Innovazione

Riconoscimento facciale, l’innovazione atterra a Fiumicino

Avviata nello scalo romano la sperimentazione sul riconoscimento facciale in collaborazione con la compagnia aerea Klm. Tante le ombre sulla questione privacy di una tecnologia che potrebbe cambiare anche le città, come racconterà anche la Biennale di Architettura di Shenzhen
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Riconoscimento facciale, l’innovazione atterra a Fiumicino
L’utilizzo dei sistemi di riconoscimento facciale arriva anche a Fiumicino. L’aeroporto di Roma renderà presto operativa la sperimentazione di un sistema di imbarco dei passeggeri basato sulla biometria. L’idea al momento è di utilizzarlo solo al Terminal 1 sui voli gestiti dalla compagnia olandese Klm provenienti e diretti ad Amsterdam.

Cos’è il riconoscimento facciale

Tecnica di intelligenza artificiale utilizzata in campo biometrico, il riconoscimento facciale consente di verificare l’identità di una persona a partire da un’immagine che la ritrae. È l’evoluzione di quanto fin qui fatto con l’utilizzo delle impronte digitali. Il sistema è ampiamente in uso in molti dei dispositivi che utilizziamo tutti i giorni. Smartphone, tablet e computer già oggi si possono sbloccare attraverso il riconoscimento facciale. Il nostro corpo diventa una password, con cui dare assensi a transazioni, pagamenti e le più varie operazioni.

Un sistema già in uso negli aeroporti del mondo

L’imbarco bastato su parametri “biometrici” è una novità per il nostro paese ma non lo è all’estero. Realtà, tra gli altri, in Australia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Hong Kong, Emirati Arabi, Francia e Regno Unito, vede nell’Olanda e nella sua compagnia di bandiera un sicuro modello da seguire e adattare per Roma. Amsterdam sta infatti portando avanti da oltre due anni progetti pilota che, proprio grazie a un accordo iniziale tra Klm e Amsterdam Airport Schiphol, hanno iniziato a testare su viaggiatori consenzienti, over 16 e residenti nell’Unione Europea, i percorsi di riconoscimento facciale che si sono estesi anche alla compagnia aerea di Hong Kong Cathay Pacific.

Da Amsterdam a Roma: come funziona il riconoscimento di Klm

Seguendo l’esempio olandese, la procedura in sperimentazione a Roma potrebbe partire con la richiesta di autorizzazione a partecipare a una procedura non obbligatoria. In caso affermativo, il passeggero sarà prima accompagnato a un’apposita postazione in cui saranno scansiti i documenti di identità, la carta di imbarco e il viso e poi indirizzato verso i controlli di sicurezza. Al controllo documenti successivo, una postazione speciale e assistita con fotocamera permetterà di associare il volto del passeggero con quello acquisito all’arrivo. Avverrà così il completamento di un’operazione che darà l’accesso alla sala partenze in cui si svolge l’ultima parte del percorso. L’ultimo punto di controllo consente l’imbarco sull’aereo dopo avere acquisito e confrontato per la seconda volta i dati biometrici inizialmente acquisti.

Obiettivi e problemi legati alla privacy

L’obiettivo primario della sperimentazione in avvio a Roma è chiaro, come lo sono tutte quelle in corso nel mondo. Rendere più veloci, pratiche e soprattutto sicure le procedure di imbarco. Ma tutte le medaglie hanno un verso e un retro, che, in mancanza anche di un codice etico per la gestione del digitale internazionalmente condiviso, apre nuove finestre su ambiti delicati. Sono quelli legati soprattutto alla gestione della privacy e di una quantità notevole di dati sensibili che possono essere utilizzati in moltissimi modi. Esponendo e rendendo maggiormente vulnerabili le persone. L’Olanda garantisce ad oggi l’acquisizione di dati per la gestione esclusiva della messa a punto di questo sistema. L’obiettivo è estenderlo nel modo più sicuro al maggiore numero di voli, Ma questo non dà garanzie totali, ad esempio, sulla vulnerabilità da attacchi di hacker.

Un tema della Bi-City Biennale di Urbanistica/Architettura di Shenzhen

Le tecnologie per il riconoscimento facciale e le problematiche che si portano dietro, non potevano non essere tra i temi portanti dell’ottava Bi-City Biennale di Urbanistica/Architettura di Shenzhen (UABB). Curata dal direttore del Senseable City Lab at the Massachusetts Institute of Technology Carlo Ratti e dal South China – Torino Lab (il centro di ricerca congiunto tra il Politecnico di Torino e la South China University of Technology), è in apertura il 21 dicembre. Sviluppa il tema “Eyes of the City” con la volontà di esplorare in modo critico proprio l’impatto che il digitale ha sullo spazio urbano e sulle diverse comunità che lo vivono.

La teoria e la pratica nei due info point per il riconoscimento facciale

A Shenzhen le tecnologie per il riconoscimento facciale saranno oggetto di discussione teorica e applicazione pratica. Gli spazi della Biennale, ospitata all’interno della nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità di Futian, diventeranno un laboratorio in cui i visitatori potranno iniziare a comprendere il loro possibile impatto anche sulla vita quotidiana. I due info point presenti, dall’architettura progettata dagli olandesi MVRDV, saranno infatti dotati di stazioni per il riconoscimento facciale di tutti i visitatori. Saranno loro ad accettere di sperimentare dal vivo quanto oggi permesso dalla digitalizzazione della città. La privacy di tutti sarà garantita nel modo più trasparente. Mentre tutte le fotocamere presenti in Biennale saranno visibili. Chi vorrà rimanere anonimo potrà rendere esplicita questa sua volontà, sia online che fisicamente attraverso un segno sul suo viso.
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