Ingegneria

Trasporto pubblico locale: le strategie della Fase 2

Tra le indicazioni dell’Inail e le ordinanze regionali, le aziende hanno contingentato, igienizzato e imposto l’obbligo di mascherine. Le città stanno incentivando la sharing mobility, ma il trasporto pubblico è poco compatibile con le riduzioni imposte dai distanziamenti. Il rischio è il ritorno al poco sostenibile trasporto privato
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Trasporto pubblico locale: le strategie della Fase 2
La Fase 2 dell’emergenza Coronavirus ha richiesto al trasporto pubblico collettivo la revisione di regole e piani. L’allentamento del lockdown ha rimesso in strada molti lavoratori pendolari. Una parte di questi ha scelto di spostarsi con il mezzo privato. Un’altra ha invece utilizzato i mezzi pubblici ridotti drasticamente nelle loro capacità di trasporto. Tutte le aziende della mobilità pubblica hanno dovuto lavorare alla revisione di norme e utilizzi adattandoli alle richieste della nuova sicurezza sanitaria. Hanno elaborato piani e soluzioni destinati a mostrare debolezza e insufficienza specialmente nei grandi centri urbani. Piani che richiedono una forte integrazione con forme di mobilità più sostenibile, oltre a un progressivo ritorno alla normalità. Il pegno da pagare è il ritorno alla mobilità degli autoveicoli privati, come alcuni dati già stanno evidenziando.

Il Documento tecnico Inail

L’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha pubblicato il suo rapporto. Il “Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive in relazione al trasporto pubblico collettivo terrestre” è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. È approvato dal Comitato Tecnico Scientifico istituito all’interno della Protezione Civile. L’attenzione al tema è grande perché il trasporto pubblico è un contesto a “rischio di aggregazione medio-alto”. Sui mezzi il rischio è importante soprattutto nelle ore di punta e specificamente nelle aree metropolitane ad alta urbanizzazione.

Le principali azioni ‘sistemiche’

Un ruolo fondamentale è giocato dalla responsabilità individuale. Gli utenti devono essere attenti nel mantenimento delle giuste distanze e nell’adozione di misure igieniche purtroppo già molto note. Devono essere la prima parte attiva nella prevenzione di comportamenti che possano aumentare il rischio di contagio. Secondo Inail, è necessario che il pubblico e il privato lavorino in sinergia a tutte le scale per ridurre i picchi di utilizzo del trasporto pubblico collettivo. Nella mobilità di tutte le città deve cambiare il concetto di ‘ora di punta’. Parallelamente devono essere incoraggiate il più possibile forme alternative di mobilità, anche grazie a tariffe agevolate.

Le indicazioni per i mezzi in movimento

Le raccomandazioni più specifiche per tram, autobus e metropolitane partono dalla quotidiana igienizzazione e disinfezione. Dispenser di soluzione idroalcolica per le mani devono essere previsti in tutti i luoghi in cui è possibile, con particolare attenzione alle pulsantiere dei distributori automatici. Sui mezzi è necessario ridurre la capienza massima e rendere possibile il distanziamento tra i passeggeri, sia seduti che in piedi. Le porte si devono aprire in modo automatizzato, con gli accessi anteriori sempre interdetti a protezione dei conducenti. È inoltre necessario differenziare la salita e la discesa dei passeggeri mentre l’acquisto dei titoli di viaggio dovrebbe avvenire il più possibile in modo automatizzato. Sia i passeggeri che i conducenti devono indossare sempre mascherine protettive. I guanti sono raccomandati per le attività del personale di controllo.

La Fase 2 del trasporto pubblico nei centri urbani

Le città e le aziende del trasporto pubblico locale si sono tutte mosse nelle direzioni indicate dalle direttive nazionali. Le parole d’ordine sono un po’ ovunque contingentamento dei passeggeri e mantenimento della sicurezza. Ci sono tuttavia indubbie differenze ‘strutturali’ tra città grandi e città medie. La dimensione più ridotta gioca a favore di un più facile ricorso a trasporti individuali sostenibili quali biciclette o semplicemente i propri piedi.

Le città più grandi

A Torino, l’obiettivo è la riduzione stabile del numero di passeggeri almeno fino a settembre. Le nuove modalità del traporto pubblico si avvicinano al piano di incentivazione del trasporto sostenibile individuale da tempo in cima alle azioni dell’amministrazione. Sui mezzi, sia terrestri che metropolitana, gli ingressi sono stati separati dalle uscite e una nuova segnaletica adesiva aiuta nel mantenimento delle distanze. Tutti i passeggeri devono obbligatoriamente indossare le mascherine. La capienza dei mezzi è stata drasticamente ridotta Milano ha confermato il piano invernale sia dei mezzi di superficie che della metropolitana, negli orari di servizio e nei percorsi. Sono state interrotte le linee scolastiche. L’azienda ha adottato le indicazioni comuni di utilizzo, basate su distanziamento dei passeggeri e utilizzo di mascherine e guanti. L’adozione queste misure ha ridotto la capienza complessiva del sistema di trasporto del 75%. Anche Roma si è mossa nella stessa direzione per garantire quanto richiesto dal DPCM 26 aprile. La capienza del sistema è stata ridotta anche fino al 70% dalle necessità di mantenere il distanziamento tra i passeggeri. I passeggeri in piedi sono ammessi fino al massimo del 50% della capienza del veicolo, mentre i posti a sedere sono indicati da grafiche e adesivi. Le mascherine sono obbligatorie sia sui mezzi che nelle biglietterie.

Alcune città medie

Anche città più piccole hanno adottato le medesime procedure. Disinfezione, obbligo mascherine, distanziamento e separazione dei flussi in entrata e in uscita sono i contenuti del piano elaborato, ad esempio, da Bari. Gli autobus cittadini non vendono più a bordo i titoli di viaggio e la zona anteriore è limitata da dissuasori quali nastri o catenelle. Grafiche e adesivi su pavimenti e sedili indicano dove è possibile sedersi e posizionarsi. Anche Firenze ripete le stesse modalità. I passeggeri devono indossare mascherine e guanti e rispettare le distanze minime. L’acquisto dei titoli di viaggio deve avvenire preferibilmente online. Gli accessi sono contingentati con indicazione della capienza massima di passeggeri posizionata accanto alle porte per la salita. La città lavora all’incentivazione della mobilità alternativa. È infatti in previsione la realizzazione di 10 km di piste ciclabili provvisorie, che si aggiungeranno ai nuovi 12 km approvati e in realizzazione entro il 2020. Anche la sharing mobility di e-bike, monopattini e scooter verrà incrementata.

I limiti

I primi resoconti, provenienti soprattutto dalle città più grandi, raccontano come molti lavoratori siano ritornati all’auto privata. Decisione prevedibile ma contraria alle giuste politiche di disincentivazione che da molti anni moltissime amministrazioni stanno portando avanti. Le strategie di adattamento della mobilità collettiva, pressoché identiche nelle varie città, mostreranno presto i loro limiti intrinseci e, si spera, la loro temporaneità. Il trasporto pubblico è efficace se sposta grandi numeri di persone, totalmente incompatibili con le grandi riduzioni imposte dai distanziamenti. L’effettivo successo delle misure è inoltre troppo affidato a comportamenti singoli difficilmente controllabili e regole facili da eludere. La situazione potrà reggere per un periodo ridotto, ma se il contenimento dell’infezione dovesse prolungarsi, o, peggio, rendersi strutturale, sarà necessaria una rivoluzione copernicana dei tempi e dei modi delle città.
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