Ingegneria

Perché la diga di Mosul in Iraq sarà consolidata

L'italiana Trevi ha vinto l'appalto che prevede il consolidamento e la messa in sicurezza della diga di Mosul, la diga più grande dell'Iraq e quarta di tutto il medio oriente. Proviamo a spiegarvi, dal punto di vista ingegneristico, i problemi della struttura
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Perché la diga di Mosul in Iraq sarà consolidata

In un comunicato del 2 marzo 2016 la Trevi, specializzata in fondazioni speciali e consolidamento dei terreni, ha dichiarato di aver firmato il contratto per la manutenzione e messa in sicurezza della Diga di Mosul (Iraq). La predisposizione e la firma del contratto, si legge dal comunicato, di un valore complessivo di 273 milioni di euro, è avvenuto sotto la supervisione del Ministero delle risorse idriche Iracheno (MWR).

L’aggiudicazione fa seguito a una gara internazionale emessa nell’Ottobre scorso, che ha seguito una procedura d’urgenza a causa delle condizioni critiche in cui versa l’infrastruttura. La Trevi ha così il compito di consolidare e rinforzare la diga di Mosul in 18 mesi.

La diga di Mosul sorge a 50 km dalla città omonima sul fiume Tigri (Figura 1) ed la più grande diga dell’Iraq e la quarta di tutto il Medio Oriente.
Il progetto della diga è stato concepito nel 1950, ma la sua costruzione fu rimandata a causa della geologia non idonea del sito, trattandosi di uno strato di gesso friabile.
Sotto il regime Saddam Hussein, la costruzione di quest’opera prestigiosa fu iniziata nel 1984, prevedendo di consolidare il terreno mediante iniezioni cementizie. Conclusa la costruzione, nel 1986 l’acqua cominciò ad infiltrarsi nella struttura fondale, dando luogo ad un fenomeno erosivo e confermando che le soluzioni proposte per il consolidamento del terreno avevano un carattere temporaneo e per questo, periodicamente, occorreva intervenire. Ad oggi sono state utilizzate 95.000 tonnellate di miscela cementizia.

Le caratteristiche della diga di Mosul sono le seguenti:

  • Lunghezza: 2100 m;
  • Volume di invaso: 11 miliardi di m3 di acqua;
  • altezza pelo libero in condizioni ordinarie: 303 m;
  • altezza pelo libero a seguito dello scioglimento delle nevi: 330 m;
  • fornisce energia elettrica a 1,7 milioni di persone;
  • potenza centrale principale: 750 MWatt;
  • potenza impianto di accumulo per il pompaggio: 240 MWatt;
  • potenza sistema acqua fluente: 62 MWatt.
Potenziale scenario di rischio

Potenziale scenario di rischio

Gli ingegneri che parteciparono alla costruzione della diga di Mosul, trent’anni fa, sono preoccupati di un suo imminente crollo che comporterebbe un elevato numero di vittime (sono state stimate 500.000 persone). Lo scenario prospettato (Figura 2) sarebbe il seguente:

  • un’onda di piena avente un’altezza stimata di 20 m;
  • raggiungerebbe la città di Mosul in 4 ore e quella di Baghdad in 45 ore.

L’esposizione al rischio inondazione è elevata e le misure di sicurezza diramate sono state quelle di abbandono dell’area o di indietreggiare 6 km dalla riva. Nel 1990 furono iniziati i lavori della diga di Badush, collocata a 20 km più a valle della diga di Mosul, con il preciso intento di limitare i danni potenziali derivanti dal cedimento della diga di Mosul. La costruzione, però, fu sospesa e la diga di Badush è incompleta al 40%.

Gli ingegneri hanno sottolineato che la pressione dell’acqua sulla diga è compromessa, in quanto oltre allo scioglimento delle nevi che crea un innalzamento del volume di invaso, è stato riscontrato un mal funzionamento delle paratie, infatti una di queste è compromessa e non utilizzabile. Ciò implica un flusso d’acqua asimmetrico che ne accelera il processo di erosione.
Inoltre, se all’inizio della vita dell’opera la manutenzione che prevedeva iniezioni di miscele cementizie nel terreno era un’attività periodica e costante, ora, a causa di questioni politiche, non ha più avuto seguito, compromettendo ed accelerando lo stato di degrado della struttura del terreno fondale (si sono create voragini e fratture via via crescenti e sempre più preoccupanti).

 

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