Anche il 2020 si conferma l’anno del sismabonus. E’ stato infatti pubblicato il testo coordinato del d.m. n. 58 del 28 febbraio 2017 con le modifiche del d.m. n.65 del 7 marzo 2017 e del d.m. n. 24 del 9 gennaio 2020. Quest’ultimo decreto ha apportato delle modifiche che non incidono sulla valutazione dell’indice di rischio ante e post progetto, bensì correzioni ai refusi contenuti all’interno del decreto n. 58/2017 e rendendo gli allegati A e B del presente decreto parti integranti dello stesso e scaricabili gratuitamente al fondo dell’articolo.
Attraverso questi incentivi si vuole promuovere una sensibilizzazione del cittadino nei confronti delle criticità delle costruzioni, messe nuovamente in evidenza dai recenti terremoti.
L’esigenza di elaborare le Linee Guida nasce dalla necessità, avvertita da tutto il Paese, di affrontare la mitigazione del rischio sismico, promuovendo una cultura della conoscenza e della prevenzione.
Soggetti coinvolti sul fronte del rischio sismico
Soggetto
Compiti
Committente
Riceve le attestazioni per l’ottenimento dei benefici fiscali.
Progettista strutturale
Assevera la classe di rischio sismico dell’edificio ante e post intervento.
Il progetto è allegato alla Segnalazione Certificata di Inizio Attività.
Direttore Lavori Strutturali
Collaudatore (se previsto
Attestano la conformità degli interventi rispetto al progetto depositato:
– dichiarazione di regolare esecuzione;
– collaudo statico.
Apposita commissione
Monitoraggio permanente circa l’applicazione delle linee guida.
Classi di rischio e valutazione
Le Linee Guida consentono di attribuire ad un edificio una specifica una delle seguenti Classe di Rischio Sismico:
A+ (meno rischio)
A
B
C
D
E
F
G (più rischio)
Aspetto fondamentale riguarda la singola unità immobiliare rispetto all’edificio nel suo complesso: la sua classe di rischio corrisponde a quello della costruzione di appartenenza. Tale misura è improntata, probabilmente, ad invogliare i proprietari al coordinamento nell’intervento.
Le classi di rischio sono valutate attraverso la definizione di due parametri:
PAM – Perdita Annuale Media attesa: perdite economiche corrispondenti ai danni agli elementi, strutturali e non, e riferite al costo di costruzione (CR) dell’edificio privo del suo contenuto.
L’entità di PAM (metodo convenzionale) corrisponde all’area sottesa alla curva che mette in relazione le perdite economiche dirette con la frequenza media annua di superamento, ovvero l’inverso del periodo di ritorno, di uno degli stati limite. Minore sarà l’area sottesa e minore sarà la perdita PAM.
IS-V – Indice di sicurezza della struttura: corrisponde all’indice di rischio introdotto dalla Ordinanza p.c.m. n. 3362/2004, ovvero αu dato dal rapporto tra le accelerazioni PGA (Peak Grond Acceleration) in termini di capacità e di domanda.
Definizione della classe di rischio
La classe di rischio può essere definita attraverso due metodi e ha però una diversa valenza a seconda che si tratti di metodo convenzionale o semplificato.
Metodo Convenzionale
Quando si applica
Metodo valido sempre
Omogeneo
Convenzionale
Valutazione dei parametri
PAM: area sottesa dal grafico avente come coordinate (λ, CR), dove CR la percentuale del costo di ricostruzione
IS-V
Come?
PAM
1) Analisi della struttura (previste dalle NTC08) in cui si determinano i valori delle accelerazioni al suolo di capacità per gli stati limite: SLC, SLV, SLD e SLO
2) Valutazione dei rispetti periodi di ritorno associati:TrC = TrD (PGAc / PGAD) 1/0,413) Calcolo frequenza media annuaλ = 1 / TrC4) Convenzionalmente allo Stato Limite di Danno è associata una perdita economica nulla in cui il tempo di ritorno è 10 anni
5) Allo Stato limite di ricostruzione è associato una perdita economica del 100%, il cui periodo di ritorno coincide con lo Stato Limite di Collasso (SLC)
6) A ciascuno stato limite a cui corrisponde un diverso valore λ a cui è associato una diversa percentuale di costo di ricostruzione, CR (tabella 2 linee guida)
7) Attraverso tabella 1, entrando con il valore di PAM si ottiene la classe di rischioIS-V
1) Si valutano le PGA riferite alla domanda sismica ed alla corrispondente capacità per ciascuno stato limite
2) Attraverso tabella 2, entrando con il valore di IS-V si ottiene la classe di rischio
Risultato
La classe di rischio corrisponde alla peggiore riscontrata attraverso PAM e IS-V
Metodo Semplificato
Quando si applica
Riduzione del rischio sismico attraverso rafforzamento locale
Costruzioni in muratura
Strutture assimilabili a capannoni industriali
Valutazione dei parametri
PAM:
Vi – Classe di vulnerabilità definita dalla scala Macrosismica Europea (EMS-98)
Come?
1) Solo 7 tipologie murarie distinte principalmente dalle caratteristiche in elevazione: si sceglie la tipologia
2) Sono definite 6 classi di vulnerabilità: V1 (minima vulnerabilità) V6 (massima vulnerabilità) in funzione della tipologia strutturale
3) In funzione dello scostamento dal valore medio (a causa del degrado, meccanismi incipienti e delle peculiarità tipologiche) si definisce il valore di vulnerabilità globale
Risultato
Nel metodo semplificato, in quanto tale, risulta forse opinabile riferirsi genericamente ad un’unica tecnologia muraria presente nel medesimo fabbricato, in quanto è ricorrente nel costruito esistente la contemporaneità legata a diverse tecnologie costruttive non esclusivamente discriminanti solo tra orizzontamento e paramento, ma anche in elevazione.
Interventi e cambio di classe
Gli interventi strutturali sono volti alla riduzione del rischio: il progettista deve quindi operare un confronto ante e post intervento, applicando per entrambe le situazione il medesimo metodo di valutazione.
Cambio di classe in funzione del metodo
Convenzionale
Semplificato
• Valutazione del comportamento globale (pre e post) anche nel caso di intervento locale.
Da osservare che nelle linee guida viene specificato: “a livello di rafforzamento locale è richiesta solo la verifica a livello locale, la verifica globale, esclusivamente per la finalità di attribuzione delle classe“. In realtà il progettista, ai sensi delle NCT08, deve dimostrare che l’intervento non comporta modifiche in termini di resistenza e deformazione.
E’ previsto il salto di una sola classe
Muratura: vengono indicate le tipologie di intervento ricorrenti per le diverse tecnologie murarie ed indicati i relativi passaggi di classe (Tabella 6 delle linee guida).
Capannoni industriali: ci si riferisce sempre all’intervento locale volto a ridurre:
– carenze nelle unioni tra elementi strutturali;
– carenza di connessione tra tamponatura e struttura portante;
– carenza ascrivibile alla potenziale instabilità degli elementi contenuti nei capannoni.
Suddette prescrizioni sono estensibili anche agli interventi locali sulle opere in c.a.
Articolo pubblicato il 3.03.2017 – aggiornato il 19.02.2020
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