Incidentalità stradale, il rapporto 2019 del Mit
Nei giorni scorsi il Mit ha pubblicato il rapporto 2019 sulle statistiche dell’incidentalità stradale.
Il lavoro, anche in questa occasione, è dedicato alle vittime della strada ed alle loro famiglie, all’impegno costante di coloro che giornalmente operano e si prodigano, a tutti i livelli di responsabilità, affinché non ci siano più morti sulle nostre strade.
Incidentalità stradale, studio e analisi
Il rapporto, condotto nel contesto dell’obiettivo strategico ministeriale “Miglioramento della sicurezza nelle costruzioni, nelle infrastrutture e nei cantieri” e dell’obiettivo operativo “Produzione di statistiche sull’incidentalità nei trasporti stradali, anche con riferimento alla tipologia di strada”, illustra, attraverso relazioni di sintesi, statistiche, tabelle dati e grafici, i principali risultati di studi, analisi ed elaborazione dati sull’incidentalità stradale.
Il rapporto 2019 si compone di n. 16 cartelle.
In questa sede, analizzeremo la cartella n.1. In particolar modo ponendo l’attenzione sulla relazione “Incidenti stradali in Italia”, a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
Esaminando tale relazione, si osserva subito un dato allarmante. Abbiamo 3.334 morti sulle strade nel solo anno 2018, circa 9 vittime al giorno. E’ un dato inquietante, soprattutto se si considera l’obiettivo UE, nel quale l’Italia doveva arrivare a circa 2.000 vittime ed invece è ben oltre, con più di 3.000 lenzuoli bianchi stesi ogni anno sull’asfalto.
Inoltre nell’anno 2018 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia sono stati 172.553 (circa 473 al giorno) e i feriti 242.919 (circa 666 al giorno).
La notizia favorevole è il trend positivo degli ultimi anni. Tra il 2010 e il 2018 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono diminuiti del 34,40%, le vittime del 53,00% e i feriti del 34,90%. Rispetto all’anno 2017 sono diminuite le vittime dell’1,30%, i feriti dell’1,60% e gli incidenti stradali dell’1,40%.

Autostrade e città, le differenze
Cosi come negli anni precedenti, anche nel 2018 la maggior parte degli incidenti stradali si verifica in ambito urbano (126.744 incidenti, il 73,50% del totale), causando 169.607 feriti (69,80% del totale) e 1.401 morti (42,00% del totale). Pertanto, nonostante la visione comune, la maggior parte degli incidenti avviene a basse velocità in centro paese, dove l’utente medio si sente più sicuro e, di conseguenza, diminuisce la propria concentrazione.
Incidenti e autostrade
Sulle autostrade gli incidenti sono stati 9.437 (5,50% del totale) con 15.545 feriti (6,40% del totale) e 330 decessi (9,90% del totale), mentre sulle altre strade extraurbane, comprensive delle ex Strade Statali, Provinciali, Comunali extraurbane e Regionali, gli incidenti rilevati sono stati 36.372 (21,10% del totale), i feriti 57.767 (23,80%) e le vittime 1.603 (48,10%).
Di conseguenza, l’indice di mortalità continua ad essere più elevato sulle strade extraurbane. Dove si verificano 4,4 decessi ogni 100 incidenti, dovuti soprattutto alle alte velocità.
Rispetto al 2017, sulle autostrade si registra un aumento in termini di vittime (+11,50%), mentre sulle strade urbane ed extraurbane una diminuzione (rispettivamente -4,5% e -0,7%).
Il forte incremento del numero di vittime sulle autostrade è sicuramente dovuto all’incidente stradale avvenuto il 14 agosto 2018 sul Ponte Morandi della Autostrada A10 Genova-Savona-Ventimiglia, che ha coinvolto numerosi veicoli e causato 43 vittime.

Le vittime di incidenti stradali hanno riguardato, nel 2018, 2.674 maschi e 660 femmine.
Per gli uomini, la classe di età con il maggior numero di decessi è quella tra i 40-44 anni (201); mentre per le donne, il numero maggiore di vittime si registra nelle età più anziane 80-84 anni (63). La frequenza elevata in corrispondenza delle età più avanzate è attribuibile al maggiore coinvolgimento delle donne in incidenti stradali nel ruolo di pedone.
Nel 2018 si assiste ad un preoccupante innalzamento delle vittime fra i giovani di 15-29 anni. Inoltre c’è un forte incremento di vittime anche tra gli individui in età 70-74 anni, mentre diminuiscono tra i bambini (0-14 anni).
L’analisi per classi di età evidenzia risultati interessanti soprattutto per i bambini, categoria particolarmente a rischio poiché non sempre protetta accuratamente dagli adulti, responsabili per l’uso di dispositivi di sicurezza adeguati.

Le vulnerabilità su strada
L’incidentalità stradale è pervasiva di ogni categoria. Ma i più penalizzati sono i soggetti vulnerabili su strada come pedoni, ciclisti, motociclisti. Nel 2018 emerge soprattutto l’aumento delle vittime tra i pedoni (+2,00%). Mentre gli utenti delle due ruote a motore e i ciclisti, benché facciano registrare segnali di miglioramento (ciclisti -13,8% e motociclisti -3,9%), restano pur sempre due categorie particolarmente a rischio e con un andamento oscillante nel tempo.
Nella stessa annualità ammontano a 795 gli utenti delle due ruote a motore vittime di incidenti stradali (687 motociclisti e 108 ciclomotoristi), mentre i feriti sono stati 53.567 (rispettivamente 43.521 e 10.046).

Nel 2018, le circostanze accertate o presunte dagli organi di rilevazione, alla base degli incidenti stradali con lesioni a persone, sono sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la distrazione, il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 40,7% dei casi.
A fronte di tutti questi dati, manca la possibilità di avere numeri certi legati all’uso del cellulare durante la guida. Un reato di fatto impossibile da contestare. E infatti anche se tutti puntano il dito verso questa piaga digitale, poi nelle statistiche delle principali violazioni al Codice della Strada i risultati sono totalmente diversi.
Il commento del presidente Aci sul rapporto di incidentalità stradale
“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime delle categorie vulnerabili, in particolare tra i pedoni – ha dichiarato il Dott. Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia (ACI) – La riduzione media annua del numero di vittime della strada del nostro Paese è inferiore a quanto stimato per l’obiettivo europeo di dimezzare il numero di morti in incidenti stradali entro il 2020. La sicurezza deve tornare ad essere una priorità. Sono necessari, fin da subito, corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai conducenti, in quanto, se da una parte l’età delle vittime è aumentata, dall’altra i giovani si confermano la categoria più a rischio. E’ fondamentale, infine, una maggiore attività di controllo”.