Coperture piane: i vantaggi del tetto rovescio
La copertura piana rovescia è stata introdotta negli Stati Uniti nel dopoguerra ed è stata ben presto importata in Europa. Questo è successo quando sono comparsi sul mercato materiali termoisolanti di sintesi, come il polistirene estruso o il poliuretano espanso, caratterizzati da una struttura interna costituita da piccole celle separate e impermeabili all’acqua. Grazie alla struttura a celle chiuse, la perdita di resistenza termica che tali pannelli subiscono in presenza d’acqua (dovuta soprattutto al fatto che l’acqua si insinua tra i giunti tra pannelli isolanti, nonché sotto di essi) subisce in genere una riduzione di solo il 10÷20% rispetto al valore in condizioni asciutte, in modo poco dipendente dalla grandezza dei giunti tra i pannelli (cosa di cui occorre comunque tenere conto in sede di dimensionamento dello spessore del termoisolante stesso).
Grazie alle proprietà dei termoisolanti impiegati, la stratificazione tipica della configurazione a tetto caldo può qui essere invertita (da qui il termine “copertura rovescia”).
La tipica stratificazione di una copertura piana rovescia consiste in: struttura portante; eventuale massetto; barriera al vapore; manto impermeabile; termoisolante; strato di protezione costituito da 5 cm di ghiaietto o 2 cm di sabbia a eventuale supporto di una pavimentazione.

Tetto rovescio. Sequenza degli strati, dal basso: supporto strutturale, barriera al vapore, termoisolante, massetto, manto impermeabile, malta di allettamento, elementi di pavimentazione
Il principale vantaggio di una copertura piana rovescia è l’eliminazione del manto impermeabile (potenziale barriera al vapore) dalla faccia fredda della copertura (gli strati superiori all’isolante devono ovviamente essere permeabili al vapore).
I pannelli di termoisolante devono essere posati a strato singolo e vengono solitamente protetti da uno strato di ghiaietto sopra e da uno strato di separazione sotto, finalizzato, oltre che a consentire lo scorrimento sul manto impermeabile, a evitare che i grani di ghiaia si insinuino tra i pannelli stessi aumentando la distanza tra di essi e il manto impermeabile e di conseguenza la quantità d’acqua che può accumularsi in tale sede.
Non vi è in questi casi particolare vincolo per la scelta dello strato impermeabile, che preferibilmente viene incollato al supporto.
Poiché l’acqua è libera di penetrare tra e sotto i pannelli isolanti, risulta particolarmente importante assicurarne la possibilità di deflusso sotto lo strato isolante.
La funzione del ghiaietto posto sopra ai pannelli è quella di tenere in posizione, con il proprio peso, i pannelli stessi.
Ulteriori vantaggi delle coperture rovesce consistono nel fatto che, grazie all’apprezzabile indipendenza tra strati di copertura e strati di supporto, risultano possibili combinazioni molto libere e varie tra strati e risulta improbabile che i movimenti differenziali tra pannelli e manto impermeabile vadano a danno del manto, e nel fatto che il manto impermeabile non risulti protetto solo dai raggi ultravioletti, ma anche, consistentemente, dalle fluttuazioni termiche (e quindi dalle sollecitazioni meccaniche che ne derivano) a tutto vantaggio della sua durabilità, che può appunto anche essere doppia di quella dei manti nelle coperture ordinarie.
Un’ulteriore caratteristica positiva delle coperture rovesce è quella di essere adottabili sia nelle configurazioni a pavimentazioni sospese a giunti aperti, microventilate, sia in abbinamento a pavimentazioni calpestabili.
In considerazione di questo, l’impiego di coperture rovesce tende oggi a essere sempre più diffuso.

In alto: copertura piana praticabile a tetto caldo con elementi posati a umido. Strati, dal basso: supporto strutturale, barriera al vapore, termoisolante, manto impermeabile, sabbia, strato di separazione, massetto, strato di allettamento, piastrelle. La collocazione protetta del manto impermeabile ne evita il punzonamento e quindi la rottura a seguito di sollecitazioni meccaniche. In basso: copertura piana praticabile a tetto rovescio con elementi di copertura posati a secco. Sequenza degli strati, dal basso: supporto strutturale, manto impermeabile, termoisolante, strato di separazione, piedini, piastrelle in calcestruzzo.