Ingegneria

Michele Jamiolkowski (1932-2023), l’ingegnere che salvò la Torre di Pisa

È stato il fondatore degli studi di geotecnica al Politecnico di Torino: grazie al suo lavoro, oggi la Torre di Pisa è nuovamente visitabile. Tra i suoi progetti anche il Ponte sullo Stretto
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Michele Jamiolkowski (1932-2023), l’ingegnere che salvò la Torre di Pisa
È scomparso a Torino, all’età di 89 anni, l’ingegner Michele Jamiolkowski. Professore emerito afferente al Dipartimento di Ingegneria strutturale, edile e geotecnica del Politecnico di Torino, è diffusamente conosciuto come colui che “salvò la Torre di Pisa”.

Una vita per la Geotecnica

Michele Jamiolkowski nasce nel 1932 a Stryj, Ucraina, da famiglia di origine polacca. Sopravvissuto ai difficili anni della guerra, in cui venne imprigionato nel campo di concentramento di Auschwitz, si sposta in Polonia dove nel 1959 si laurea alla Facoltà di Geologia prima di trasferirsi definitivamente in Italia, a Torino. Al Politecnico del capoluogo piemontese completa il suo percorso formativo post lauream, legandovi una brillante carriera accademica, di ricerca e insegnamento che ha saputo sempre unire la teoria all’applicazione pratica. Qui, nel 1969 fu fondatore degli studi di geotecnica, che insegnò nell’ateneo fino al 2006. Nel 1979, sempre a Torino, fu tra i promotori del primo Dottorato di ricerca in Geotecnica avviato in Italia. E il Politecnico al termine delle esequie gli ha reso il suo omaggio con un saluto ufficiale alla presenza del rettore Guido Saracco e di molti dei suoi colleghi, amici e allievi. Milano e Torino accolgono un’attività professionale che ha portato la ricerca dentro la pratica. Milano è sede dello Studio Geotecnico Italiano, da lui fondato nel 1964 e ancora oggi società specializzata nello sviluppo di progetti complessi e consulenze negli ambiti dell’ingegneria geotecnica, sismica e ambientale e della geologia applicata. L’anno successivo Torino vede invece la fondazione dello studio Euroconsult, avviato, tra gli altri, con Giulio Pizzetti, Mario Alberto Chiorino e Luigi Masella e poi divenuto Eurotec Ingegneri Consulenti.

Il consolidamento della Torre di Pisa grazie al lavoro di Michele Jamiolkowski

L’intervento sulla pendente Torre di Pisa è stata una delle sfide più complesse da lui affrontate, per il valore di un monumento riconosciuto dall’Unesco e per lo sviluppo dell’ingegneria geotecnica. Il successo del progetto ha portato la sua attività alla ribalta, anche mediatica, rendendolo quasi universalmente noto come colui che di fatto la salvò dalle minacce di crollo. Tra 1990 e 2000, Jamiolkowski fu a capo del Comitato Internazionale per la Salvaguardia ed il Consolidamento della Torre Pendente di Pisa. Costituito in seguito alla chiusura del monumento, che minacciava di ribaltarsi per la debolezza del terreno di appoggio e collassare per la rottura delle murature, raccoglieva contributi multidisciplinari. Sulla base di approfondite ricerche e indagini, impostò un piano che, per correggere la pendenza, ha mirato a ridurre l’inclinazione dell’asse longitudinale in modo calcolatamente modesto. Semplificando la complessità, il risultato venne ottenuto mediante un programma di sottoescavazioni puntuali e controllate nel terreno opposto a una pendenza ridotta attraverso l’induzione di piccoli cedimenti. A queste si sono affiancate, tra molto altro, operazioni di rinforzo del catino, poi collegato con la fondazione. La Torre è stata riaperta al pubblico nel 2001, da allora costantemente controllata.

Tra accademia e professione, un’attività di altissimo livello

Un’attività di altissimo profilo, accademica e professionale, valse a Michele Jamiolkowski continui riconoscimenti, premi e nomine all’interno di commissioni di esperti. Attraverso alcuni di loro è possibile tracciare parte di un percorso in cui spesso ha messo le sue competenze al servizio della salvaguardia del patrimonio nazionale e di alcuni dei progetti più importanti della storia del paese. A Torino, con lo studio Euroconsult partecipa a numerosi interventi di consolidamento e salvaguardia di complessi storici e monumentali: al Museo Egizio (sottoescavazione dell’Ala Schiaparelli), sulle mura romane e, a Venaria, nella stabilizzazione di uno dei suoi luoghi simbolo della Reggia, la Galleria di Diana. Nella sua città d’elezione, dal 1991 è prima socio corrispondete per le Scienze tecniche e poi socio nazionale residente dell’antica e prestigiosa Accademia delle Scienze. Dal 1994 al 1997, Jamiolkowski è stato presidente dell’International Society for Soil Mechanics and Foundation Engineering, foreign associate della US National Academy of Engineering. Per la sua caratura ha fatto parte della Commissione per la salvaguardia di Venezia, costituita per tenere sotto controllo gli interventi edilizi e la trasformazione del territorio. Sempre a Venezia, ha dato il suo contributo ai lavori di consolidamento del campanile di San Marco lavorando all’interno del Consorzio che nel 2013 lo ha restituito più solido dopo 5 anni di lavori. Dal 1998 è stato membro della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo per la nuova struttura di protezione del reattore nucleare esploso nel 1986 a Chernobyl.

Il ponte sullo Stretto di Messina

La sua competenza è anche legata a una delle opere pubbliche più importanti e discusse nella storia del paese, il ponte sullo Stretto di Messina. Nel 1969 viene coinvolto nei lavori del gruppo coordinato da Giuseppe Samonà che partecipa al concorso di idee per l’attraversamento stabile dello stretto aggiudicandosi uno dei secondi premi. Ne fanno parte, per gli aspetti strutturali, Pizzetti, Chiorino e Masella proponendo, ricorda Mario Alberto Chiorino, “un ponte a due campate con una pila in mare collocata, su suggerimento di Jamiolkowski, in corrispondenza della sella batimetrica dello Stretto e appoggiata su un’isola artificiale a scogliera da lui progettata”. Da allora, è sempre legato a questo grande progetto, contribuendo anche agli studi per il ponte a campata unica sviluppato della Società Stretto di Messina. Ha sempre difeso, anche pubblicamente, il suo valore scientifico. Nel 2013 è stato tra i co-firmatari della petizione in difesa di un progetto che “ha portato alla comunità scientifica internazionale uno straordinario bagaglio di specifiche conoscenze multidisciplinari che sono state riconosciute e oggi ricercate in tutto il mondo”.

Il ricordo dell’Associazione Geotecnica Italiana per Michele Jamiolkowski

Le parole del presidente dell’Associazione Geotecnica Italiana Sebastiano Rampello, che con lui ha condiviso gli studi di interazione della linea C della metropolitana di Roma con i monumenti e gli edifici storici, ne trattaggiano anche la grande umanità. “In queste occasioni ho avuto modo di apprezzare la sua curiosità scientifica, la sua inesauribile capacità lavorativa e la sua passione per l’ingegneria geotecnica. Ma ho avuto anche l’occasione di conoscere l’uomo, al di là del professore, apprezzandone la generosità e la sua capacità di lasciare un segno nei rapporti umani”.

Le onorificenze

Molte sono state anche le onorificenze ottenute per una lunga e brillante carriera. Negli anni più recenti, il JGS 2003 Paper della Japanese Geotechnical Society per “The Stabilization of the Leaning Tower of Pisa” (2005), il Ralph B. Peck Lecture Award dell’American Society of Civil Engineering (2006) e la Rankine Lecture, conferita a Londra nel 2013 dall’Institution of Civil Engineers.
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