minimo 70 per poter entrare nel paese) si ispira al metodo australiano e prevede un punteggio base, dato dalle su citate offerte di lavoro in settori specializzati e conoscenza della lingua (50 punti), fattori definiti requisiti minimi. A questo conteggio si aggiungono punti per il
salario, il possesso di un dottorato e qualifica nelle professioni in cui vi è carenza. Per fortuna, attualmente, gli ingegneri sono ancora una categoria richiesta in Inghilterra (
leggi qui) soprattutto dalle multinazionali.
Se voglio accettare una proposta di lavoro in Inghilterra, quali titoli devo avere?
Un primo passo può essere ottenere l’
equipollenza della laurea. E’ possibile ottenere un certificato che equipara il titolo di studio conseguito in Italia a quello del Paese in cui si intende trasferirsi, in questo caso l’Inghilterra, e per ottenerlo bisogna contattare il centro
ENIC/NARIC del Paese in questione. In seguito, poiché il sistema di valutazione britannico differisce dal nostro, è preferibile
convertire la laurea,
qui puoi trovare alcune indicazioni pratiche per fare quest’operazione. Infine, non è detto che per un lavoro specifico servano gli stessi titoli che in Italia e può capitare che, di fronte ad una
comprovata esperienza, i recruiter diano meno peso al curriculum accademico indirizzandovi verso le abilitazioni britanniche, se necessarie.
Se voglio andare a laurearmi in ingegneria in Inghilterra, il titolo vale anche negli altri Paesi UE?
I titoli acquisiti nelle facoltà storiche inglesi sono
universalmente riconosciuti, in genere, ma con l’avvento della Brexit tutto è rimesso in gioco. Rimangono alcune certezze, ad esempio per ovviare al rischio che le incertezze sul futuro facessero crollare il numero storicamente alto degli iscritti europei (circa 135.000), anche dopo la
separazione ufficiale non ci saranno limiti e confini per la cultura. Inoltre, per il 2020, il governo ha comunicato che
non modificherà la retta universitaria. Per tenerti informato/a sugli istituti britannici puoi consultare il
Quality Assurance Agency for Higher Education (QAA) e il sito del
Guardian dove è possibile trovare la Guida aggiornata dei corsi universitari nel Regno Unito 2020.
E’ necessario specificare che i titoli di studio o professionali conseguiti all’estero non sono automaticamente riconosciuti in
Italia, vale a dire che non hanno alcun valore legale. Pertanto, la
Dichiarazione di Valore ha l’unico scopo di descrivere il valore acquisito dal Titolo di studio nel Paese di origine e, ai fini del riconoscimento o dell’equipollenza dei titoli o affinché si intenda spendere i titoli nei rapporti con le pubbliche Amministrazioni o per l’esercizio di professioni regolamentate, essa deve essere presentata alle competenti Autorità italiane.
Link Utili
Di seguito qualche link utile per tenersi aggiornati sugli sviluppi della Brexit e sulle università inglesi
www.londraitalia.com
www.educationuk.org
www.britishcouncil.org/italy
www.ucas.com
www.direct.gov.uk
www.ukcisa.org.uk
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Rimpatriare o meno? Guida alla scelta per l’ingegnere all’estero
Articolo pubblicato il 18 luglio 2018 – aggiornato il 12.12.2020