Ingegneria

MoSE, 3mila ingegneri fanno il punto sulla grande opera veneziana

Il 95% dei lavori del MoSE è completato. La vera sfida è affrontare le fasi di manutenzione, controllo e gestione: anche di questo si è discusso nella due giorni in streaming promossa dal CNI
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MoSE, 3mila ingegneri fanno il punto sulla grande opera veneziana

Manca poco per la definitiva messa a punto del MoSE. In vista del collaudo finale, e mentre continua la fase di sperimentazione utile a verificarne il funzionamento in base alle situazioni che via via si presentano, gli esperti del settore fanno il punto della situazione.

Sono tremila infatti gli ingegneri che hanno partecipato, lo scorso 19 e 20 febbraio, al convegno in streaming organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, Ordine Ingegneri Venezia, Collegio Ingegneri Venezia e Federazione Ordini Ingegneri Veneto. Un’occasione per stabilire lo stato dell’arte della più grande opera pubblica del mondo e le opere complementari per la difesa di Venezia. E per riflettere anche sulle grandi infrastrutture in Italia.

L’interesse del mondo dell’ingegneria è stato calamitato nella prima sessione con l’intervento del Presidente Nazionale CNI Armando Zambrano che ha ribadito come “l’Italia sia il paese più lento d’Europa nella realizzazione delle opere pubbliche con l’atavico problema delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi CNI negli ultimi dieci anni c’è stato un calo del 23% degli investimenti pubblici e dei 219 miliardi di euro disponibili per infrastrutture strategiche in calendario fino al 2030, solo l’11% è costituito da lotti ultimati e la metà è ancora in fase di progettazione”. Poi Zambrano ha sottolineato che “in questo Paese siamo relegati a realizzare opere di manutenzione, ma siamo in grado di fare grandi opere. Questo Governo ha intrapreso la strada della semplificazione e delle regole. La pubblica amministrazione è carente di tecnici”.

Il primo dibattito sul Mose funzionante

Mariano Carraro, presidente dell’ordine ingegneri Venezia, ha ricordato che “il convegno cade a un anno dal precedente organizzato sempre a Venezia, il primo a Mose funzionante, pur con tutti i problemi. Ora bisogna vedere la sua gestione e calibrare le alzate. Può diventare un’opportunità”.

Sicurezza idraulica

L’intervento del componente della commissione Salvaguardia, Antonio Rusconi, si è centrato sulla sicurezza idraulica e gli aspetti ecologici in laguna. “Dal 4 al 6 dicembre 2020 le paratoie del Mose rimasero chiuse, salvo poche ora per consentire il transito delle navi. E questo determinò, a causa delle piogge, un sopralzo del livello delle acque interne di 20 centimetri, a Punta della Salute, solo per l’apporto diretto delle precipitazioni. Occorre monitorare gli effetti di chiusure prolungate, per effetto dei cambiamenti climatici, e verificare la tenuta nelle zone dei forti, Lido e Portosecco, ad esempio, come dell’adeguatezza dei Murazzi nell’impatto con l’idromorfologia lagunare.”

Autorità della Laguna

Nel corso del dibattito si è discusso dell’Autorità per la laguna, istituita dall’articolo 95 del decreto 104 dello scorso agosto. L’Autorità ha assunto le competenze relative alla salvaguardia della città di Venezia e della zona lagunare e al mantenimento del regime idraulico lagunare, tra cui la gestione e la manutenzione del MOSE, nonché quelle attribuite al Magistrato alle acque.

La vera sfida saranno le operazioni di gestione, controllo e manutenzione

Nella tavola rotonda si sono confrontati tecnici, amministratori e commissari responsabili del progetto e dei lavori del sistema MoSE e delle opere di salvaguardia della laguna.

Elisabetta Spitz, Commissario straordinario al MoSE, ha spiegato che “i lavori del MoSE sono nella fase conclusiva al 95% della realizzazione. Ora si richiede una fase di gestione, da manutenzione provvisoria a manutenzione programmata. È il tema del futuro per far durare l’opera il più a lungo possibile. Ho già accolto l’invito del Sindaco Brugnaro per trovare le soluzioni ponte. La tensione finanziaria va affrontata e risolta. Troveremo presto le soluzioni. Spetta alla comunità locale e agli organi competenti indicare la quota più idonea di entrata in funzione del MoSE, 110, 120 o 130 cm”.

Cinzia Zincone, Provveditore regionale alle Opere Pubbliche e Commissario straordinario del Porto di Venezia ha posto l’obiettivo di “arrivare a un porto regolato” aggiungendo che “la sfida vera è la manutenzione, ma è altrettanto importante comprendere il MoSE nel sistema delle opere complementari. Lamenta la carenza di tecnici nella pubblica amministrazione. Per la quota di quando alzare il MoSE è importante lavorare insieme. Condivido l’esigenza di avere un porto regolato e in questo senso chiediamo un aiuto al professor Costa. Dobbiamo incrementare la ricerca, l’escavo dei canali”.

Roberto Scibilia, Consigliere dell’Ordine Ingegneri Venezia, ha messo in evidenza che “il Comitato dell’Autorità per la Laguna è un supporto importante per chi gestisce ed è composto da funzionari esperti nelle materie. La chiave del successo è il coordinamento”.

Armando Zambrano, Presidente Nazionale CNI, ha affermato che “il MoSE è patrimonio di tutti. Speriamo si faccia in fretta per la fase di manutenzione, controllo e gestione. Deve esserci una regia. La preoccupazione è che passi troppo tempo senza giungere a decisioni risolutive”.

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