Infrastrutture idriche, partono bandi e progetti del Pnrr
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha pubblicato l’avviso per la presentazione delle domande di inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di progetti di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico. Il bando è aperto ad Autorità di bacino distrettuali, alle Regioni, alle Province Autonome di Trento e di Bolzano e agli Enti di Governo d’Ambito.
Infrastrutture idriche
Le proposte dovranno essere finalizzate ad interventi per l’approvvigionamento idrico, compresa la manutenzione straordinaria e la realizzazione di nuovi serbatoi, nonché all’implementazione delle reti di distribuzione. Prioritari i progetti per la messa in sicurezza, per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. Le istanze saranno valutate sulla base di analisi economico-finanziarie, ambientali, sociali ed istituzionali e inserite nello strumento di pianificazione; successivamente, in funzione delle risorse disponibili, si programmeranno gli interventi da finanziare.
La diga di Campolattaro
In Campania, il bando per i lavori di completamento della diga di Campolattaro (Benevento) è stato pubblicato il 26 giugno 2023 sulla piattaforma della regione Campania e sulle Gazzette europea e italiana. La gara, indetta dalla Regione Campania e dal Mit con uno stanziamento in totale di circa 700 milioni di euro, è finalizzata all’affidamento della progettazione esecutiva e dei lavori, con procedura aperta ai sensi dell’art. 60 del Codice degli appalti.
Il bando è suddiviso in tre lotti, che possono essere aggiudicati a un’unica impresa. Si procederà con la formula dell’appalto integrato – con progettazione esecutiva e realizzazione – alla stipula di un accordo quadro, facendo ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La scadenza è il 31 luglio 2023, le buste con le offerte saranno aperte il giorno successivo. L’indizione della gara fa seguito all’ultimazione dell’iter autorizzativo secondo quanto disposto dal decreto legge n. 77/2021 “Governance del Pnrr”, quale intervento strategico nazionale, nonché all’attuazione del protocollo di Vigilanza collaborativa tra il Commissario Straordinario dell’invaso di Campolattaro e l’Anac.
La diga di Campolattaro, inserita in un ambito naturalistico protetto, risale agli anni ’80, quando la sua costruzione fu avviata con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno, ma il suo completamento venne ostacolato da questioni burocratiche e naturali, in particolare una frana nell’aprile del 2006. Per rendere utilizzabile l’invaso di circa 7 kmq, occorre realizzare una galleria idrica di 7,5 km per portare 6.500 litri d’acqua a un impianto idroelettrico e a un impianto di potabilizzazione.
La navigabilità commerciale sul Po
A Rovigo sono stati ultimati i progetti per implementare la navigazione commerciale sul Po, in particolare è pronto il progetto esecutivo per l’innalzamento del ponte di Brondolo, sul Po, di proprietà di RFI. Infrastrutture Venete, ente gestore delle linee di navigazione, ha già avviato la gara per la realizzazione di un sistema di sollevamento. Per il ponte di Bosaro, invece, è prevista, nel contratto di Programma Mit-Rfi, la realizzazione di un nuovo ponte con una variante di tracciato, che attualmente è in fase di progettazione.
La navigabilità commerciale del Po è stata rilanciata dal progetto Win-It (Works for implementing the navigation in Northern Italy), rientrante nella programmazione europea e coordinato dall’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), che ha lo scopo di “garantire la navigabilità del Po alle imbarcazioni di quinta classe per almeno 300 giorni all’anno mantenendo una profondità media non inferiore a 2 metri e a migliorare le condizione di navigabilità della Litoranea veneta, attraverso una serie di lavori di sistemazione e di connessione tra diversi tratti navigabili, al fine di incrementare il trasporto turistico ma anche commerciale per imbarcazioni di classe quarta”.
In sostanza, navi per il trasporto merci lunghe 100 metri potranno navigare lungo il Po mediante “opere per la sistemazione a corrente libera”, cioè la rettificazione di alcune curve dell’alveo e l’installazione dei cd. “pennell”, grandi pettini paralleli al corso del fiume e saldati alle sponde, con la funzione di concentrare la corrente nel mezzo del Po, dandole così la forza necessaria per scavare un canale nel letto sabbioso.
Il progetto che vede la collaborazione del Mit, attraverso Ram-Logistica Infrastrutture e trasporti SpA, e di Infrastrutture venete Srl, è focalizzato su tre aree: occidentale, il Po da Cremona alla foce del Mincio nel Mantovano, centrale dalla foce del Mincio fino al Delta e orientale, le vie d’acqua da Venezia al Tagliamento e alla laguna di Grado, lungo la Litoranea veneta.
Il progetto dovrebbe assicurare “la regimazione del Po, con cinque opere di regolazione dei livelli del fiume, per garantire la navigabilità commerciale per 365 giorni all’anno”, con un costo di 2,5 miliardi. Non mancano le perplessità su tale investimento, che parrebbe in contrasto non solo con quanto previsto dal progetto di rinaturazione dell’area del Po, finanziato con 357 milioni nell’ambito del Pnrr, che mira alla “riduzione dell’artificialità dell’alveo con particolare riferimento all’adeguamento dei pennelli di navigazione”, ma anche con gli interventi necessari ad alleviare le problematiche di carenza di portata del Po legate ai sempre più ricorrenti fenomeni siccitosi.